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Verso il voto in Campania

Accordi e disaccordi per Fico (crescono i tavoli ma non le liste)

Marianna Rizzini

Prima riunione programmatica, con un occhio alla società civile e dubbi sulla composizione del "comitato etico". "Io non m'accorpo", dice Mastella. Il tema della "continuità" e la quadra da trovare tra Pd, deluchiani e contiani. La prossima settimana arriva il nome dello sfidante di destra

E’ il giorno zero, il primo in cui il centrosinistra che sostiene in Campania il candidato a Cinque Stelle Roberto Fico, ex presidente della Camera, si riunisce per decidere ufficialmente le mosse d’avvio della corsa elettorale, ma anche per studiarsi, capirsi e prendersi le misure, ché non tutto è definito, a cominciare dalle liste: regnano infatti molti dubbi sul numero delle medesime e sui criteri di scelta, etici che dir si voglia (questo vorrebbe Fico) e sulle priorità di allargamento alla società civile (allargare, sì, ma come e a chi, è il problema). E ieri, al termine della prima riunione programmatica, l’idea di coinvolgere “l’esterno”, lambendo anche gli assessori, si è scontrata con l’idea di allargare invece soltanto alle associazioni, con l’intento di cercare i nomi civici delle meraviglie, per la lista del presidente e non solo.

 

Anche se poi, a fine riunione, è arrivata la nota congiunta dei partecipanti che annunciava cinque tavoli di lavoro programmatici per l’ascolto di “società civile, terzo settore, forze economiche e sociali, cultura e associazionismo” in vista di un “cammino”, si leggeva, che porti “alla costituzione di un’alleanza politica fondata sul rispetto reciproco e sull’affinità programmatica, con l’obiettivo di definire un progetto di governo che valorizzi i risultati positivi del lavoro di questi anni e affronti le sfide richieste dal nuovo contesto con cui si dovrà confrontare il prossimo esecutivo regionale”. “Valorizzi i risultati positivi”: è la formula della quadra trovata, con mediazione del sindaco di Benevento Clemente Mastella, dicono a Napoli, tra Pd, deluchiani e seguaci contiani di Fico, ché al mattino le linee ancora divergevano sulla questione chiave della “continuità”, questione su cui il governatore uscente dem Vincenzo De Luca non arretrava, e su cui il M5s era in gran parte orientato a muoversi in direzione opposta. E, in teoria, passa per ora la visione intermedia (della serie: ben venga la competenza, figlia dell’esperienza, ma anche il valore aggiunto di chi può affrontare i problemi del territorio da un’altra prospettiva). Si vuole dunque allargare all’esterno, ma anche recuperare chi non vota più nel ceto medio impoverito.

 

Ma non si sa ancora con quante liste. E non c’è unanimità sul tema. Mastella, per esempio, al lavoro sulla lista di “Noi di centro” a sostegno di Fico, dice: “Io non m’accorpo”. E non s’accorpa sia per motivi identitari – legati alla natura cattolica – sia per motivi geografici, legati alle diversità del territorio campano tra costa e interno. Il rischio, infatti, anche visto da Roma (in vari partiti), è che l’aritmetica dura e pura crei qualche Frankenstein da campagna elettorale, inservibile nei fatti: una cosa infatti è Napoli, con il suo alto numero eleggibile di consiglieri (27), un conto sono le altre città campane (che magari eleggono due, tre, quattro consiglieri – e può dunque capitare a una lista dai consensi non travolgenti di ritrovarsi a secco). Quanto al cosiddetto “comitato etico” che dovrebbe garantire liste pulite nella visione di Fico (e di Giuseppe Conte), permane il niet di alcuni rispetto all’idea di far esaminare le liste da ex magistrati. Permane anche un grande “mah” sui criteri: si può mai escludere un buon nome per un’accusa, magari caduta, di abuso d’ufficio? Roberto Fico intanto vede il bicchiere mezzo pieno: la riunione di ieri? Per il candidato presidente è andata “benissimo”. Loda, Fico, “la disponibilità” al dialogo” del segretario locale in pectore del Pd Piero De Luca, dice di non avere in programma un incontro con De Luca senior (ma chissà, è pur sempre il governatore uscente) e guarda sereno “a quello che verrà”. Piccolo problema (non suo): a destra non c’è ancora un candidato. Potrebbe arrivare a inizio settimana prossima. “Aspettiamo”, dice Fico, “con grande rispetto per lo sfidante”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.