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Maiorino influencer

Patuanelli (M5s): "I toni di Maiorino contro Tajani sono stati eccessivi"

Ginevra Leganza

La senatrice del Movimento 5 stelle inveisce contro il ministro degli Esteri: "È come un influencer prezzolato". Il capogruppo del Movimento la richiama a toni più istituzionali e dice: "Ha ragione La Russa. Ci vuole decoro". Cuperlo: "Non avrei usato quelle parole". Sensi: "Tutto pessimo" 

“Concordo al cento per cento con il presidente Ignazio La Russa. Si può dire tutto, e però tutti, dico tutti, abbiamo il dovere di mantenere un profilo istituzionale, di non trascendere in eccessi verbali”. Le parole sono quelle del capogruppo del Movimento Cinque stelle al Senato Stefano Patuanelli. L’argomento, neanche a dirlo, è la bagarre di giovedì a Palazzo Madama con al centro la pentastellata Alessandra Maiorino. “Lei si comporta come un influencer prezzolato da Israele!”, urlava la senatrice ed ex vicecapogruppo alla Camera Alta rivolgendosi al vicepremier Antonio Tajani. Il quale, sconfessandosi nella pacatezza, ha pressappoco sbottato.


Ed ecco: a distanza di ventiquattr’ore tutto ruota ora intorno a un aggettivo. Prezzolato. E se per il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, l’eccesso di Maiorino è un punto di non ritorno (“Siamo tornati ai tempi delle Br”), per il leader del Movimento Giuseppe Conte non c’è nulla di cui scusarsi né pentirsi. Dal quartier generale del M5s rivendicano: “A Conte, quand’era presidente del Consiglio, è stata rivolta l’accusa di essere un criminale, mentre lavorava giorno e notte per salvare il paese durante il Covid”. Ma allora la domanda è: non sarebbe forse il caso di spezzarla, questa catena? Non sarebbe il caso, a maggior ragione, di moderare i toni? “Al di là di come la si pensi – argomenta Patuanelli – il ministro Tajani ha sempre avuto molto rispetto, e non è mai andato sopra le righe”. Perciò, senatore, suona strano che lo si paragoni a un inflencer. O no? “Sì. Non c’è dubbio. Quello di Maiorino è stato un eccesso. Anche se gli eccessi non sono una novità”. A cosa si riferisce? “A tutto quello che accade da sempre in Parlamento. E sappiamo che accade di tutto. Anche se non sempre, come in questo caso, si alzano polveroni...”. Anche perché non sempre, come in questo momento, i destini del mondo sono stati così cupi. “Se si ascoltasse nel complesso l’intervento di Maiorino, il significato sarebbe però molto chiaro”. Ogni significato è lecito, ma noi qui discutiamo il significante. “E’ legittimo e doveroso, come ha fatto Alessandra, dire che il governo in politica estera, e sulla questione di Gaza, sia molto più vicino a Israele che alla pace e alla tutela del popolo palestinese...”. Ma? “Ma le parole sono importanti. Di questo sono convinto. E deve valere per tutti”. Pensa che Maiorino dovrebbe scusarsi? “Le scuse sono un fatto personale. Le scuse ipocrite, poi, non mi appassionano. Io posso solo dire che avrei usato altri toni”

Nel frattempo, comunque, l’affare s’ingrossa. Il ministro Ciriani, si diceva, parla di ritorno alle Brigate rosse: “Ieri al Senato abbiamo assistito a parole vergognose con il M5s che ha rivolto accuse false al ministro degli Esteri”. 


L’affare s’ingrossa e tra l’indignazione del governo, le rivendicazioni di Conte, il richiamo all’ordine del capogruppo Patuanelli, arrivano infine le prese di distanza degli alleati. “Non avrei mai usato le parole di Maiorino”, dice al Foglio l’onorevole dem Gianni Cuperlo. “Resto affezionato a un linguaggio moderato anche nei sentimenti del popolo che ci si candida a rappresentare”. E poi Filippo Sensi, senatore del Partito democratico, presente in Aula al momento dello scontro: “Quelli dei Cinque stelle non sono mai i miei toni”, e sottolinea: “Mai. Così come non lo sono quelli di chi, come il ministro Ciriani, evoca le Brigate rosse. Tutto sbagliato. Tutto pessimo”.