
Il caso
Convegni e stati generali sulla difesa europea, la guerra ibrida della sinistra
L'evento all'Auditorium fatto saltare dopo le tensioni nella maggioranza di Gualtieri, oggi iniziativa a Frascati con Zingaretti e il M5s all'attacco
Riarmiamoci e parliamo. Se le mozioni parlamentari sulla difesa europea e le spese militari dividono il campo largo, anche i dibattiti e i convegni dedicati a questo tema iniziano a essere tanti, seppur sempre con gli stessi protagonisti, e forieri di scontri. Ovviamente a sinistra. Ne è la riprova, per esempio, il Defence summit inizialmente previsto per ieri all’Auditorium, parco della Musica. Nella culla culturale della gauche romana. Alla fine l’evento pensato dal Sole 24 ore con tutti i vertici delle forze armate, il ministro Guido Crosetto e le principali aziende italiane che si occupano di difesa è saltato. E indovinate perché? Semplice: la maggioranza che sostiene Roberto Gualtieri in Campidoglio si è messa – è proprio il caso di dirlo – sul piede di guerra, al motto: “Mai nel nostro giardino”. L’Auditorium, infatti, è gestito dalla Fondazione Musica per Roma, partecipata anche dal Comune di Roma (oltre che dalla regione Lazio). Sicché l’iniziativa è stata subito impallinata dall’ala sinistra che sostiene il sindaco. Con queste argomentazioni: “Non vogliamo che la città di Roma, mettendo a disposizione spazi di propria competenza, venga associata a manifestazioni che evocano pratiche di guerra e che promuovono linguaggi, economie, approcci fondati sull’uso delle armi”. Subito a ruota ecco il plotone della rete “Stop ReArm Europe” che aveva promesso anche una bella manifestazione di protesta perché “dentro un contesto nel quale la dimensione della guerra assume un ruolo sempre più rilevante a livello globale, mentre si abbandona qualunque ruolo diplomatico per porre fine alla guerra in Ucraina e ci si rende complici del genocidio in atto in Palestina, si tiene a Roma in uno spazio pubblico un convegno fra i soggetti che questi scenari alimentano e i soggetti che su questi scenari fanno profitti”. Alla fine è stato deciso per un comodo rinvio, forse a novembre, dell’evento. Facile immaginare che il sindaco Gualtieri, con le elezioni sempre più vicine, abbia deciso di non scavarsi una trincea a sinistra su un argomento così “divisivo”, come spesso si dice per schivare la complessità e non affrontarla. Soprattutto alla luce delle iniziative poco ireniste, giusto per dirne una, la più recente, della Russia nei confronti della Polonia. Per un evento che salta per opportunità politica mettendo prima il contenitore del contenuto, eccone un altro in programma oggi. Questa volta a Frascati, sede dell’Agenzia spaziale europea, a un tiro di schioppo per gli amanti della toponomastica rossa dalle Frattocchie, la scuola dei quadri del partito comunista. Si tratta degli “Stati generali della difesa, dello spazio e della cybersicurezza”. La giornata, divisa in panel tematici, questa volta è stata organizzata dal Parlamento europeo e dalla Commissione. A portare i saluti istituzionali ci sarà il governatore (di Fratelli d’Italia) Francesco Rocca, ma non il sindaco della città metropolitana, che è Gualtieri. Il parterre è di quelli importanti. Giusto per citare qualche nome: Luciano Portolano (capo di Stato Maggiore della Difesa), Robert Brieger (presidente del Comitato militare dell’Unione Europea), Alessandro Ercolani (ad Rheinmetall), Pierroberto Folgiero (ad Fincantieri), Giuseppe Cossiga (presidente Aiad) Michele Valensise (presidente Iai). E ancora: l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare della Nato, Bruno Frattasi direttore dell’Agenzia Cyber, Vittorio Rizzi numero uno del Dis. Presenti i ministri Adolfo Urso e Matteo Piantedosi. Assenti (salvo sorprese) il titolare della Difesa Guido Crosetto e l’ad di Leonardo Roberto Cingolani. All’evento anche parlamentari europei di destra e sinistra. Tra loro spicca Nicola Zingaretti, capodelegazione Pd a Strasburgo, in prima linea per conto di Elly Schlein in questi mesi contro la logica della guerra “che porta solo a distruzione”. L’iniziativa anche questa è stata attaccata dal gruppo del M5s in Europa, a partire da Dario Tamburrano, con tanto di interrogazione per sapere se tra le aziende invitate a Frascati ce ne sia qualcuna “che sta dando le armi a Israele”. E poi c’è la rete contro il riarmo che manifesterà. Insomma, il cortocircuito è servito: bum