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Il racconto
Tajani e il baratro. Il M5s gli dà del "prezzolato", lui: "Vergogna". La politica estera si fa piccola miseria Italia
Il ministro relazione su Gaza, Ucraina, dazi, ma finisce con le accuse: "Prezzolato", pagato da Israele, lui sconvolto replica: "Inaccettabile". Si perdono le sue frasi su Israele ("Sì alle sanzione se lo decide la Ue"). Leghisti assenti
Inutile. La guerra della serietà è già persa. Kaputt. Antonio Tajani informa su Ucraina, Gaza, Polonia, dazi, ma il M5s gli dà del “prezzolato”, al soldo di Israele. Il ministro sconvolto replica alla Camera, “prezzolato, a chi?”, i giornalisti sdrammatizzano, “al massimo brizzolato”. Ministri leghisti presenti al Senato? Zero. Qualcuno lo fa notare e arriva Roberto Calderoli, i banchi della Camera sono semivuoti. Per fortuna è in visita Renato Brunetta. Siamo a un passo dal baratro, avvisa Mattarella, forse un “nuovo 1914”, ma ci arriveremo da sonnambuli. Passa il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, e saluta così: “Ci avvicineremo al baratro dolcemente e sorridendo”. Kaputt.
Una giornata che dovrebbe essere delle più alte finisce con gli sputi e le richieste di scuse, solidarietà. Tajani si presenta al Senato con il viso stravolto (ha passato la notte a limare il discorso con Meloni e Fazzolari) e a suo modo fa delle dichiarazioni importanti. Per tenere buona la Lega deve pattinare, dire che “è gravissimo e inaccettabile l’attacco russo sul territorio polacco, un’offesa all’area euro-atlantica”, ma deve aggiungere che “l’Italia farà la sua parte per la sicurezza dell’Ucraina e tengo a ribadirlo: non è all’ordine del giorno l’ipotesi di inviare militari in Ucraina”. Interviene su Israele e per la prima volta apre, dichiara che “siamo pronti a valutare”, non appena verranno presentate in Europa, “sanzioni a Israele”. Attacca Netanyahu che “è andato ben oltre la reazione proporzionata”. Siamo ancora al Senato. Per il M5s replica la senatrice Alessandra Maiorino e paragona Tajani a un influencer solo che le scappa la metafora e si lancia: “Lei si comporta come gli influencer prezzolati dalla propaganda israeliana”. E’ lo sparo di Sarajevo, ma della politica interna come miseria. La vicepresidente Licia Ronzulli, che comprende la gravità, di quel prezzolato, ovvero pagato da Israele, la interrompe immediatamente, la richiama. I riformisti del Pd afferrano per il braccio Tajani e gli sussurrano: “Prezzolato non sei, ma cominciamo a pensare che i 5 stelle li paghi tu”. Stefano Patuanelli, che è il capogruppo del M5s, da oggi, si staglia come primo ministro per eloquenza. Maiorino dice al Foglio: “Ho detto prezzolato ‘come’... E’ certo che Tajani non è pagato, lui la propaganda per Israele la fa gratis”. Tajani si dirige alla Camera e raduna i suoi: “E’ inaccettabile, in diretta televisiva, mi hanno definito prezzolato, pagato, corrotto, io che ho rinunciato a mezzo milione di buonuscita dopo aver lasciato i miei incarichi in Europa. E’ inaccettabile. Devo dire la mia, difendermi”. In Aula, il deputato siciliano Giuseppe Castiglione, di Forza Italia, nota con dolore: “Ho letto le parole di Mattarella, il suo avviso, quel suo rischiamo il baratro. Un tempo si sarebbe parlato solo di questo, del rischio di una guerra spaventosa e invece…”. Niente. Kaputt. Enzo Amendola, l’ex ministro degli Affari Europei, che ha vissuto la complessità del governo, è l’unico che vorrebbe dire a Tajani: “Caro Tajani, parla chiaro. Ripeti sempre che per l’Ucraina serve l’articolo 5 della Nato, ma l’articolo 5 della Nato guarda che non è un pranzo al sacco. Un ministro non può sempre ripetere ‘stiamo valutando l’opportunità di’ altrimenti ricorda la battuta, attribuita a Churchill, ‘un taxi vuoto si è fermato davanti al n. 10 di Downing Street: è sceso il primo ministro Attlee’. Tajani mi sembra Attlee”. Comincia a girare il video del “prezzolato” e partono le solidarietà. Forza Italia fa flotilla, Tajani ha il mal di mare dalla rabbia. Lo accompagna il capo di gabinetto, Francesco Genuardi, lo protegge il suo staff che racconta: “Sono anni pazzi, Tajani è un ministro esposto, dare del prezzolato aumenta l’isteria…”. Forza Italia, Gaza, l’Ucraina... E’ vero è “il ministro più sfigato della storia”. Pagato Tajani? Basta guardarlo in viso. Si scatena: “Darmi del prezzolato è inaccettabile, indicarmi al pubblico ludibrio è una vergogna. Difendo il mio onore e mi auguro che il M5s prenda le distanze da queste accuse infamanti”. Si perde così, nella polemica, anche questa sua formidabile frase riferita ai dazi, al potenziamento del suo ministero: “Sarò un ministro bicefalo, politico ed economico”. Gli replica con educazione il Pd e la capogruppo Chiara Braga: “State dando una prova di immobilismo, equilibrismo. Finora abbiamo ascoltato solo balbettii. Oggi su Israele siete timidamente pronti a valutare le sanzioni. Ma li votate o no?”. Il leghista Paolo Formentini si supera: “L’invito di Trump alla pace deve essere accolto”. Torna a rispondergli il M5s, con Ricciardi: “In Medioriente finanziate la macchina che alimenta il carnefice. A noi dispiace che lei si sia scaldato, noi glielo diciamo come la riteniamo, complice di un governo genocida. Lei dice che stiamo realizzando la futura classe dirigente palestinese. Ma come la state realizzando? Regalando la Pimpa in arabo?”. Sono rimasti Meloni e Tajani. Raccontano che di sera, prima di spegnere la luce, riflettono sul baratro: “In Italia abbiamo la Lega e Vannacci, dell’America non ci possiamo più fidare…”. Kaputt.