L'intervista

Vannacci, il vice di Salvini, contro il lodo Meloni per l'Ucraina: "Sarebbe guerra con la Russia"

Gianluca De Rosa

Il vicesegretario della Lega boccia l'idea del governo italiano per garantire la sicurezza dell'Ucraina in un eventuale accordo di pace tra Mosca e Kyiv

Ha ragione Giorgia Meloni, per garantire la sicurezza dell’Ucraina è necessario applicare a Kyiv l’articolo 5 della Nato, anche senza adesione formale al trattato dell’Alleanza Atlantica? “No, personalmente non sono d’accordo”. Contattato dal Foglio il generale Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario della Lega, non ci pensa nemmeno un secondo: la proposta italiana per garantire la sicurezza ucraina - portata dalla premier Meloni a Washington, dove è in corso l'incontro tra il presidente americano Trump, Zelensky e i leader dei Volenterosi - non lo convince. “Usare l’articolo 5 - dice Vannacci - non è tecnicamente possibile: non si può applicare l’articolo di un trattato a un paese che non aderisce a quello stesso trattato.  Soprattutto - scandisce il generale - una scelta del genere ci metterebbe di fatto in guerra con una potenza nucleare, la Russia”. Proprio per quello però sarebbe una garanzia forte alla sicurezza degli ucraini: davanti a qualsiasi nuovo attacco contro Kyiv ci sarebbe la certezza di una risposta fortissima. “E poi sapete che di fatto il rischio è la guerra nucleare?”, chiosa Vannacci.

 

E allora dall’incontro a Washington tra Trump, il presidente Zelensky e i capi di governo dei volenterosi, compresa Giorgia Meloni, cosa si aspetta? “Non credo ci saranno grandi risultati: la pace la negoziano Usa e Russia, la Ue non conta nulla”. E quindi i capi di stato europei dovranno solo ascoltare quel che Trump dice? “Senz’altro perché l’Europa non ha gli strumenti per fare nulla perché non è un’unione di nazioni forti, ma una tecnocrazia impreparata e incompetente nelle relazioni internazionale alla quale gli stati hanno, sbagliando, ceduto sovranità. A questo va aggiunto che la Ue ha tifato per la guerra a oltranza e dunque adesso che finalmente si parla di pace che ruolo vorrebbe avere?”. 

Quella di Vannacci è una versione estrema, ma che l’idea di utilizzare il coinvolgimento europeo e americano in caso di nuovi attacchi russi all’Ucraina dopo un’eventuale pace non piacesse alla Lega lo si era capito sin da questa mattina quando sui social il vicepremier e segretario Matteo Salvini ha pubblica una card con il volto di Papa Leone XIV. La didascalia firmata dal segretario della Lega recita: “Al contrario di Macron che propone di mandare i nostri figli a combattere in Ucraina, noi scegliamo di ascoltare le parole del Santo Padre e di lavorare per la PACE”. Un modo velato per dire: mai soldati italiani ed europei a garantire la sicurezza di Kyiv. 

Anche tra i leghisti di Montecitorio e Palazzo Madama d’altronde la convinzione è che Italia ed Europa debbano tenersi fuori dai destini dell’Ucraina. Dice un parlamentare del Carroccio che vuole restare anonimo: “Penso che questa vicenda sarà la certificazione che l’Europa è ormai uno strumento vetusto e inutile. Una casta di burocrati che è finalmente giunta l’ora di mandare via perché non serve più. Trump e Putin hanno già deciso, bisognerà accodarsi senza fissazioni guerrafondaie”. E però con Zelensky negli Usa sono andati anche il cancelliere tedesco Herz, il presidente francese Macron, Meloni, il capo del governo finlandese Stubb. “Non è che se metti insieme una banda di sfigati all’improvviso diventano ganzi”, conclude il parlamentare.

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