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Prima delle ferie Meloni attacca i pm: "Disegno per frenarmi perché c'è la riforma". E parte per la Grecia
La premier contro la magistratura dopo il caso Almasri. Il governo si interroga su come scudare Bartolozzi, capo di gabinetto di Nordio. E intanto la premier parte per un'isola greca con la sorella Arianna, Lollobrigrida e Giambruno
Prima di andare in ferie, in Grecia, manda al mare la magistratura. Giorgia Meloni dice di vedere “un disegno politico intorno ad alcune decisioni della magistratura e particolarmente a quelle che riguardano i temi dell’immigrazione”. Come se, accusa la premier in un’intervista al Tg5, “in qualche maniera si volesse frenare la nostra opera di contrasto all’immigrazione illegale”. L’accusa non è nuova, ma diventa densa visti i fronti aperti. A partire dal caso Almasri per il quale il Tribunale dei ministri ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano. Meloni sostiene che sia tutto “surreale”. Cioè l’archiviazione nei suoi confronti e l’azione verso gli altri tre esponenti del governo “che hanno agito a tutela e sicurezza del paese”. Per la prima volta la premier si spinge a motivare il perché di queste inchieste.
Ecco il j’accuse di Giorgia Meloni all’indomani delle carte inviate alla Giunta per le autorizzazioni della Camera: “Ovviamente a me non sfugge che la riforma della giustizia procede a passi spediti e ho messo in conto eventuali conseguenze”. Sarebbero dunque in corso, secondo la presidente del Consiglio, delle rappresaglie delle toghe nei confronti dell’esecutivo. Ovvero: piccoli e grandi segnali di resistenza in vista della riforma sulla separazione delle carriere. Se l’iniziale intenzione del governo era quella di tenere bassa la polemica, dopo queste parole tutto si accende e si illumina di nuovo. Lo scontro tra politica e magistratura è ormai nelle cose. Non sorprende dunque nemmeno il dossier confezionato da Fratelli d’Italia sulla vicenda Almasri nel quale si accusa il presidente dell’Anm Cesare Parodi di essere stato protagonista “di una vera e propria invasione di campo”. Perché aveva fatto riferimento al possibile coinvolgimento nel processo di Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del ministro Carlo Nordio. Riguardo al destino della dirigente apicale di Via Arenula il governo si interroga sulla possibilità di scudarla come gli altri esponenti finiti nel procedimento. Molto dipende dalle mosse della Procura di Roma, dai tempi e dall’eventuale tipo di accusa che le verrà mossa. E’ una vicenda che si muove sul filo delle leggi. La differenza la farebbe “il concorso” in omissione di atti d’ufficio che a quel punto spingerebbe Bartolozzi nel calderone con Piantedosi, Nordio e Mantovano. Con tutte le conseguenze e le difese del caso. Nella richiesta di autorizzazione a procedere si parla della versione del capo di gabinetto ritenuta “sotto diversi profili inattendibile e, anzi, mendace”.
Si studiano le carte, la vicenda è politicamente delicata. Ecco perché ieri Palazzo Chigi ha inviato il deputato Dario Iaia, membro della giunta per le Autorizzazioni, a leggere la parte corposa degli allegati alla richiesta di autorizzazione a procedere. Si tratta di oltre mille pagine piene di omissis visto che nella dinamica della vicenda Almasri sono coinvolti anche i vertici dei nostri servizi segreti che hanno partecipato alle riunioni più delicate. Dal fronte del Viminale fanno notare che i giudici confermano quello che Piantedosi aveva detto in Aula: dalla Libia non erano arrivate minacce durante la gestazione del rimpatrio. Ma il governo ha comunque analizzato la situazione anche sulla base delle relazioni dell’Aisi e ha pensato che ci sarebbero state sicuramente delle rappresaglie. Le opposizioni chiedono che Meloni vada in Aula, la premier oggi partirà per la Grecia in compagnia della figlia, dell’ex compagno Andrea Giambruno, della sorella Arianna e del di lei ex Francesco Lollobrigida, ministro plenipotenziario di FdI. Negata l’ipotesi Mykonos dove Meloni andò con un gruppo di amici quindici anni fa. Caccia all’isola greca presidenziale. Prima tappa di un tour di relax che passerà anche dalla Puglia, ma niente masseria a Ceglie Messapica come gli scorsi anni.

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