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Passeggiate romane

Schlein pensa al voto online alle primarie. Torna l'idea del Congresso?

La segretaria dem riaccende i sospetti su un congresso anticipato. Intanto il partito affronta tensioni interne e sfide elettorali in vista di regionali e possibili comunali a Milano

Di congresso anticipato del Partito democratico non si sente più parlare. Eppure c’è un indizio che fa pensare che questa ipotesi, presa in considerazione dalla segretaria Elly Schlein qualche mese fa, non sia del tutto tramontata. La leader del Pd infatti avrebbe chiesto ad alcuni esperti del settore di studiare un sistema per le primarie online. Sia bene inteso, i gazebo non spariranno, perché ormai fanno parte della tradizione dem e sono un modo per dimostrare che il Partito democratico ha ancora un “popolo”, una “base”. Ma al metodo classico sarà affiancato quello più moderno del voto online per permettere a un numero maggiore di persone di poter votare alle primarie. Il fatto che al Nazareno si stia pensando così in anticipo alle primarie ha fatto sorgere ad alcuni il sospetto che il Congresso non sia poi così lontano… Questa mossa peraltro stopperebbe la possibilità di candidature alternative. Inclusa quella più temuta da Schlein di Pina Picierno, la quale ha sempre negato di puntare alla segreteria, ma i franceschiniani, che la conoscono bene, visto che prima la vicepresidente del Parlamento europeo apparteneva alla loro corrente, continuano a dire che “Pina ci sta facendo un pensierino”. Sarebbe il modo, a loro avviso, per crearsi una corrente “propria” e affrancarsi da Stefano Bonaccini con cui i rapporti ormai sono alquanto tesi.


Chiaramente, prima delle assise nazionali del Pd vengono le elezioni regionali. Al Partito democratico si guarda a quegli appuntamenti con minore ottimismo rispetto a un mese fa. Questo perché nelle Marche, dove si dava per certa la vittoria, i sondaggi dicono che tra Ricci e Acquaroli è testa a testa. Come se non bastasse, ci si è messo anche il governatore della Calabria Occhiuto a complicare le cose con le sue dimissioni. Al Pd della regione vogliono lì in candidato dem ma corre voce che il partito nazionale è disposto a cedere quel posto al Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte se convincesse Pasquale Tridico a candidarsi. Peraltro in quella regione il M5s è veramente molto forte dal punto di vista elettorale.

E a proposito di elezioni, c’è il problema di Milano. E’ vero che Giuseppe Sala non si è dimesso. Ma potrebbe farlo se si arrestasse il progetto del nuovo stadio, che per ora è rinviato a settembre. E a quel punto si dovrebbe andare al voto. Pierfrancesco Majorino sta scaldando i motori da tempo e la segretaria Elly Schlein lo sostiene. I centristi della coalizione però hanno mandato un messaggio al Nazareno: se scenderà in pista un esponente così caratterizzato a sinistra loro non saranno della partita. E il Partito democratico nel capoluogo lombardo non può permettersi di rompere con l’ala moderata del centrosinistra perché a Milano quei voti contano. Per questa ragione negli ultimi giorni sta circolando un nuovo nome, sempre pd, che soddisferebbe i centristi, quello dell’ex sindaco di Bergamo Giorgio Gori.