
Il caso
La Calabria è una grana per il campo largo. E Occhiuto pensa a una sua lista per le regionali
Pd e M5s colti di sorpresa dalle dimissioni del governatore di Forza Italia. I grillini rivendicano il candidato
La prima reazione non è stata reazione. A 24 ore dalle dimissioni a sorpresa del governatore della Calabria Roberto Occhiuto il campo largo appare abbastanza disorientato. La mossa del governatore di Forza Italia, indagato per corruzione, di lasciare per ripresentarsi in autunno più forte di prima appare più come un problema per il centrosinistra che un’opportunità. Innanzitutto Pd e M5s dovranno trovare una linea di comportamento davanti all’ennesimo caso di un’inchiesta giudiziaria che irrompe nella politica. Superato con sudore l’esame di Matteo Ricci nelle Marche, il Pd di Schlein si ritrova a parti inverse a gestire una nuova campagna elettorale con l’alleato grillino che spara a palle incatenate contro il forzista. Eppoi c’è la prospettiva del racconto: l’idea del 4-1 per il campo largo alle prossime elezioni regionali viene mitigata dall’innesto della sfida in Calabria e da un probabile, nel migliore dei casi per Schlein e soci, un 4-2. Occhiuto infatti è convinto di vincere a mani basse. (segue nell’inserto XVI)
Come Zaia (forse) il vicesegretario di Forza Italia è intenzionato a presentare una lista Occhiuto. Un modo per blindarsi all’interno della sua maggioranza in questo “reset”, motivato come scossa a una regione paralizzata dall’inchiesta giudiziaria. La lista Occhiuto non sarà certo un favore a Forza Italia, a cui potrebbe drenare voti, ma potrà essere vista anche come un avviso agli alleati che almeno a parole sono stati dal primo al fianco dell’azzurro.
Ieri poi il partito guidato da Antonio Tajani si è stretto intorno al governatore dimissionario agli stati generali del sud a Reggio Calabria per restituire un senso di unità. Occhiuto dice che la mossa di lasciare è stata concordata nei giorni scorsi in gran segreto con i leader della coalizione, a partire da Giorgia Meloni. Altre voci dentro a Forza Italia raccontano che Tajani abbia appreso la decisione di mollare del governatore poco prima del post sui social network. Dettagli e sfumature perché il centrodestra è convinto di succedere a se stesso in Calabria senza particolari sforzi: gioca d’anticipo, ha una macchina rodata, potrà gestire questi pochi mesi di campagna elettorale da una posizione di forza. Tutto sembra facile dalle parti di Occhiuto soprattutto perché le opposizioni sono state colte di sorpresa. Da ieri il Pd è riunito in cabina di regia permanente gestita da Igor Taruffi, braccio destro di Schlein, che si coordina con il segretario regionale Nicola Irto e il deputato Nico Stumpo, uomo forte della sinistra in Calabria. Al momento non c’è un nome su cui le opposizioni vogliono puntare: tutte le suggestioni servono solo a bruciare i profili papabili.
C’è però un’indicazione: il candidato questa volta non dovrà essere un civico appartenente alla società civile come accaduto alle ultime regionali, ma un politico. E qui c’è da un dato da ricordare: il M5s alle ultime europee in Calabria ha superato il Pd e alle politiche risultò essere il primo partito sfiorando addirittura il 30 per cento. Gli uomini e le donne più vicini a Conte definiscono la sfida proibitiva ma è probabile che alla fine il nome dello sfidante di Occhiuto sarà espresso proprio dal M5s. Teoria che fa storcere il naso a Fratoianni, per esempio, convinto che alla fine la logica della coalizione debba permettere a tutti i partiti di esprimere a turno un candidato come accade nel centrodestra.
Inchiesta che lasci, inchiesta che trovi. Perché le Marche continuano a essere l’epicentro della prossima tornata elettorale. Ieri sono state attraversate da Matteo Salvini e da Elly Schlein. Il primo è in tour per cercare di alzare il più possibile la lista della Lega: come sempre ormai il derby con Forza Italia per il secondo posto spinge il Carroccio alla mobilitazione. La seconda, la leader del Pd, si è fatta vedere con il candidato Matteo Ricci, fresco di benedizione contiana dopo gli interrogatori. Anche i leader di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, hanno presentato le liste con l’europarlamentare del Pd ed ex sindaco di Pesaro.
Il centrodestra punta tutto sul presidente uscente Francesco Acquaroli ed pronto a trasferirsi ad Ancona lunedì prossimo per un’iniziativa a cui parteciperà la premier Giorgia Meloni con i vice. La linea nelle Marche è quella di non attaccare Ricci sull’inchiesta, ricordando gli attacchi del Pd e del M5s a esponenti di destra finiti nei guai con la giustizia. Sullo sfondo la convinzione di Meloni: mettere in sicurezza le Marche, che voteranno a fine settembre, significa dare una spinta a tutte le altre regionali.
