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Assedio a Sala. La difesa del sindaco: "Le mie mani sono pulite". Si dimette l'assessore Tancredi
Tg e dirette per assistere all'intervento del sindaco. In tribuna assistono i senatori Malpezzi e Scalfarotto e la segretaria del Pd lombardo Roggiani. Della Lega c'è Sardone. Un “poliziotto" per prendere il posto del titolare all'Urbanistica, che ha annunciato le dimissioni
Milano. Entra in politica il giorno che potrebbe uscirne. Beppe Sala si difende. Beppe Sala sta per perdere il suo assessore. Beppe Sala resta sindaco di Milano. Fino a quando? Tg, dirette, la sala stampa di Palazzo Marino stipata come fosse l’elezione del presidente della Repubblica. Da Libero viene il direttore Mario Sechi ad ascoltarlo: “Oggi mi diverto”. Il modello Milano resiste. Forse.
Il primo a parlare è Sala. "Le mie mani sono pulite, ho sempre agito per gli interessi dei cittadini", ha detto il sindaco. "Ho pensato seriamente, e ne ho parlato con la famiglia, alla possibilità di non andare avanti. Sono 16 anni che ho dato professionalmente e umanamente tutto quello che ho per Milano - ha aggiunto il primo cittadino - e, se trovo ancora motivazione ed energie non è per mia soddisfazione personale, ma per un motivo molto semplice, per l'insegnamento avuto da mio padre: quando capii che non avrei seguito le sue orme, mi disse 'scegliti il lavoro che vuoi ma ricordati che io ti guarderò e voglio essere certo che stai facendo il tuo dovere'".
“Certa politica, oltre ad assumere comportamenti sgraziati e fin maleducati, sta commettendo un grande errore”, ha proseguito il sindaco di Milano. Poi, rivolgendosi “a una parte dell'opposizione, non a tutta”, Sala ha avvertito: “Se vi abbandonate a gesti plateali e a schiamazzi d'aula per avere una foto in cronaca locale potete raggiungere il vostro scopo, non c'è dubbio. Se lo fate nella speranza di destabilizzarmi non c'è altrettanto dubbio che non avete alcuna possibilità. Nella mia vita ho affrontato problemi cento volte più gravi, cose del genere non producono nessun effetto su di me".
Ha poi lanciato un appello alla maggioranza in Consiglio comunale: “Guardiamo al compito che ci siamo assunti verso Milano nel momento in cui siamo stati eletti (due volte). Noi, nessun altro, abbiamo il dovere di mantenere gli impegni assunti nei confronti degli elettori e delle elettrici". Un compito che il sindaco ha riassunto come quello di “far crescere Milano su una strada che tenga insieme le ragioni dello sviluppo e del sostegno a chi fa fatica. Questo è il senso della nostra politica". Sala ha dunque invitato i consiglieri di maggioranza anche a “essere consapevoli e anche orgogliosi del nostro percorso. Per quello che ci è stato dato fare con gli strumenti finanziari che abbiamo avuto a disposizione, abbiamo agito sempre nella direzione di apertura al progresso. Sfido chiunque a trovare una voce di bilancio che non abbia questo segno o che non sia stata indirizzata con questo intento. In questi anni i bilanci li abbiamo fatti assieme. E li abbiamo approvati assieme. Le scelte che abbiamo compiuto sono nel segno di tutte le grandi città nazionali e internazionali governate dai progressisti", ha proseguito.
Certamente la velocità a cui corre Milano necessita di “correzioni continue e non tutto ciò che abbiamo tentato ha il crisma della perfezione. Ci mancherebbe! – ha riconosciuto il sindaco– Ma dobbiamo osservare la traiettoria storica che Milano ha preso sotto le tre sindacature di centrosinistra, oltre che del fenomeno Expo: e, secondo me, si tratta della via più adatta di sviluppo per una città che da sempre ha espresso una vocazione di apertura e una capacità attrattiva e di dialogo continuo con il mondo. E facendo della collaborazione tra pubblico e privato una virtù".
Nel suo discorso, il sindaco ha parlato dello "sviluppo di una città che si sta facendo metropoli e che compie un processo di trasformazione comune a molte realtà dello stesso tipo, in Europa e nel mondo" e di problemi – dalla sicurezza alla mobilità, dal costo della vita e dell'abitare alla cura del verde – strutturali a cui la politica deve proporre risposte, che divergono a seconda dell'indirizzo della politica stessa: e noi del centrosinistra abbiamo conferito un indirizzo decisamente progressista a ciascuna problematica”, ha detto Sala.
Dopo è stata la volta di Giancarlo Tancredi, l’assessore all’Urbanistica che ha annunciato le dimissioni: "La mia coscienza è pulita. Sarà interessante vedere, tolto di mezzo l'assessore alla partita caduto in disgrazia, e ancora in assenza di quella legge nazionale di riforma organica complessiva di cui ho sempre auspicato la definizione e l'approvazione, come cambiera' 'l'urbanistica di Milano' se mai abbia un senso questa definizione", ha sottolineato nel suo intervento. “Concludo ringraziando la mia famiglia, chi mi è stato vicino, gli amici e le amiche, i tantissimi attestati di affetti e stima che in parte compensano la grande amarezza della profonda delusione di questi giorni", ha chiosato.
Il nodo è lo stadio di San Siro da vendere. Si cerca già il sostituto di Tancredi ma in Comune dicono: “Non lo vuole fare nessuno, nessuno vuole prendere il suo posto”. 74 indagati, odore di ghigliottina. Per il Pd dovrebbe esserci la segretaria del Pd lombardo, Silvia Roggiani (sono presenti in tribuna i senatori Malpezzi e Ivan Scalfarotto). Della Lega c'è la vicesegretaria Silvia Sardone che dice: "Il Pd usa Sala come capro espiatorio".
Fuori dal Palazzo una pattuglia di milanesi che lottano per il diritto alla casa. Si parla di un super assessore all’urbanistica, che dovrebbe in pratica collaborare con la Procura. Un poliziotto al posto di un architetto. Il modello Milano è già materia di secondini, il manganello ha già preso il posto della matita.
La diretta da Palazzo Marino



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