Daniela Santanchè (Ansa)

L'estate della pitonessa

Cade un'accusa su Visibilia srl. Santanchè: “Sono combattiva. Non voglio la prescrizione”

Ruggiero Montenegro

Per i pm di Milano c'è il "rischio prescrizione". La ministra del Turismo si lascia alle spalle un inverno complicato e rilancia: "L’allungamento del processo non dipende da me, ma da come vengono scritti i capi di imputazione.  Quello che voglio è l’assoluzione"

“Sono tranquilla, come sempre. E sono combattiva”, dice Daniela Santanchè. Dopo un inverno complicato, traballante, la ministra del Turismo rilancia. Le mozioni di sfiducia, il fuoco amico, le prese di distanza e le richieste di dimissioni sono alle spalle. Non è lei adesso il bersaglio da colpire nella maggioranza. Ieri Santanchè ha portato a casa un piccolo risultato: è caduto un capo di imputazione su Visibilia srl. Nel corso del processo per presunto falso in bilancio, il Tribunale di Milano ha accolto la richiesta della difesa, dichiarando “nulla” l'accusa che riguardava l’azienda legata alla Pitonessa per “indeterminatezza” della formulazione. Il procedimento andrà avanti per la stessa ministra e gli altri imputati. Ora toccherà alla procura riformulare un’accusa “meno carente” su Visibilia srl. Ma intanto, tra le proteste della pm Marina Gravina (c’è il rischio “prescrizione”), il procedimento riprenderà il 16 settembre.  

Lei, la ministra, la prende così: “E’ una bella giornata? Non è bella né brutta. Io sono neutra rispetto a questa decisione. Ma insomma, mi sembra che si stia vedendo che un po’ di pasticci ci sono stati”, dice al Foglio Santanchè. Risponde dal Foro italico. Ha appena partecipato alla conferenza stampa di presentazione dei  Mondiali di sci nautico che si terranno a fine agosto.  “Deve essere chiaro – aggiunge Santanchè –  che l’allungamento del processo non dipende da me e dalla mia difesa. Dipende da come vengono scritti i capi di imputazione. Io invece avrei voluto andare avanti, perché quello che voglio è l’assoluzione. Mica la prescrizione”. Sono parole che la titolare del Turismo, per convinzione e forse anche per necessità, ha ribadito più volte anche nei mesi scorsi. Del resto di Santanchè e giustizia si parla ormai da parecchio. Almeno dall’estate del 2023, quando si era diffusa la notizia delle indagini su Visibilia, l’azienda fondata dalla responsabile del Turismo italiano. Poi si è aggiunto il filone sulla presunta truffa all’Inps per l’utilizzo della cassa Covid (l’udienza preliminare è stata rinviata a ottobre). Così Santanchè era diventata l’anello debole del governo Meloni. Il principale bersaglio delle opposizioni, che non senza ragioni ne chiedevano la testa, ricordando tutte le volte – parecchie – in cui era stata la ministra a chiedere le dimissioni di qualcuno. E come in un sorta di contrappasso, anche dalle parti della sua maggioranza, nessuno (o quasi) si era speso con convinzione per difenderla. Anzi, i Fratelli d’Italia sono stati timidi. L’amico Ignazio La Russa, per dire, ci è andato cauto. In Transatlantico a un certo punto si faceva già il nome del suo successore, quello di Gianluca Caramanna – deputato romano, vicino a Giorgia e Arianna Meloni. Consigliere al dicastero del Turismo, veniva considerato quasi una sorta di ministro ombra, quantomeno un commissario. Si diceva anche che la premier fosse pronta a scaricarla. “Un rinvio a giudizio non è necessariamente motivo di dimissioni. Ma c’è sicuramente una riflessione da fare. Va valutato l’impatto del provvedimento sul lavoro della ministra. E’ una valutazione che va fatta con Santanchè e che forse deve fare soprattutto Santanchè”, spiegò a gennaio Meloni con parole che a molti parvero come il minimo sindacale – dopo giorni di imbarazzato silenzio – più che una convinta difesa. E quando qualche settimana dopo, il 25 febbraio, si discusse per la seconda volta la mozione di sfiducia (la prima risale ad aprile 2024), non si ricordano interventi energici in suo sostegno dai big del centrodestra. 

Non tirava insomma una bella aria dalle parti della Pitonessa. Che oggi tuttavia non recrimina nulla, sorvola: “Il mio partito è sempre stato garantista, non ho alcun appunto da fare a nessuno. Sono assolutamente serena e poi sono certa che la verità verrà fuori”, ci dice ancora Santanchè. “E’ ovvio che ci vuole del tempo ed questo è l’unico mio dispiacere. Avrei preferito tempi più rapidi”. La ministra non vede l’ora di voltare pagina – non è detto che ci riesca. I processi faranno il loro corso. Ma intanto l’aria sembra cambiata, Santanchè ha resistito alle pressioni, pure quelle di qualche giornale amico, si è presa una piccola rivincita. E se l’estate scorsa finanche i balneari scioperavano, quest’anno per la donna “del Twiga e del Billionaire”, come lei stessa si è definita, sarà forse un agosto meno concitato. La tempesta è ormai placata? “Mi guardo allo specchio e so chi sono. Per questo che sono tranquilla e combattiva. Io – la ministra ci saluta così – voglio andare avanti”. Se ne riparlerà a settembre. 
 

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