L'indiscreto

L'incontro segreto fra Calenda e Rosato con Bignami al gruppo di FdI

Simone Canettieri

Il faccia a faccia al quinto piano della Camera martedì: il senatore, accompagnato dal suo braccio destro, ha incontrato il capogruppo di Fratelli d'Italia. Tutti i puntini che uniscono Carlo e Giorgia

La visita della coppia non è passata inosservata. Carlo Calenda e il braccio destro Ettore Rosato l’altro ieri pomeriggio hanno fatto capolino al gruppo di Fratelli d’Italia al quinto piano della Camera. Nonostante la discrezione chiesta dal leader di Azione, la notizia si è subito diffusa nel Palazzo. Ad attendere i due c’era il capogruppo di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami. E subito le ricostruzioni su questo incontro segreto, che il Foglio è in grado di svelare, sono impazzite come palline di un flipper.  Sul rapporto fra Calenda e il partito di Giorgia Meloni ormai c’è una discreta letteratura: la leader che va al congresso di Azione, l’ex ministro che annuncia di non presentare una lista nelle Marche allontanandosi più che altro dal campo largo del dem Matteo Ricci e addirittura i fantascenari di un sostegno della destra a Roma a favore della candidatura di Calenda a sindaco. Insomma, di tutto di più. Ecco perché l’incontro dell’altro giorno con il capogruppo di FdI, Bignami, ha assunto subito un sapore gustoso. Le due delegazioni davanti a un caffè potrebbero aver parlato di temi e di leggi, magari. Tipo del sostegno dei meloniani alle proposte di legge calendiane su energia e impresa 4.0.

Rosato ci scherza su: “Non ero io, vi siete sbagliati con il sottosegretario Andrea Delmastro che dicono tutti somigliarmi”. Anche questo fa parte del gioco, certo. Di sicuro il rapporto fra Carlo e Giorgia, entrambi romanissimi seppur dai percorsi politici e personali opposti, c’è ed forte. Un punto di contatto non banale riguarda per esempio la prossima legge elettorale: se passasse un modello tipo elezioni regionali con l’indicazione del candidato premier a nome della coalizione, il leader di Azione farebbe faville. Perché questo scenario gli permetterebbe di distinguersi da un’alleanza larghissima di centrosinistra guidata da Elly Schlein con dentro di tutto (da Avs a Iv, passando per il M5s). E così la soglia di sbarramento del 4 non sarebbe più un tabù. Per questo c’è tempo. Ma intanto resta un dubbio: cosa si saranno detti l’altro giorno Calenda e Rosato con Bignami? 
 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.