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picconate green

Perché l'assalto alla centrale eolica è un esempio di ecoterrorismo 

Jacopo Giliberto

Operai aggrediti e opere distrutte a colpi di pala e piccone. Dopo gli attacchi della settimana scorsa, per molti dei progetti rinnovabili in Italia sarà difficile trovare imprese disposte a lavorare sui cantieri dell’energia pulita. Quando il luddismo si traveste da ecologismo

Come previsto torna l’ecoterrorismo, quando il luddismo si traveste con la bandiera verde dell’ecologismo. La settimana scorsa sono stati condotti due attacchi violenti contro le fonti rinnovabili d’energia. Una cinquantina di persone incappucciate e armate di picconi e coltelli hanno terrorizzato gli operai e i boscaioli che lavoravano alla costruzione di una centrale eolica formata da 7 eliche sul ventosissimo Monte Giogo del Villore, nel Mugello a fianco del passo del Muraglione fra la Toscana e la Romagna, in comune di Dicomano. La centrale in costruzione è della municipalizzata Agsm di Verona. A colpi di pala e piccone hanno distrutto alcune opere. Dopo l’aggressione, per precauzione, i mezzi di cantiere sono stati spostati 8 chilometri più lontano. E’ passato un giorno e i sedicenti ribelli della montagna hanno percorso sentieri oscuri fra i monti e hanno minacciato ancora gli operai; appena i carabinieri hanno lasciato il cantiere, nel crepuscolo i luddisti sono usciti dal bosco e hanno distrutto un gran numero di betoniere, scavatrici, ruspe. Chi conosce i costi delle macchine da cantiere – centinaia di migliaia di euro l’una - ha un’idea dell’entità economica dei danni. Il cantiere resterà fermo a lungo. Aggressioni simili erano accadute l’anno scorso in Sardegna. Dopo questi eventi violenti, per molti dei progetti rinnovabili in Italia sarà difficile trovare imprese disposte a lavorare sui cantieri dell’energia pulita. Idrocarburi fossili vincono 1-0 contro le fonti rinnovabili.

Chi è stato? I passamontagna di color nero-anarchia sono trasparenti: la settimana scorsa, annunciato da volantini di carta e da convocazioni via Telegram, nel bosco si è riunito il movimento Siamo Montagna. Ecco alcuni eventi in programma al Campeggio di Lotta. Giovedì 3 luglio “chiacchiera sui vari metodi e approcci alle lotte boschive”; venerdì 4 luglio discussione sui legami tra guerra e infrastrutture; sabato 5 luglio mobilitazione contro il progetto; domenica 6 luglio assemblea sulle prospettive di lotta. Dichiarazione dei campeggiatori luddisti sulla prima aggressione: “Con picconi e zappe abbiamo riportato l'acqua sopra la strada forestale con l'augurio che possa ancora nutrire la terra e le marronete”. C’è anche un documento politico, intitolato “Crinali Ribelli, disarmiamo l’eolico in Mugello”, pubblicato dalla rivista Nunatak, il quale in sei pagine indica le infrastrutture da colpire (l’eolico ma anche il metanodotto della Snam, l’alta velocità tra Bologna e Firenze, l’autostrada A1 e così via) e conclude: “Se vogliamo disertare la guerra e destituire il mondo che la rende inevitabile, dobbiamo disarmare le sue infrastrutture”.

Nel Mugello si ripete quanto era accaduto 180 anni fa in Inghilterra con l’arrivo della nuova diabolica invenzione, il treno, i cui cantieri venivano assaltati e i primi convogli venivano colpiti da sassaiole. Cioè si ripete l’opposizione luddista e misoneista con cui la borghesia intellettuale si oppone contro l’evoluzione della società e guarda indietro verso un passato immaginario, età infantile dell’oro minacciata dall’orrore della tecnologia e dell’artificiale. Lo schema si ripete negli imbrattatori del clima e perfino nelle frange estreme tedesche che potrebbero essere definite Grüne armee fraktion. Un cenno alla Germania. Tadzio Müller, già referente della Fondazione Rosa Luxemburg e cofondatore del gruppo Ende Gelände, in diverse interviste ha affermato che “si verificheranno molti atti violenti contro beni materiali come veicoli fuoristrada, cantieri autostradali o centrali elettriche a gas”. Ecco fatto.
 

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