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il tormentone
Con lo Ius scholae Tajani manda in tilt anche Forza Italia
Il leader azzurro rispolvera l'idea di concedere la cittadinanza dopo 10 anni di studio, ma nel partito si temono problemi con le altre forze di maggioranza. Giro di voci tra i forzisti, tra imbarazzi e inviti al realismo
Lo scorso agosto teneva in braccio una bambina dello Zambia, quest’anno girerà gli ospedali puntando sulla sanità, ma il chiodo di Antonio Tajani resta quello: lo Ius scholae (alias Ius Italiae). Per il leader di Forza Italia è ormai un tormentone estivo. “Abbiamo presentato il ddl in Parlamento. Con calma, lo porteremo a casa”, ha detto giovedì in Senato. Poco prima, il portavoce forzista Raffaele Nevi si era detto “pronto ad approvare lo Ius scholae anche con le opposizioni”.
Come ogni tormentone, ecco il ritornello di Lega e FdI: “La legge sulla cittadinanza per noi va bene così”. L’opposizione si apre al dibattito, mentre il resto di FI non balla. Anzi, si mette all’angolo come chi vorrebbe scendere in pista, ma ha qualcosa di più grande in testa a frenarlo.
Il rilancio dell’idea di concedere la cittadinanza dopo 10 anni di studio sembrerebbe un tentativo da parte di Tajani di dare un segnale alla famiglia Berlusconi. A febbraio la figlia del Cav., Marina, aveva detto al Foglio che sul tema “servono piccoli passi in avanti” e che “posizioni troppo drastiche e ideologiche non fanno che generare eccessi in senso opposto”. Eppure, al referendum il quesito sulla cittadinanza è stato un flop, e la stessa FI aveva invitato gli elettori a preferire la spiaggia alle urne.
“Evidentemente Tajani ha avuto l’esigenza di riportare il tema al centro dell’azione politica di FI”, dice al Foglio il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, che su queste pagine dopo il referendum si augurava che il partito evitasse ulteriori fughe in avanti sulla cittadinanza. “Bisogna fare i conti con la realtà. C’è un calendario serrato in Parlamento. I tempi non ci sono”. E poi, sottolinea, “non avrebbe i numeri per passare. Quindi preferisco concentrarmi su defibrillatori e malanni della sanità”. Il rischio, d’altronde, è che il rispolvero della proposta porti più danni che benefici alla maggioranza. “Va trovata una mediazione nel centrodestra”, ci dice ancora Mulè, che vede nel sostegno delle opposizioni una strategia per “seminare zizzania”. Dello stesso avviso è anche la senatrice di FI Licia Ronzulli: “La sinistra cerca di usare l’arma di distrazione di massa dello Ius scholae, che non è all’ordine del giorno”.
Interpellato dal Foglio, il deputato Alessandro Cattaneo preferisce soprassedere. Lo stesso fanno altri forzisti, forse per evitare di mettere in chiaro un certo scetticismo. Se non per il merito della proposta, quantomeno per il tempismo del segretario. “Non c’è stato nessun rilancio – minimizza infine Maurizio Gasparri – un giornalista voleva mettere zizzania e ha fatto una domanda a Nevi, ma si è trattato solo di una battuta occasionale. Noi ci stiamo occupando di giustizia e fine vita. Di cittadinanza se ne è parlato abbastanza”.