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L'aumento dei pedaggi autostradali diventa un caso nella maggioranza. Salvini: "Ritirare l'emendamento"
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture chiede un passo indietro ai relatori dei partiti alleati. Parte lo scaricabarile sulla norma che rincara le tariffe dal primo agosto. Le opposizioni: "Meloni tassa le ferie degli italiani"
La notizia era troppo ghiotta per non scatenare un putiferio: un emendamento al decreto Infrastrutture firmato dai relatori di tutte le forze di maggioranza prevede un aumento dei pedaggi autostradali per auto, moto, Suv e furgoni dal primo agosto. Così, dopo la pubblicazione di un articolo sul sito del Sole 24 ore, da questa mattina tutti i partiti di opposizione si sono fiondati come le api sul miele su una polemica servita su un piatto d'argento. Ma se la reazione delle opposizioni era prevedibile, la spaccatura nella maggioranza un po' meno.
Difficile intestarsi una battaglia sull'aumento dei pedaggi autostradali, tanto più in piena estate. Anche per questo fonti parlamentari del centrodestra si sono affrettate a spiegare che sulla decisione ci sono state voci divergenti tra gli alleati di governo. In particolare, Fratelli d'Italia ha fatto sapere di aver accolto con un certo disappunto l'emendamento al decreto oggi all'esame della Camera, che sarebbe stato voluto soprattutto dalla Lega. Versione che al Carroccio non è andata giù. Ed ecco allora la mossa di Matteo Salvini: chiedere con una nota ufficiale agli alleati di ritirare l’emendamento.
Nel dettaglio, la proposta prevede che il canone annuo che le concessionarie autostradali versano ad Anas sia integrata di "un ulteriore importo, calcolato sulla percorrenza chilometrica, pari a 1 millesimo di euro a chilometro per le classi di pedaggio A e B e a 1 millesimo di euro a chilometro per le classi di pedaggio 3, 4 e 5".