
(foto Ansa)
Tra i due poli
Verso il centro? Il libdem Marattin traccia una possibile road map dopo la nomina al governo dell'ex Cisl Sbarra
Nel Pd si pensa alla "tenda riformista", i calendiani guardano a un centro liberale con chi ci sta, i Libdem si definiscono indipendenti da destra e sinistra
Una volta innalzata, la tenda riformista, dice Marattin, " vuole comunque andare a formare una proposta politica – da una posizione fortemente minoritaria – con chi vuole abolire il Jobs Act, con chi vede meritocrazia, mercato e nucleare come tre bestemmie, con chi sogna ancora l’antiamericanismo dei cortei anni Settanta, con chi vuole la patrimoniale e considera il ceto medio come una massa di privilegiati. Con costoro è impossibile formare una proposta politica coerente per il governo del paese. Così com’è impossibile farlo con Salvini, Vannacci, Borghi e Bagnai”.
Il centro indistinto, i centri fantomatici, i movimenti al centro, la “tenda riformista” al centro della sinistra, il centro liberaldemocratico in cerca di autore (o autori) nella landa contendibile tra un polo e l’altro: se ne parla sottotraccia e in chiaro da mesi, con frequenza direttamente proporzionale all’avvicinarsi delle scadenze elettorali. Intanto, un fatto: la nomina “da indipendente” dell’ex segretario generale Cisl Luigi Sbarra a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con le deleghe per il Sud da parte della premier di centrodestra Giorgia Meloni. Che cosa significa questa nomina per i multiformi centristi? Chiediamo intanto a Luigi Marattin, deputato ex renziano e cofondatore del neonato partito LibDem (che si definisce indipendente da destra e da sinistra), se questa nomina, a suo avviso, apre nuove prospettive per un eventuale centro liberale o se, al contrario, può produrre un effetto di arretramento.
“Conosco e stimo Luigi Sbarra, come tutto il gruppo dirigente nazionale e locale della Cisl”, dice Marattin: “In questi anni hanno dimostrato sul campo di saper difendere i lavoratori senza aderire all’approccio demagogico e populista della Cgil. Sbarra è entrato nel governo come indipendente, non come organico a uno dei partiti del centrodestra. Noi vediamo la sua nomina come un’occasione per far nascere in prospettiva un’area politica fuori dalle curve ultrà, che sappia dare rappresentanza a quel pezzo di paese che non ne può più del massimalismo, della demagogia e del populismo”. Fatto sta che, al congresso dei Libdem, sabato 28 giugno, nei pressi diBologna, annuncia Marattin, ci sarà la nuova segreteria Cisl Daniela Fumarola. Intanto, da Azione (per esempio per bocca di Giulia Pastorella, deputata e vicesegretaria, intervistata qualche giorno fa da questo giornale), si guarda apertamente a una “coalizione dei volenterosi” con chi ci sta, verso un ipotetico centro liberale. Passo avanti? “Noi non commentiamo più le parole, di quelle ce ne sono state fin troppe e da tutte le parti”, dice Marattin. “Noi diciamo sempre la stessa cosa: siamo disposti a lavorare a un’unica offerta politica per le elezioni del 2027, con chiunque abbia queste tre caratteristiche: avere una visione di società di stampo liberal-democratico, essere alternativo a entrambi i poli, e avere contendibilità della leadership. Lo abbiamo sempre detto e non cambieremo idea. Ma di commentare le parole ci siamo stancati, preferiamo i fatti”. Anche nel centrosinistra si parla di centro – e di “tenda riformista”. E non ne parla soltanto l’ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi (che pensa a una chiave “blairiana”).
C’è da tempo il guru dem Goffredo Bettini che sostiene l’idea di un gamba centrista. E c’è in campo l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. Cambierebbe qualcosa per i Libdem, se la tenda riformista venisse davvero innalzata? “No, non cambierebbe nulla”, è l’idea di Marattin, “perché, una volta innalzata, questa tenda vuole comunque andare a formare una proposta politica – da una posizione fortemente minoritaria – con chi vuole abolire il Jobs Act, con chi vede meritocrazia, mercato e nucleare come tre bestemmie, con chi sogna ancora l’antiamericanismo dei cortei anni Settanta, con chi vuole la patrimoniale e considera il ceto medio come una massa di privilegiati. Con costoro è impossibile formare una proposta politica coerente per il governo del paese. Così com’è impossibile farlo con Salvini, Vannacci, Borghi e Bagnai”. Quindi qual è la road map per i Libdem per l’estate-autunno imminenti? “Sabato 28 e domenica 29, a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, terremo il nostro primo congresso nazionale. In questi giorni migliaia di iscritti si stanno riunendo per votare i delegati e la mozione presentata. Siamo nati cento giorni fa, ma siamo già presenti in tutta Italia con nuove adesioni ogni giorno”. Chi sono i nuovi aderenti? “Amministratori locali, disillusi del bipolarismo, semplici cittadini. A inizio autunno terremo anche i congressi regionali e provinciali, perché nel nostro partito i territori non sono la provincia dell’impero, ma cuore del protagonismo politico”. E poi? “In autunno e in inverno spero si possa aprire il cantiere del nuovo Terzo Polo. Ma per carità non chiamiamolo così: la prima cosa da fare sarà non ripetere gli errori che hanno portato alla sua fine, cioè il più grande atto masochistico della recente storia politica italiana”.


l'editoriale del direttore
Di fronte alla minaccia degli ayatollah riecco la sinistra del “sì, però”
