
Il caso
Terzo mandato, il poker di Meloni: "Così il Pd va in tilt in Puglia e Campania"
La premier manda Lollobrigida e Donzelli a parlare con Calderoli: "Apertura al tris dei governatori". Forza Italia contraria. Scossa sul fine vita: un comitato etico per scrivere la legge, il testo in Senato a luglio
Riunioni dei leader e dei ministri su tutto: fine vita, terzo mandato per le regioni, fondi europei. E poi dichiarazioni sulla qualunque: Giorgia Meloni spinge per il taglio dell’Irpef per il ceto medio, Matteo Salvini sulla pace fiscale, Antonio Tajani sullo ius scholae. Se il campo largo è ancora stordito dalla briscola rimediata ai referendum, il centrodestra predica movimento. Fa cose, vede gente, annuncia (o frena) iniziative. E così Palazzo Chigi e la Camera diventano le officine dell’Italia, almeno a parole. Sul fine vita la premier riunisce i vice, i ministri Carlo Nordio ed Eugenia Roccella, Maurizio Lupi e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Il governo nominerà un comitato etico per dare vita a un testo asciutto, che coniughi il pressing della Consulta e i valori della destra. Appuntamento in Senato il 17 luglio.
Nordio si è detto a favore della legge per limitare gli interventi dei magistrati caso per caso, più scettici all’inizio Roccella e Mantovano visto l’argomento scivoloso, ma alla fine si procederà con una legge d’iniziativa parlamentare – si parte dal testo dell’azzurro Pierantonio Zanettin – che metta al centro “le cure palliative e il servizio sanitario”. In questo valzer di fatti e dichiarazioni, con le opposizioni costrette a rincorrere i lanci di agenzia, alla Camera nel pomeriggio si è visto Roberto Calderoli, ministro leghista per gli Affari regionali, mister terzo mandato. Ma anche dissimulazione: “Non ho avuto alcun input sull’argomento”. Ma scusi ministro il veicolo per inserire il terzo mandato esiste? “Prima del veicolo, qui manca il motore”. Dopo poco Calderoli è stato visto entrare a una riunione con Francesco Lollobrigida e Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, ma anche con Maurizio Gasparri e Francesco Battistoni di Forza Italia. L’unica mezza notizia è che il partito di Meloni in questa mano di poker – con la Lega che spinge per il sì e Forza Italia che è contraria – è pronto a vedere le carte. Consapevole che in caso di terzo mandato il Pd potrebbe andare in tilt in Campania con il ritorno di Vincenzo De Luca e in Puglia con Michele Emiliano, tentato a succedere a se stesso. Alla fine della pratica se ne occuperanno i tre leader. Anche se, come ammetteva il vice Salvini Alberto Stefani, intervenire per decreto legge “è complicato”. Leggi: il possibile no del Colle. E anche le altre strade – emendamento a un dl in conversione o ddl ad hoc nuovo di zecca – appaiono tortuose per motivi di forma e di tempi. In mezzo c’è anche la Conferenza stato-regioni chiamata a esprimersi, ma all’unanimità. In serata, nuovo vertice a Palazzo Chigi presieduto da responsabile Affari Ue Tommaso Foti con una sfilza di ministri per stilare un documento “non-paper” da inviare a Bruxelles, che tenga conto degli ambiti d’interesse del nuovo piano quadriennale, a partire da Coesione, politica agricola comune e gestione dei flussi. L’Italia batterà cassa in Ue sui migranti ma anche per investire sui programmi spaziali comunitari (saluti a Musk?).
