
Viaggio oltreoceano
Prima missione dei parlamentari italiani negli Stati Uniti di Trump
Il meloniano Calovini racconta le tappe e la "percezione" di "solidità" della relazione Italia-Usa.
La festa all'ambasciata italiana a Washington, gli incontri con i think tank, i confronti con gli omologhi di Capitol Hill su dazi e guerra
Un viaggio oltreoceano per capire se l’America di Donald Trump è più lontana oppure se è un’illusione ottica; una missione parlamentare (con delegazione di deputati e senatori della Sezione bilaterale di amicizia Italia-Stati Uniti dell’Unione interparlamentare) per incontrare gli omologhi di Washington. E, a fine viaggio, l’impressione, dal lato meloniano, è che l’Atlantico non sia ancora il confine tra due mondi che non si parlano. Anzi, dice il deputato Giangiacomo Calovini, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Affari esteri ed europei: “Questa missione è stata importante, e ci permette di dire che il rapporto Italia-Usa è sempre forte e che al nostro paese è ancora riconosciuto il ruolo di partner speciale”. In questi giorni, dal 2 giugno a ieri, Calovini e gli altri (tra cui Mariastella Gelmini e Maurizio Lupi per Noi moderati e Alessandro Alfieri per il Pd), alla prima missione interparlamentare dell’era Trump, e fin dalla prima sera alla festa dell’ambasciata italiana a Washington per il 2 giugno, alla presenza di quasi duemila persone, hanno potuto riscontrare, dice Calovini, “una disposizione molto favorevole verso il nostro paese nella classe dirigente americana, sia tra i deputati e senatori, democratici e repubblicani, sia tra i diplomatici sia nel mondo imprenditoriale e finanziario”. Durante la festa, è il racconto che arriva dalla delegazione italiana, dopo il discorso dell’ambasciatrice Mariangela Zappia, che ha richiamato le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e sottolineato la “solidità” della relazione tra Italia e Stati Uniti, nonché nei dialoghi tra parlamentari delle due sponde dell’Oceano, è stato affrontato il tema dazi, ma “la percezione”, dice Calovini, è stata di “cauto ottimismo”, come se non si dubitasse del fatto di poter trovare una soluzione a livello europeo, “auspicando anche che l’Italia possa giocare un ruolo di peso”. La tre giorni americana ha visto la delegazione italiana a colloquio con vari think tank, tra cui American First, Atlantic Council e Heritage, e con Brian Mast, presidente della House Foreign Affairs Committee Republicans, oltre che con altri congressman dei due schieramenti. Quanto all’argomento guerra, sui due fronti mediorientale e ucraino, Calovini assicura che “la narrazione, vista dagli Stati Uniti, è molto diversa rispetto a quella a cui siamo abituati a Roma”. Nel senso, dice il deputato meloniano, “che non viene messa in discussione neanche per un minuto la vicinanza degli Usa all’Ucraina ed è chiaro da che parte continuino a stare gli Stati Uniti, facendo il possibile per trovare una soluzione, anche di fronte ai bluff di Vladimir Putin”. C’è però, a increspare la superficie dei rapporti Europa-Usa, il tema del riarmo Ue. Nel corso del viaggio, racconta Calovini, nelle sedi dei vari think tank e a Capitol Hill, il punto è stato affrontato, da parte dei colleghi americani, sottolineando che “nessuno mette in dubbio” il fatto che i maggiori investimenti europei per le spese militari avvengano sotto l’ombrello Nato. In questo solco si collocavano ieri le dichiarazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto sull’aumento delle spese militari (con la Lega che pone un limite: niente scostamenti di bilancio), a margine della riunione dei ministri della Difesa Nato e nel giorno dell’incontro dei titolari dei dicasteri chiave con la premier, a Palazzo Chigi, in preparazione del G7 e dei prossimi vertici internazionali, tra cui il vertice Nato del 24 e 25 giugno all’Aia. L’Italia, ha detto Crosetto, ha “sposato la tesi inglese di spostare al 2035 gli obiettivi di capacità che vengono richiesti. Poi vedremo che cosa succederà nel corso della discussione”. All’orizzonte si intravede un numero: 3,5 per cento del Pil (in prospettiva). Intanto, i parlamentari in missione rientrano in Italia, forti della sensazione che l’amicizia Italia-Usa sia in salute, specie dopo aver ascoltato, la sera del 2 giugno, le parole del vicesegretario di Stato Usa Christopher Landau, alla presenza del vicesegretario al Tesoro Michael Faulkender e dell’inviato speciale della Casa Bianca per la Russia e l’Ucraina Keith Kellogg, su sottofondo degli inni nazionali, eseguiti dalla Washington National Opera, prima della performance di danza del Washington Ballet, realizzata dal coreografo italiano Mimmo Miccolis. Ultima, ma non ultima (durante il ricevimento), la proiezione del video di presentazione dei Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026.