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Saverio ma giusto

Fermento (lattico) alla Farnesina

Saverio Raimondo

Tra Ucraina, Gaza, Trump che minaccia l'Europa, i nazionalismi, la Terza guerra mondiale alle porte, la principale preoccupazione di Tajani sembra la flora batterica. Forse l'intestino è una metafora?

Immagino che ci sia molto da lavorare in questo momento storico in un ministero come quello degli Affari Esteri: con la Russia che non cessa di attaccare l’Ucraina, il massacro di civili a Gaza da parte dell’esercito israeliano e nessun piano efficace per sconfiggere Hamas, l’instabilità mentale di Trump che minaccia tutta l’Europa di dazi un giorno sì e l’altro pure, l’unità dell’Europa sempre messa in discussione da nazionalismi interni, insomma con la Terza guerra mondiale alle porte, immagino che ogni settimana il ministro Tajani abbia moltissimo a cui pensare. Infatti, si apprende che quattromila dipendenti della Farnesina, “in sede e all’estero”, lunedì scorso 26 maggio hanno ricevuto via mail un invito per una conferenza... di pace? No, sul microbiota intestinale – quella che più comunemente viene chiamata flora batterica, cioè l’insieme dei microrganismi che ogni individuo ospita nel proprio corpo sin dalla nascita, in particolare nell’intestino. Insomma, alla Farnesina c’è fermento, ma è lattico.

Evidentemente il ministro Tajani più che agli Esteri è interessato agli Interni – ma gli organi, proprio. Non c’è dubbio che il microbiota intestinale sia qualcosa d’importante (da un suo malfunzionamento possono dipendere molte patologie, anche gravi); e la vita diplomatica, fatta di molti viaggi e cene ad alta tensione internazionale, può sicuramente mettere alla prova una certa regolarità intestinale; ma da qui a farne un tema di confronto per il corpo diplomatico, non so, scusate ma mi vien da ridere. Oltretutto l’invito alla conferenza è arrivata ai diplomatici da monsignor Marco Malizia, nominato a febbraio da Tajani cappellano e consigliere ecclesiastico del Ministero degli Esteri. Già il fatto che un ministro nomini come consigliere un sacerdote è una stravaganza degna di nota; ma se poi questo sacerdote s’interessa non di anime ma di intestini (le animelle?), siamo nell’ambito del ridicolo.

Io capisco che all’interno della maggioranza il colon sia particolarmente irritabile all’indomani delle sconfitte alle recenti elezioni comunali, con il Bifidus Salvinus che provoca diarree di voti; ma fatico davvero a prendere sul serio l’iniziativa intestinale del ministro Tajani. Eppure si tratta di un politico di lungo corso, navigato, e che spesso si è distinto anche all’interno di questa maggioranza come l’adulto nella stanza (il che la dice lunga su quanto siano infantili gli altri...). Proverò allora a non ridere di fronte alla conferenza indetta da monsignor “Profumo d’Intesa”, e l’unico modo è considerando l’intestino come una metafora. A destra abbiamo l’intestino tenue, il colon e l’ano: le parti dell’intestino che si irritano in presenza di intolleranze. E a destra le intolleranze sono tante: non solo al glutine e al lattosio, anche ai neri, agli omosessuali... Gli basta sentir parlare di diritti che devono correre in bagno con la colite. A sinistra invece l’intestino è tutto un budello che va dal Pd (Partito del Duodeno) a Conte (meglio noto come il tratto cieco dell’intestino), passando per Renzi, Calenda, Bonelli, Fratoianni... Lì si rischia il blocco intestinale. Al centro c’è Forza Italia, e cioè il colon trasverso: che ha la funzione di assorbire acqua ed elettroliti e favorire l’espulsione delle feci, impedendone il reflusso. Per capire cosa significhi questa metafora, però, occorre un fine politologo. O un bravo gastroenterologo. O un prete.