Foto ANSA

elezioni amministrative

Taranto alle urne con centrodestra e centrosinistra spaccate

Annarita Digiorgio

La sfida è fra 7 candidati sindaco: dopo mesi di trattative ai tavoli romani, Fratelli d’Italia e Forza Italia puntano su Luca Lazzaro, mentre la Lega appoggia Francesco Tacente. Nel frattempo i 5s candidano la giornalista Annagrazia Angolano, mentre Il pd e altre civiche sostengono Piero Bitetti

Nel bel mezzo dell’ennesima crisi Ilva (con il ministro Urso e la procura uno contro l’altro da quando i pm hanno sequestrato senza facoltà d’uso uno dei due altoforni rimasti attivi) si attagliano le elezioni amministrative a Taranto. Il cui esito pregiudica politicamente le sorti del siderurgico, basti ricordare tutte le ordinanze di spegnimento e le intemerate fatte negli ultimi anni dal sindaco uscente Rinaldo Melucci. Eletto da Pd, 5s e Verdi, tre mesi fa è stato mandato a casa con le dimissioni del campolargo. Ora la sfida è tra 7 candidati sindaco, tra cui anche Mario Cito, figlio del famoso ex sindaco sceriffo Giancarlo scomparso una settimana fa.

Il centrodestra si è spaccato. Dopo mesi di trattative ai tavoli romani, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno presentato come candidato del centrodestra Luca Lazzaro, brillante quarantenne che ha dato le dimissioni da presidente regionale di Confagricoltura prima di scendere in campo. E gioca tutta la sua campagna sul cambiamento, dato che il cd non governa Taranto da venti anni. A inaugurare la sua campagna elettorale il ministro Crosetto, che ha detto ciò che tutti in città sapevano ma nessuno aveva il coraggio di dire: “Taranto è davanti alla scelta tra rifiuti e futuro” sottolineando che la Lega è uscita dal centrodestra per appoggiare, insieme ai socialisti riformisti e a tutta l’amministrazione uscente, Francesco Tacente, presidente di una partecipata locale, e voluto e sponsorizzato dal patron delle discariche pugliesi e direttore della gazzetta del mezzogiorno Antonio Albanese. L’imprenditore, vicino a Salvini, è molto influente nelle scelte della Lega, tanto da aver piazzato alla presidenza dell’autorità portuale un suo pupillo: l’ex presidente della provincia Giovanni Gugliotti. Che, audito la settimana scorsa alla Camera, ha detto di essere stato nominato perchè ha la patente nautica!

Anche il centrosinistra si è spaccato, con i 5s che hanno candidato la giornalista Annagrazia Angolano, l’unica tra i candidati a urlare contro Ilva, pupilla del tarantino Mario Turco, vice di Conte e responsabile economico del partito. Il pd invece con altre civiche sostiene Piero Bitetti, un politico dalla lunga storia riformista e moderata. Gia candidato sindaco dieci anni fa  quando uscì dal Partito Democratico che gli preferì Rinaldo Melucci, ha continuato a fare politica in consiglio comunale con simboli civici. Del resto se fosse rimasto ingabbiato nelle logiche partitocratiche del Pd, non sarebbe mai potuto diventare oggi il candidato sindaco del centrosinistra.

Nonostante al suo fianco ci siano anche i Verdi di Bonelli, Bitetti in tutti questi anni è riuscito a rimanere uno dei pochi che non ha ceduto al populismo no Ilva, mantenendo un filo diretto con i sindacati e le imprese a favore dell’industria e dello sviluppo. Altre sette liste sostengono Mirko di Bello, con una coalizione totalmente civica di candidati alla prima esperienza. Mentre per Luca Lazzaro è sceso a Taranto mezzo governo; e Salvini è andato a cena con Tacente, Albanese, e i candidati della Lega; nessun esponente politico nazionale ha sostenuto Piero Bitetti. Ma quella che si nota di più è l’assenza di Michele Emiliano, che fino a un mese fa era ogni giorno a Taranto per sparare contro Ilva e inaugurare qualunque cantiere. Mentre da questa campagna elettorale è totalmente scomparso. Atteggiamento insolito per il governatore pm abituato a mettere il cappello e sistemare i suoi fedelissimi in tutti i comuni della Puglia. Oltre a voler evitare le critiche per il dissalatore che sta realizzando a danno di un fiume dall’alto valore paesaggistico, rimangiandosi tutta la sua blaterata politica in favore dei territori, il dubbio è che, come tipico, sotto sotto stia sostenendo il candidato della Lega e del patron delle discariche, Francesco Tacente