
Il colloquio
Roccella: “La sentenza sui figli delle coppie di donne omosessuali? Crea confusione. La natalità? Priorità europea”
La decisione della Consulta, il lungo inverno demografico, le vecchie ricette per la natalità che diventano meno efficaci e quelle nuove che stiamo cercando. Chiaccherata con il ministro della Famiglia
“La sentenza della Corte costituzionale sui figli delle coppie omosessuali composte da donne? Temo che contribuirà a confondere il quadro normativo sulla filiazione. Le nascite che continuano a calare? Non siamo rassegnati, ma sappiamo che per ottenere risultati c’è bisogno di tempo e purtroppo gli strumenti per la natalità sono stati messi in campo solo adesso, ma arriviamo con un ritardo di 30 anni. Oggi inoltre servono politiche nuove”. La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella affronta con il Foglio due questioni che le stanno particolarmente a cuore: l’inverno demografico e la normativa e la giurisprudenza che regolano i rapporti tra genitori e figli. Il rapporto annuale dell’Istat fotografa per l’Italia un quadro desolante: il tasso di fertilità è sceso a 1,18 figli per donna, il più basso di sempre. “Se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno – dice Roccella – possiamo dire che la velocità con cui oggi cala la natalità in Italia è inferiore a quella con cui sta calando negli altri paesi europei, anche, ad esempio, in Francia. Siamo oramai stabili, seppur su un tasso troppo basso, la riduzione resta minimale”.
I paesi a cui si riferisce però hanno tassi di fertilità, seppur di qualche decimale, più alti del nostro. Decimali che per il mantenimento del livello della popolazione non sono insignificanti. “Questo – sostiene Roccella – perché la nostra riduzione è avvenuta prima rispetto agli altri paesi d’Europa, negli anni 80 e 90 quando, a differenza di quello che è successo ad esempio sempre in Francia, sono mancate le politiche di sostegno alle famiglie che allora funzionavano molto di più rispetto a oggi. E infatti questo è fotografato dai dati: oggi il tasso di fertilità dell’1,18, pur essendo il più basso di sempre, non è poi così diverso da quello del 1995, quando fu dell’1,19. Il problema è che la bassa natalità di quegli anni ha fatto sì che oggi le coorti di donne in età riproduttiva siano molto ridotte, cosicché se allora con il tasso dell’1,19 ci furono oltre 500 mila nati, con un tasso praticamente identico quest’anno i nati sono poco più di 300 mila. Però ripeto – ribadisce il ministro – oggi i tassi in altri paesi stanno crollando, quello della denatalità non è un problema solo italiano e nemmeno solo europeo: è un problema dei paesi sviluppati, con benessere e accesso facile alle tecnologie. Il caso più clamoroso è quello della Corea del sud, dove trent’anni fa si facevano sei figli per donna e oggi sono a meno di uno, il dato più basso del mondo”.
Quindi oggi le politiche per la famiglia, come quelle adottate dal governo, non sono più utili? “Non ho detto questo – risponde Roccella – noi stiamo difendendo e abbiamo accresciuto il valore dell’assegno unico che purtroppo però è sotto procedura di infrazione europea e lo stiamo difendendo da soli, perché a sinistra l’unico intervento che è arrivato sull’argomento lo ha fatto Nicola Zingaretti dicendo che ha ragione l’Europa. Penso però che oggi ci siano anche altre cause, altrimenti non si spiegherebbe il calo in quei paesi, dalla Francia alla Svezia, dove gli strumenti di sostegno ci sono da decenni”. Che fare dunque? “E’ il momento di esplorare non solo le ragioni demografiche, ma anche sociologiche e persino psicologiche che ci sono dietro al crollo delle nascite. E’ una cosa che l’Europa deve fare unita: la transizione demografica è più cruciale di quella verde. Veniamo da 50 anni in cui si è detto l’opposto di quanto sta succedendo. Si sosteneva che per ottenere sviluppo bisognava controllare la natalità. C’era l’idea della Population Bomb di Paul Ehrlich, la natalità come una minaccia. La Cina fu premiata per una legge autoritaria e crudele come quella del figlio unico”.
Intanto come si mantiene la popolazione a un livello che ci permetterà di mantenere il nostro sistema socio-economico se le nascite non crescono e gli immigrati non li volete? “Questo governo – replica il ministro – non fa la lotta all’immigrazione, né la vuole ridurre, tanto che abbiamo riaperto i flussi con numeri importanti, mentre con il Piano Mattei stiamo facendo una politica di formazione in loco. Contrastiamo invece l’immigrazione clandestina perché chi entra in Italia lo dobbiamo decidere noi e non possiamo appaltare gli ingressi ai trafficanti di esseri umani e alla criminalità organizzata”.
Passando all’altro argomento, la Corte costituzionale dice che le coppie omosessuali di donne potranno riconoscere sin dalla nascita il figlio, ovvero potrà farlo anche il genitore intenzionale, senza bisogno di dover utilizzare più la cosiddetta stepchild adoption. Risponde Roccella: “Questa sentenza da un lato conferma le differenza uomo/donna, perché per quanto riguarda i maschi questo non può avvenire comportando l’utilizzo dell’utero in affitto che è stato stigmatizzato dalla stessa Corte. Dall’altro fa a mio avviso due danni: estromette la figura genitoriale biologica, il padre in questo caso, e confonde il quadro normativo che in Italia prevedeva due tipi di genitorialità, quella biologica e quella adottiva, consentendo proprio ai genitori non biologici delle coppie omogenitoriali la stepchild adoption. La legge sulla procreazione assistita era stata scritta in modo tale da evitare proprio questa confusione ed essere compatibile con il quadro normativo, queste sentenze lo stanno invece inficiando”.


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