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Il colloquio

Finita l'era Zaia: “Vannacci vicesegretario? Non è un problema”

Francesco Gottardi

Il generale al fianco del doge: “Le sue posizioni possono non piacere. Ma la Lega è un partito che storicamente ha garantito grande libertà ai propri iscritti”. Intervista ad Alberto Villanova, capogruppo leghista in Veneto

“Vannacci ha sposato la linea della Lega”, afferma Alberto Villanova, capogruppo di Zaia in Veneto. Non viceversa? “Nel momento in cui ha preso la nostra tessera al congresso ne condivide impegni, obiettivi e istanze. Anche l’autonomia”. Eppure l’eurodeputato diceva che la riforma del Titolo V basta e avanza. “Ma adesso ha fatto chiarezza. Vannacci poteva creare più frizioni da indipendente che all’interno di un regolamento di partito. Inoltre sta facendo un gran lavoro a Bruxelles, opponendosi al riarmo o al green deal. Temi storici della Lega”. E infatti Salvini lo vuole fare già vicesegretario. “Non sarebbe un problema. Anzi, potrebbe rivelarsi un valore aggiunto”. Pax tibi Roberto.

A questo punto sorge un dubbio, dopo anni di mugugni e proteste interne. Com’è possibile che di colpo il Veneto di Zaia – governista, produttivista, perfino progressista sui diritti civili – accolga a braccia aperte il truce sovranismo del generale? “Tutti ci danno per folli, a posteriori ci daranno ragione”, sorride Villanova parlando col Foglio. “Anche per un moderato come me, vedere come l’Unione europea abbia messo in ginocchio l’industria comunitaria a vantaggio di quella cinese è inaccettabile: essere contrari a certe decisioni assurde non significa essere retrogradi, di estrema destra o contro l’Ue in quanto tale. Abbiamo sempre portato avanti politiche di buonsenso e continueremo a farlo”. Il buonsenso della Decima, direbbe Vannacci. “Le sue posizioni possono non piacere. Ma la Lega è un partito che storicamente ha garantito grande libertà ai propri iscritti. Soprattutto su tematiche delicate come il fine vita: sono orgoglioso di militare in un movimento che non mi ha impedito di portare avanti una legge in cui credo tuttora”, e che Zaia sarebbe pronto a trasformare in decreto. “Nel Carroccio esistono diverse sensibilità. L’importante è esprimerle con rispetto: di recente non mi risulta alcuna uscita offensiva da parte di Vannacci”.

E allora avanti tutta. Il generale al fianco del doge. Ma non è che forse, vista la fine di un’epoca, Vannacci oggi faccia comodo alla Liga più di quanto la Liga serva a Vannacci? “La Liga resta e resterà la Liga”, assicura il consigliere regionale. “E poi il congresso federale ha ribadito l’autonomia in cima all’agenda di partito, anche con l’approvazione dei delegati del sud. È un modello per far funzionare l’Italia intera. La nostra bandiera rimane salda, i veneti ci hanno visto amministrare per un quindicennio con Zaia e ci conoscono. Non cambieremo impostazione”. Eppure c’è chi rimugina e chi va via. Militanti storici, giovani promesse sul territorio. “Tempistiche che fanno sorridere. E i dubbi di qualcuno sul nostro presunto riposizionamento lasciano il tempo che trovano: noi siamo coerenti da anni”.

Lo decideranno gli elettori, tra pochi mesi: giovedì il Consiglio di Stato ha stabilito che si voterà in autunno, entro il 20 novembre. “E noi ci faremo trovare pronti”, dichiara Villanova, rispondendo agli alleati che rivendicano il candidato. “La nostra prima opzione è tenere il centrodestra unito e stiamo lavorando per questo. Ma se a Roma non ci sarà la sensibilità politica per capire le esigenze della nostra regione, ne prenderemo atto”. Tradotto – detto e ridetto –, la Lega correrebbe anche da sola. “Abbiamo tante risorse sul territorio. Amministratori, imprese, associazioni di categoria: di sicuro non è un problema presentarci con quattro liste. Compresa quella di Zaia”. Il terrore dei meloniani. “Non capisco perché. La civica di Zaia porterebbe vantaggio all’intera coalizione: noi non mettiamo veti a nessuno e ci aspettiamo analogo rispetto. Il consenso del presidente è trasversale e va tutelato. Guai dilapidarlo”. E il presidente invece, che fine farà? “Zaia sarà per sempre il nostro Doge. E parteciperà a queste elezioni al mille per cento: deciderà lui insieme al segretario Stefani come e in che ruolo dare una mano alla sua squadra. Però sono certo che si batterà in nome dei veneti”. Altrimenti lo farà Vannacci. Bingo.
 

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