
Ansa
al parlamento europeo
A Bruxelles il Pd si smarca da Verdi e M5s sull'ambiente
Gli europarlamentari dem votano con FI e FdI il rinvio delle sanzioni per i produttori di auto sui limiti di CO2. Una linea spinta da Giorgio Gori ma digerita anche dagli schleiniani come Annalisa Corrado
Bruxelles. Dopo essersi rimesso in carreggiata con il Pse sulla difesa, il Pd, in Europa, svolta al centro anche sull’ambiente. Giovedì a Strasburgo, infatti, la delegazione del Partito Democratico ha rotto il campo largo con M5s e Avs e votato assieme a Forza Italia e Fratelli d’Italia la richiesta di revisione del regolamento sulle emissioni di Co2 di auto e furgoni, volta a concedere più flessibilità ai produttori di auto e rimandare le multe per il raggiungimento dei target di emissioni. Se sulla difesa a suonare il campanello d’allarme sulle posizioni pacifiste del Nazareno era stata Pina Picierno, a intestarsi la battaglia tra i dem per riavvicinare il partito al dialogo con l’industria dell’auto ci ha pensato Giorgio Gori in contatto diretto con gli emissari della filiera automotive del suo collegio. Il bergamasco infatti da mesi descrive le multe ai produttori automobilistici come “una cattiva idea per un settore” e chiede piuttosto “dei meccanismi di flessibilità, senza modificare la progressione degli obiettivi di decarbonizzazione”.
Posizioni che da oggi sono diventate la linea ufficiale dei dem ma che nei mesi passati invece sono state osteggiate da parte della pattuglia Pd, quella più vicina alla segretaria Elly Schlein. “In tema di auto, e in generale di ambiente, nella delegazione Pd a Bruxelles i poli opposti sono Annalisa Corrado e Giorgio Gori, e in mezzo, tecnicamente a mediare, c’è Antonio Decaro”, spiegano fonti Pd. Il pugliese, presidente peraltro della commissione Ambiente dell’Eurocamera, avrebbe infatti lavorato al negoziato tra le diverse anime del Pd in tema di ambiente. Una mediazione non semplice, in cui Decaro ha dovuto di fatto soppiantare la linea di ambientalismo militante inizialmente caldeggiata dagli schleiniani. Il cambio di rotta però è stato digerito al Nazareno e dimostrazione ne è infatti il voto favorevole al rinvio salva-produttori auto anche della stessa Annalisa Corrado.
Linea radicale invece mantenuta dall’altra sponda del campo largo: Verdi, M5s e Sinistra Italiana, che infatti si oppongono al testo. Il gruppo dei Verdi europei si dice infatti “profondamente preoccupato” da un rinvio che “scredita il nostro obiettivo di accelerare la mobilità elettrica”. Contrari, ma per ragioni opposte, anche gli eurodeputati della Lega, che motivano il “no” chiedendo “no rimodulazioni ma eliminazione totale del Green Deal”. Non solo auto e ambiente, dietro il ritorno su posizioni più moderate della delegazione dem c’è anche il riaccendersi di una collaborazione tra socialisti, liberali e popolari che, dopo le frizioni della scorsa eurolegislatura, sembra – grazie anche alla nuova grande coalizione tedesca – essersi rimessa in moto. Una collaborazione, quella tra le tre grandi famiglie europeiste a Bruxelles, che si basa però su una serie di concessioni reciproche e di patti che, se si vuole restare ai tavoli di chi governa, vanno onorati, lezione che Pd dopo gli strappi degli scorsi mesi, sembra aver introiettato.