
in senato
Il testo del botta e risposta tra Renzi e Meloni al premier time
Lo scambio avuto tra la premier e il leader di Iv a Palazzo Madama
Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale del botta e risposta avuto ieri al premier time da Matteo Renzi e Giorgia Meloni.
RENZI. Presidente del Consiglio, lei ha detto in una recente intervista che vuole essere valutata sulla base del rapporto tra le promesse elettorali e le riforme realizzate e ha sintetizzato dicendo: detto-fatto.
Noi vorremmo giudicarla su quello che ha detto, perché ha cambiato idea su tutto. Presidente, lei alla Camera ha detto che le infrastrutture strategiche debbono essere nazionalizzate o comunque in mano agli italiani. Da quando c'è lei, gli spagnoli sono in Sparkle, gli americani in Telecom, i tedeschi in Alitalia e gli australiani in Autostrade. Più che l'Internazionale sovranista, sembra Giochi senza frontiere. Era dai tempi del Britannia che non si vedeva una stagione di privatizzazione come questa. Non si sente in contraddizione con ciò che aveva detto?
Seconda questione: le riforme. Lei in campagna elettorale aveva detto "presidenzialismo", che è diventato elezione diretta del Premier, che poi è diventato elezione semidiretta e poi - puf!- è sparito. Hanno "ghostato" la ministra Casellati.
Presidente del Consiglio, la madre di tutte le riforme è diventata una suocera di cui non parla più nessuno. Ora però si parla di legge elettorale. Le chiedo una cosa: lei ha sempre detto, da 10 anni a questa parte, che vuole le preferenze, senza capolista bloccati, contro Italicum, senza collegi. È disponibile a dire qui: preferenze senza se e senza ma? Io voto a favore.
Terzo punto: siccome me l'aspetto… (Commenti). Io ho fermato il tempo, tanto so che oggi il presidente La Russa sull'extratime e sul recupero, dopo la partita di ieri, è sicuramente a disposizione.
LA RUSSA. Prego, prosegua.
RENZI. Terzo punto: le riforme costituzionali. Me la chiamo da solo: "Tu sei quello che doveva…"; "hai perso il referendum…"; bene. Presidente, lei ha detto di no al Titolo V perché voleva abolire le Regioni. Ha cambiato idea? Detto-fatto. Ha detto di no al superamento del bicameralismo paritario, promettendo che non avrebbe mai fatto una lettura sola in Parlamento e invece ciò è accaduto anche con l'ultima legge di bilancio. Ha messo il CNEL, con il ministro Brunetta, a fare quello che sappiamo. Soprattutto dice che non si dimetterà, se i cittadini sfiduciano una legge del Governo. Davvero pensa che valga più il voto di fiducia in Parlamento che non il voto di fiducia dei cittadini? Io credo che su questo stia facendo il contrario di ciò che ha detto.
Concludo sulla giustizia: ha promesso una riforma garantista. Detto da voi fa quasi ridere, ma, se vogliamo credervi, fate una cosa: prima di approvare in via definitiva la riforma garantista sulla giustizia, perché non fate quello che avevate detto, cioè andate a Bibbiano, dove avevate detto: siamo i primi ad arrivare e saremo gli ultimi ad andarcene? Ecco, la stanno ancora aspettando per chiedere scusa a quella comunità, al sindaco Carletti (Applausi) e a quelli che sono stati ingiustamente e vigliaccamente insultati dal vostro giustizialismo. (Il microfono si disattiva automaticamente).
LA RUSSA. Concluda.
RENZI. Dall'euro alla NATO, da Putin alle trivelle, lei è campionessa mondiale di incoerenza. Detto-fatto: ma su cosa la giudichiamo, visto che cambia idea su tutto? (Applausi).
LA RUSSA. Il presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Meloni, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
MELONI, presidente del Consiglio dei ministri. Senatore Renzi, francamente, a parte quella sulle preferenze, mi è sfuggita la domanda. (Applausi).
Comunque, molto velocemente, sui dossier strategici c'è da dire che abbiamo ereditato "situazioncine" un tantino compromesse, che cerchiamo di sistemare una ad una. (Commenti). È così: poi, quando volete e abbiamo più tempo, ne parlo volentieri nel merito, una per una, così raccontiamo anche cosa si è trovato.
Il premierato sta andando avanti ed è una legge che continuo a considerare la madre di tutte le riforme. Non dipende da me, ma dal Parlamento: sicuramente la maggioranza è intenzionata a procedere spedita su questa riforma (Applausi), esattamente com'è intenzionata a fare sulla riforma della giustizia. Quanto alle preferenze, le confermo di essere favorevole alla loro introduzione nella legge elettorale. (Applausi).
Per quello che riguarda il caso di dimissioni in caso di sconfitta al referendum, senatore Renzi, lo farei anche volentieri, ma non farò mai niente che abbia già fatto lei. (Applausi).
LA RUSSA. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Renzi, per due minuti.
RENZI. Signor Presidente, mi fa piacere che la Presidente del Consiglio, leggermente innervosita, si sia vista sfuggire la domanda. Non era difficile: era da capire se siamo per le nazionalizzazioni o le privatizzazioni. Dicevate di essere per le nazionalizzazioni e siete per le privatizzazioni.
Vi abbiamo chiesto se siete coerenti o meno sull'abolizione delle Regioni. Avevate detto che le volevate abolire, ora siete per l'autonomia (poi ve l'ha bocciata la Corte costituzionale, ma questa è un'altra storia). Vi abbiamo chiesto se siete sempre quei giustizialisti che uccidono le persone sui media, e non solo, o se siete diventati davvero dei garantisti. Queste erano le tre domande semplici a cui non ha risposto.
Presidente, lei però risponde dicendo che non farà quello che ho fatto io. Che lei non faccia quello che ho fatto io ce ne siamo accorti, perché noi abbiamo fatto Industria 4.0 e la riforma del lavoro (Applausi); abbiamo messo 80 euro in busta paga; abbiamo permesso ai cittadini di questo Paese di avere non soltanto una stagione di riforme, ma persino la civiltà per cui, quando parlava l'opposizione con noi, la maggioranza stava ad ascoltare, anziché mugolare e continuare a digrignare i denti. (Applausi. Commenti).
LA RUSSA. Ho appena chiesto all'opposizione di lasciar parlare, senza mugolare, il Presidente del Consiglio. Faccio lo stesso con voi nei confronti del rappresentante di Italia Viva.
RENZI. La ringrazio, Presidente, apprezzo il suo richiamo all'ordine.
Voglio dire soltanto una cosa. Quando i membri di una maggioranza cercano di zittire un'opposizione che fa le domande al question time, è la dimostrazione che sono non nervosi, ma preoccupati, tant'è che vogliono cambiare la legge elettorale. (Commenti).
LA RUSSA. Senatore Renzi, la prego di non fare un colloquio: svolga il suo intervento e, se c'è qualche mugolio, ci penso io a fermarlo. Prego, prosegua.
RENZI. Mi sembrava strano che facesse un intervento netto da Presidente del Senato, senza richiamare all'ordine chi sta parlando, ma va bene; ho finito, Presidente.
La Presidente del Consiglio ha detto che non farà ciò che ho fatto io. Chiudo su questo: in una trasmissione del 2015 la presidente del Consiglio Meloni, interrogata dalla giornalista Lilli Gruber, disse che, tra il presidente russo Putin (era nella sua fase filo-Putin) e il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica italiana, lei stava dalla parte del presidente russo Putin. Presidente Meloni, tra lei e Putin, io sto dalla sua parte, perché sono un patriota vero, sono uno che crede all'Italia. Tra il Presidente del Consiglio italiano e il Presidente della Russia sto dalla parte del Presidente del Consiglio.
Lei però oggi ha perso l'ennesima occasione per rispondere nel merito e ha continuato soltanto con l'aggressione personale, segni di un nervosismo che passerà. (Applausi).
