La diretta
Meloni in Senato: "La libertà ha un prezzo: entro il 2025 la Difesa al 2 per cento del pil"
Dai rapporti con gli Stati Uniti ai dazi, passando per il caro bollette, le spese per la difesa militare e le riforme costituzionali promesse. La diretta del premier time con i nove quesiti dei partiti
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è in Senato per le interrogazioni a risposta immediata. Per la premier si tratta del quarto appuntamento di questo tipo in oltre due anni e mezzo di governo. Previsto inizialmente per il 23 aprile, era stato rinviato a causa della morte di Papa Francesco e poi anticipato alle 13.30 per l’inizio del Conclave nel pomeriggio. In tutto, sono previsti nove quesiti: dai rapporti con gli Stati Uniti di Donald Trump fino ai dazi, passando per il caro bollette, le spese per la difesa militare e le riforme costituzionali promesse. Meloni li affronterà nei tempi stringati previsti dal regolamento: tre minuti per illustrare ogni quesito, tre per la risposta e altri due concessi all'autore della domanda per replicare.
“L’Italia quest’anno spenderà il 2 per cento del pil nella Difesa nel 2025”
"Italia e Ue devono rafforzare le proprie capacità difensive per far fronte alle sfide geopolitiche in atto”, ha detto la premier rispondendo a una interrogazione di Carlo Calenda, leader di Azione, sul tema difesa. “Lo ribadisco con la coerenza di chi da patriota ha sempre sostenuto che libertà ha un prezzo", ha aggiunto. Per Meloni, è necessario "costruire un pilastro europeo dell'Alleanza atlantica, da affiancare a quello nordamericano in un'ottica di complementarità strategica, capace di incentivare anche la formazione di una solida base industriale europea”.
Nel 2025, “l‘Italia finalmente raggiungerà il target" di spesa in difesa al 2 per cento del pil, cioè il minimo che la Nato chiede dal 2014. Questo, sostiene la premier, ”perché c'è un governo che sa che mantenere gli impegni presi è fondamentale per farsi rispettare”. Si tratta di "un percorso coerente con gli impegni internazionali dell’Italia”. Nel dettaglio, l'Italia intende rilanciare “la traiettoria di potenziamento delle nostre capacità di difesa" inserendo nel computo delle spese rilevanti “quelle voci che sono in linea con i parametri dell'Alleanza atlantica che altre nazioni già considerano". Spese, ha puntualizzato Meloni, "che rientrano nell'approccio allargato multidimensionale della difesa". La premier ha poi chiarito che per raggiungere questo obiettivo il governo non intende utilizzare i Fondi di coesione.
In tribuna spunta Giuseppe Conte
Per assistere all'intervento della premier al question time a palazzo Madama, in tribuna è arrivato anche Giuseppe Conte, presidente del M5s e deputato. Per il M5s a intervenire sarà Stefano Patuanelli, capogruppo in Senato.
Il botta e risposta Meloni-Renzi
Nel corso del premier time c'è stato un scambio di battute tra la premier Giorgia Meloni e il senatore di Italia viva, Matteo Renzi. Renzi a nome del suo gruppo ha rivolto un quesito su più punti, dalla posizione sull'internazionalizzazione del governo alle riforme costituzionali, concludendo che la premier ha cambiato idea su quasi tutti i punti: "Campionessa dell'incoerenza", ha detto il senatore. Meloni ha preso la parola con tono sarcastico: "Sinceramente mi è sfuggita la domanda", ha esordito premettendo di aver "ereditato una situazioncina un tantino compromessa". Poi, sul premierato ha aggiunto: "La considero ancora la madre di tutte le riforme ma non dipende da me ma dal Parlamento. Sicuramente la maggioranza è intenzionata a procedere spedita, così come sulla riforma della giustizia". E ha detto di essere favorevole alle preferenze. Infine una stoccata all'ex premier sulle dimissioni in caso di sconfitta al referendum: "Lo farei anche volentieri – ha scandito Meloni – ma non farei mai niente che abbia già fatto lei". Nei due minuti di replica Renzi ha ironizzato: "Ce ne siamo accorti che non sta facendo la stesse cose che ho fatto io", citando ad esempio il piano Industria 4.0. Le sue parole sono state interrotte dal vociare dei senatori di maggioranza, tra cui qualcuno che gli ha urlato. "Smettila di fare politica" il che ha richiesto l'intervento del presidente La Russa per fare silenzio. Renzi ha concluso accusando la premier di aver cambiato idea anche rispetto alla Russia. "Tra lei e Putin io sono patriota vero".
“La cooperazione energetica con gli Usa non è un favore a Trump”
“Nell'ambito della mia visita a Washington, Italia e Stati Uniti hanno sottoscritto una dichiarazione che dice che vogliamo rafforzare la nostra cooperazione in campo energetico”. Un accordo che serve all'Italia anche per “continuare quel cammino di diversificazione delle forniture che è stato avviato dall'Italia all'indomani della guerra d'invasione russa in Ucraina: grazie a questa scelta oggi noi siamo la nazione con il più variegato mix di fonti di approvvigionamento esterno”. Come spiegato da Meloni rispondendo a una domanda sull'approvvigionamento energetico e al rapporto con Trump, "gli Stati Uniti sono già il secondo mercato di origine del Gnl importato in Italia, con oltre 5 miliardi di metri cubi importati nel 2024. Partiamo quindi dalla collaborazione consolidata che è iniziata con l'amministrazione Biden e che quindi difficilmente può essere venduta come un favore che si sta cercando di fare a Donald Trump perché nelle cose bisogna anche essere coerenti”. Che il governo italiano avrebbe garantito al governo statunitense un impegno da "40 miliardi di euro dei cittadini italiani è pura propaganda", ha detto Meloni, specificando che si tratta di un "calcolo totalmente inventato”.
Produzione industriale in calo, “ma vale per tutta l’Europa”
“La flessione della produzione industriale non è una dinamica italiana, è un problema che caratterizza le principali economie europee”, ha detto Meloni. “Al contrario in un contesto di generale contrazione dell'attività produttiva l'Italia fa per paradosso registrare una delle performance migliori”. Numeri alla mano, ha proseguito la premier, “l’indice della produzione industriale italiana è sceso rispetto al periodo pre-Covid del 2,4 per cento, quella della Germania -8,9 per cento, quella della Francia -3,4 per cento”. La congiuntura negativa è legata in gran parte al settore dell'automotive, “che è stato schiacciato dalle follie ideologiche di una transizione ecologica incompatibile con la sostenibilità dei nostri sistemi produttivi”. Nonostante questo scenario, ha rivendicato la premier, “l’Italia ha esportato lo scorso anno beni per un valore di 623 miliardi di euro, con una diversificazione del sistema produttivo che ci colloca tra i primi nel G20”.
Gli scenari di guerra
Uno sguardo anche alla guerra in Ucraina: “Sosteniamo lo sforzo per una pace giusta e duratura. Rinnoviamo l'urgenza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato”, ha spiegato la premier, con l'auspicio “che la Russia dimostri concretamente la volontà di pace, l'Ucraina lo ha già fatto". Mentre per quanto riguarda il medio oriente “continuiamo a lavorare per la fine permanente delle ostilità. Appoggiamo il lavoro che i paesi arabi stanno portando avanti”. Questi paesi “sono la chiave di volta per la soluzione del conflitto e per tracciare un quadro regionale di pace e sicurezza che deve includere la prospettiva dei due stati”.
