
L'intervista
"Unicredit e Mediobanca non hanno fatto l'interesse nazionale. Il governo deve intervenire sul risiko bancario". Parla Osnato (FdI)
"A Milano si è perpetuata una generazione di finanzieri che ha creato un salotto per pochi. Basta con i banchieri del Pd". Intervista al presidente della Commisione Finanze, il "Sella" di Meloni
Marco Osnato, presidente della commissione Finanze, di FdI, anche lei vuole una banca? “L’unica cosa che voglio è un mondo della finanza ben regolato, ben vigilato, democratico, di tutti”. Le piace il risiko? “I giochi da tavolo sono appassionanti quando si è protagonisti”. Da quando un governo mette le mani sul risiko bancario? “Le sole mani che il governo Meloni ha messo hanno portato al salvataggio di Mps. Ho però memoria di noti banchieri in fila a votare per le primarie del Pd, ex ministri che svolgono oggi ruoli apicali in istituti bancari”. Si riferisce a Padoan, presidente di Unicredit? “Il suo è un caso evidente, ma non è l’unico”. Conosce l’ad di Mediobanca, Nagel? “Non lo conosco”. Lei siede nei salotti di Milano? “Non mi siedo, anche perché non mi ricordo di inviti in ‘quei’ salotti”. E’ da liberali ostacolare l’Ops di Unicredit? Lo farete anche con Mediobanca? “Il mercato si autodetermina ma è altrettanto giusto che la politica osservi, commenti, e nel caso intervenga”.
Osnato, dicono che sia lei il Quintino Sella di FdI, l’unico che comprende Milano, eletto a Milano. Lei è un liberista, un liberale? Che destra è la vostra destra economica? “Il paragone sarebbe irriverente verso il Ministro piemontese! Non sono un liberista, non sono nemmeno propriamente liberale, ma mi riconosco nell’economia sociale di mercato, un’economia dove al centro dell’azione c’è la persona, la salvaguardia delle fasce meno forti, un’economia sociale che sposa il pensiero della Chiesa cattolica”.
In queste ore l’ad di Mediobanca, Nagel, dovrebbe essere ricevuto a Palazzo Chigi, illustrare la sua Ops su Banca Generali, un’operazione definita da analisti, dall’ad di Banca Mediolanum “una bella operazione”. Per lei è “bella”, abile o anche questa verrà paralizzata con l’uso del golden power come Unicredit? “Bisogna mettersi d’accordo sulla parola abile”. E per lei cosa sarebbe abile? “Abile è tutto ciò che rende dinamico il risparmio, se lo tutela, abile è tutto ciò che mette a protezione il risparmio fruttuoso, una messa di raccolta a disposizione del sistema produttivo reale. Ecco cosa è abile. Non è abile tutto ciò che perpetua un sistema, come è avvenuto talvolta a Milano, con una generazione di finanzieri che ha ritenuto più di creare un hortus conclusus, chiuso, per pochi e non ha offerto un’opportunità di sviluppo per l’intero paese. Lo dimostra la scarsa capacità di aggregazione delle imprese, rimaste medie e piccole, con banche che si sono iperpatrimonializzate, ma spesso non hanno guardato al mondo delle imprese”.
Secondo lei Nagel è l’erede di Enrico Cuccia? “Senza dubbio può essere l’erede per durata di mandato, per il resto mi sembrano profili molto diversi”. Lo sa cosa si dice del vostro governo? Si dice che è un governo “statolatra”, che ha come idolo lo stato, e Giorgio La Malfa, ieri sul Foglio, ha dichiarato che “state facendo male al paese”, che intervenire sull’economia è una vecchia ossessione da comunisti. Siete forse la destra della sinistra? “Rispondo a La Malfa, per cui ho rispetto anche perché mio padre era un sostenitore del suo, ma rifiuto questa lettura. Il governo Meloni non è invasivo in economia e non siamo per fortuna ai tempi del Pentapartito. Allora sì che c’erano partiti, tra cui spiccava il Pri di La Malfa, considerati portavoce di interessi economici”.
Osnato, il governo “capisce” Milano? “E se invece fosse Milano a non aver compreso se stessa? Milano svolge un ruolo importante nelle dinamiche finanziarie europee tuttavia il salotto di Milano, lo ripeto, ha rappresentato un’opportunità per pochi e non per molti. Milano sta perdendo la leadership del rito ambrosiano, non si rende conto che si sono modificate le strutture sociali. Ha perso per esempio l’occasione col Salva Milano di mantenere alti gli investimenti in città”. Non ha risposto alla domanda: il suo è un governo di statalisti? “Intervenire in economia non significa essere statalisti e non è di sinistra, dipende sempre da come si interviene. Conti in ordine, spread basso, recupero di potere d’acquisto. E’ da statalisti o è da governo con i conti in ordine?”. Lei che opinione ha dell’ad di Unicredit, Orcel? “Non lo conosco, ma non mi pare abbia un grande interesse per molte questioni nazionali”. Il problema è Unicredit o è Orcel? “Dico che se un certo mondo della finanza vuole salvaguardare il bene diffuso, se crede in certe operazioni, lo faccia ma lo scopo deve essere quello che dicevamo, ovvero l’interesse nazionale….non solo la remunerazione di pochi o la continuità manageriale”. Sta dicendo che Orcel dovrebbe lasciare la guida? “Siamo seri! Figuriamoci se io posso, semmai lo volessi, determinare le sorti di un manager così importante! Sto dicendo che talvolta, a fronte di giusti e legittimi aiuti normativi o fiscali, alcune realtà finanziarie non si sono sempre dimostrate attente al supporto verso interventi di interesse generale”. State cercando di spostare il potere finanziario da Milano a Roma, cercando di favorire la scalata di Caltagirone e Milleri a Generali? “Non c’è un derby Milano-Roma e non esistono i ‘lanzichenecchi al contrario’ ma solo imprenditori seri che operano ormai in scenari globali”. Perché vi siete fermati con le privatizzazioni annunciate? “Le privatizzazioni le hanno fatte D’Alema e Bersani, in alcuni casi dismettendo asset strategici, tanto che non è rimasto molto. Le nostre sono diluizioni di partecipazioni e non ho notizia che il programma si sia interrotto”. Torniamo all’inizio. Dovevate liberarvi di Mps e ora la utilizzate per assemblare il Terzo Polo bancario. E’ la vostra ultima ossessione? “Non ci siamo intestarditi, ma pensiamo che il mercato offra questa opportunità e che sia vantaggiosa per famiglie e imprese”. E’ vero che l’ex direttore generale del Mef, Marcello Sala, ha lasciato perché in disaccordo con il risiko bancario? “Sala è andato a ricoprire su mandato di Cdp un incarico prestigioso e va a presiedere un’eccellenza come Nexi”. FdI si prenderà la guida della Lombardia? Sarà lei il prossimo candidato? “Alla guida di Mediobanca? Pensavo mi chiedesse questo”. Sarà lei? “A Mediobanca? Lo escludo… Nagel è più abile!”.