
Il colloquio
Emanuele Fiano: "La mia sinistra ignora l'esistenza di Hamas. Il Pd impari a difendere anche il diritto dello stato di Israele"
L'ex deputato del Pd e segretario di Sinistra per Israele commenta lo slogan "Palestina libera" dei Patagarri al concerto del primo maggio: "Un motto sterminazionista", dice. Poi ammonisce la sinistra italiana che "difende i palestinesi ma dimentica il 7 ottobre"
“Non sono sicuro che i Patagarri, al concerto, avessero contezza di quello slogan: Palestina libera”. Di cos’erano inconsapevoli, Emanuele Fiano? “In ambito ebraico quelle parole, che invocano la Palestina libera dal Giordano al Mediterraneo, vanno a parare sulla cancellazione di Israele, sullo sterminio della popolazione. Magari il sottotesto era: Gaza libera, Cisgiordania libera. Chissà. Ma il senso comune oggi è quello: Via Israele e il Sionismo”.
Lo slogan è stato pronunciato sulle note della canzone popolare ebraica Hava Nagila. C’è chi l’ha definita una macabra trovata. “Utilizzare l’appropriazione culturale di una canzone storica israeliana fa parte dell’insalata russa che è diventata la conoscenza di questo fenomeno. Fenomeno, intendiamoci, che io ho imparato a non giudicare da un singolo episodio. Fenomeno rispetto al quale non chiudo gli occhi su Gaza e sulla politica di Netanyahu. Anzi. Condanno in prima persona, come molti israeliani, la tragedia dei civili palestinesi e chiedo da sempre la fine della guerra. E però mi domando: se qualcuno in ambito sionista si fosse appropriato di una musica arabo-palestinese, cosa sarebbe successo?”. Cosa? “Semplice. Ci sarebbe stata una sollevazione di scudi”.
Emanuele Fiano, ex deputato del Pd, rispetto a conflitto in Medio Oriente non attribuisce torti e ragioni. Piuttosto pensa, sulla scia dello scrittore israeliano Amos Oz, che “il grande nemico, oggi, sia il fanatismo”. Lei, Fiano, presiede Sinistra per Israele. Ecco, qual è l’atteggiamento della sinistra italiana? “La dimensione del dramma a Gaza soverchia ogni giudizio, storico e contemporaneo. E’ un dramma terribile, ma la sinistra deve rendersi conto che in quella terra si scontrano due diritti, e non un diritto e un torto. Deve capire che c’è stato un 7 Ottobre. E che mentre difende i diritti dei palestinesi, non deve dimenticare il diritto dello stato di Israele. Se si pencola da una parte sola – critica che pongo al Pd, e alla sinistra tutta e alla destra israeliana – non si aiuta la pace”.
La sinistra italiana pencola da una parte sola? “La sinistra storica concepisce, per impostazione, che il più debole abbia sempre ragione. Il che varrebbe se le guerre fossero simmetriche, ma la guerra contro il terrorismo è asimmetrica. Dal punto di vista dei diritti, certo, c’è un’altra asimmetria. Perché Israele è uno stato, e finché non ci sarà uno stato palestinese non ci sarà una pace. Ma da un punto di vista bellico, Hamas non è paragonabile a un esercito regolare. La sinistra dimentica che da quarant’anni esiste un’organizzazione terroristica che nel suo statuto prescrive la volontà della distruzione dello stato di Israele e la persecuzione degli ebrei in tutto il mondo. Ciò detto, se posso, darei un consiglio alla mia famiglia politica…”. Prego. “L’8 e il 9 maggio, a Gerusalemme, 40 organizzazioni pacifiste bipartisan, israeliane e palestinesi, organizzano una manifestazione. Ecco, cari amici e compagni, andate a parlare con loro, aiutate il campo della pace. Fate vedere che non parlate solo con i palestinesi”.