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Vicepremier, ministro, capo di partito
Il fardello di Tajani. “Come Atlante” (per Mulè). “Uno e trino” (per Ronzulli). Tre ruoli (e c'è pure il Ppe)
Vicepremier, ministro degli Esteri, vertice di Forza Italia nonché vicepresidente uscente del gruppo più sostanzioso a Bruxelles (con ottime probabilità di rielezione): c’è altro? Chissà. Oggi a Valencia per il congresso dei Popolari europei
Vicepremier, ministro degli Esteri, vertice di Forza Italia nonché vicepresidente uscente – e in teoria rientrante, se rieletto – del Ppe, Partito popolare europeo al cui congresso a Valencia si trova oggi, dopo aver incontrato gli imprenditori italiani in terra di Spagna, per giunta nel giorno del grande black-out: ma Antonio Tajani è uno e trino, ci si domanda? “Uno e trino, beh sì, l’importante è riuscirci”, dice, a mo’ di boutade, la vicepresidente azzurra del Senato Licia Ronzulli, convinta che “tutto si tenga”, nella sovrapposizione di ruoli “fondamentali” in capo al segretario del suo partito, nel senso che il ministro, dice Ronzulli, “ha saputo gestire questa grande responsabilità, tanto più oggi che l’Italia ha un peso importante” nel quadro globale, e quindi “solo lui, eventualmente, se in futuro sentirà eccessivo carico su più fronti, potrà dire qualcosa in direzione di un aiuto o di un rafforzamento”. E insomma, dopo il funerale di papa Francesco, il Tajani ministro degli Esteri è volato in Spagna, guardando all’Italia “centrale sulla scena internazionale”, mentre il Tajani segretario di Forza Italia diceva all’opposizione: “Nun ce volete sta’” (nel senso del voler riconoscere i risultati “talmente evidenti” a suo avviso ottenuti del governo).
Intanto, il Tajani vicepresidente uscente (ma con ottime probabilità di rielezione) del Ppe si dichiarava a favore di una ricandidatura di Manfred Weber alla guida dello stesso: “Se sarò eletto vicepresidente ancora una volta”, diceva, ricordando la comunanza di vedute con Weber in tema di immigrazione, “lavorerò perché il Ppe sia sempre più forte”. E ancora: “Il Ppe è la garanzia della stabilità dell’Europa, è la prima forza politica nel Parlamento, ha 15 commissari europei compresa la presidente von der Leyen; è la forza politica che ha il compito di cambiare le cose”. E quindi: Italia più forte, Ppe più forte, Forza Italia più forte? Negli ultimi giorni no (o nì, a seconda dei sondaggi), ma quell’8,5 per cento stabile per il partito è comunque specchio di un recente flusso positivo. Il vicepresidente azzurro della Camera Giorgio Mulè, sottolineando “il peso della responsabilità che grava su FI nella maggioranza e al governo”, non vede vacillare il Tajani che oggi, dice, “si trova nella posizione di Atlante che porta su di sé il mondo”.
“Tajani è perfettamente in grado, eventualmente, se dovesse lui stesso per primo avvertirne il bisogno”, dice Mulè, “di trovare un modo per evitare scoliosi politiche”. Qualche consiglio? “Se e quando vorrà, siamo tutti a disposizione”. Intanto, il Tajani-Atlante – che a Roma spesso vive non poche turbolenze con l’altro vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini – a Valencia, nonostante il suddetto black-out che lo ha visto attivo sui social per tranquillizzare gli italiani in patria e all’estero, si è potuto concedere un pizzico di grandeur sulla “Roma caput mundi” dopo i funerali del papa e l’incontro Trump-Zelenski in Vaticano (al netto delle critiche dell’opposizione): “Penso a tutti gli eventi…e anche la decisione di scegliere Roma come sede dei colloqui tra Stati Uniti e Iran sul nucleare mi sembra una scelta di riconoscimento del ruolo dell’Italia, della centralità dell’Italia per quello che rappresenta”. Intanto, in Spagna, Tajani presenterà al congresso del Ppe una risoluzione sulla competitività e l’industria, due dei pilastri del consesso oltre a sicurezza e difesa.
“Non lasceremo nulla di intentato”, è il concetto espresso in una nota preliminare, “quando si tratterà di rafforzare la competitività dell’industria dell’Ue a livello mondiale, attingendo sia all’innovazione sia alla forza delle sue tradizioni e soprattutto ai suoi cittadini, con le loro competenze uniche. L’industria è e sarà il fulcro della nostra crescita”. E visto che di imprenditoria si parlava, ecco che il Tajani uno, trino e idealmente ubiquo ha ricordato anche la conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina, in agenda per il 10 e 11 luglio a Roma, alla quale sono invitati istituzioni e privati: “Dopo aver fatto tanti sforzi per sostenere l’indipendenza ucraina, non possiamo non essere protagonisti nella fase di ricostruzione. Lo stesso stiamo facendo nei Balcani, dove siamo fortemente impegnati, e mi auguro che questo possa permettere a tante imprese italiane di allargare il loro orizzonte”. C’è altro? Chissà. Tajani-Atlante è pronto.
