L'inchiesta ligure

Toti arrivato a Genova per l'interrogatorio. Il suo legale: "Presenteremo un'istanza per la revoca degli arresti"

Redazione

Il governatore ligure chiamato a chiarire davanti ai pm. Sulle eventuali dimissioni "sarà fatta una valutazione con le forze di maggioranza", dice l'avvocato

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari nella sua casa di Ameglia, in provincia di La Spezia, è arrivato questa mattina a Genova per essere interrogato dai pm Luca Monteverde e Federico Manotti. L'interrogatorio si sta svolgendo presso il reparto operativo della Guardia di Finanza del capoluogo ligure. Il colloquio durera probabilmente diverse ore durante le quali il governatore cercherà di chiarire quanto contenuto nel fascicolo dei pm, oltre novemila pagine, che lo accusano di corruzione e voto di scambio. Con lui ci sarà l'avvocato Stefano Savi. Proprio il legale in un'intervista pubblicata questa mattina dal Corriere della Sera ha tracciato quale sarà la linea difensiva seguita da Toti.  "Siamo pronti", ha spiegato al quotidiano di via Solferino. L'intenzione è quella di presentare un'istanza per la revoca degli arresti. "La presenteremo convinti che sia accolta. Sicuri no, perché non dipende da noi".  Per quanto riguarda le possibili dimissione del presidente Savi ha spiegato: "Fin dall’inizio ha detto che è una valutazione che sarà fatta, ma non in solitaria perché ha delle ripercussioni notevoli sul quadro istituzionale e deve essere assunta dopo aver consultato i suoi collaboratori e le forze politiche della sua maggioranza".

La difesa comunque punterà sulla mancanza dei rischi di inquinamento probatorio e reiterazione del reato che giustificano la misura cautelare. Dice l'avvocato al Corriere: "Essendo già stati sentiti molti testimoni, l’esigenza di tutelare l’indagine da influenze dovrebbe essere stata superata, e se si pensa che Toti possa reiterare il reato in vista delle prossime elezioni questo non può accadere perché ad esse non è interessato". Savi entra poi nel merito delle accuse al presidente della regione. L’accusa più grave riguarda la proroga della concessione Rinfuse all'imprenditore Aldo Spinelli per la quale Toti avrebbe ottenutocon tangenti per 40 mila euro a Toti. "Questa vicenda - dice Savi - deve essere letta sapendo come vanno da secoli le cose in porto dove ci sono sempre state delle grandi guerre tra terminalisti in concorrenza tra loro, poi concluse con grandi paci". I due contendenti sarebbero nel caso specifico Spinelli e il fondatore di Msc Gianluigi Aponte. Proprio la mancata soddisfazione di entrambi, secondo Savi, dimostrerebbe la buona condotta di Toti.
"È interesse pubblico mantenere la pace in modo che il porto vada avanti senza intralci. Toti non promette qualcosa a Spinelli, fa un’attività di mediazione. Va ricordato che la proroga è stata decisa dall’Autorità portuale sulla base di parametri precisi. Quando si chiude la vicenda, si lamentano sia Spinelli che Aponte. Se tutti sono un po’ scontenti e un po’ contenti, vuol dire che non si è fatto l’interesse di nessuno".

 

Resta il fatto che Spinelli ha lautamente finanziato il comitato Toti. Su questo al Corriere Savi dice: "È il vero punto di un’accusa che si ritiene che ogni qualvolta ci si interessi di qualcuno non si possa ricevere niente o viceversa. Toti afferma di aver fatto ciò che ha fatto in altre centinaia di casi, di cui faremo un elenco, sia per chi ha contribuito ai suoi Comitati sia per chi non lo ha fatto, perché guardava all’interesse pubblico che era di agevolare gli investimenti in Liguria. Molti sono andati da lui, qualcuno mandato anche dall’opposizione, ma si è sempre comportato con tutti allo stesso modo e alla luce del sole. Non vedeva nulla di male ad invitare a contribuire come ha fatto con Spinelli, che ha dato soldi a tutti i partiti. I fondi che arrivavano passavano per vie ufficiali rispettando le regole, quando ciò non è avvenuto i finanziamenti sono stati rifiutati o restituiti". Anche se anche il legale ammette che il rapporto tra Toti e Spinelli, così come emerso dalle intercettazione va: "un po’ al di là la consuetudine, per il carattere di Spinelli", ma comunque "non oltre un rapporto di lavoro tra un presidente che si occupa di fatti di interesse della regione ed un imprenditore".


Per quanto riguarda invece i 55 mila euro che nel 2022 dal conto del Comitato Toti vanno ad un conto personale del governatore l'avvocato di Toti al Corriere spiega: "È stato tutto vagliato dalla Guardia di Finanza, nessuno ha contestato un centesimo fuori dalle regole. Anticipava il denaro per l’attività politica e poi veniva rimborsato, oppure veniva bonificata una somma per far fronte alle spese. Il conto era gestito dalla tesoriera del Comitato". Tra questi però ci sono anche 25 mila euro spesi come risarcimento di una diffamazione sui social dell'ex presidente della regione, oggi senatrice di Iv Raffaella Paita. Su questo Savi sostiene: "Si trattava di una questione che rientrava totalmente nell’attività politica".