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Draghi è pronto per l'Europa: un'occasione da cogliere per l'Italia

Claudio Cerasa

L'Ue del futuro dovrebbe essere ancora una volta guidata da una grande coalizione tra liberali, socialisti e popolari. Nel corso dei mesi, però, la candidatura di von der Leyen si è indebolita. E potrebbe servire una figura tecnica per mettere tutti d'accordo

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Mario Draghi è tornato, almeno sui giornali, almeno nel dibattito pubblico, ed è tornato per tre ragioni diverse. La prima ragione riguarda la forza delle sue idee, la seconda ragione riguarda la confusione delle europee, la terza ragione riguarda la debolezza dei candidati alla guida delle istituzioni europee.

L'appuntamento da cerchiare sul calendario è quello del weekend dell'8 e del 9 giugno, quando gli elettori di ventisette stati europei decideranno quali forze politiche premiare. In vista di quella data l'ex presidente del Consiglio, ex governatore di Bankitalia, ex numero uno della Bce, ha qualche cartuccia da utilizzare. E lui stesso, possiamo assicurarvi, ci crede. Ma cosa è successo? Facile. Draghi è stato incaricato, mesi fa, dall'attuale presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, di redigere un documento sulla competitività in Europa. Il documento doveva essere un pezzo del programma bis di von der Leyen. Nel corso dei mesi, però, la candidatura di von der Leyen si è indebolita. E Draghi ha deciso di anticipare, lo ha fatto martedì scorso, i contenuti di quel documento, durante una conferenza a Bruxelles. Motivo? Ovvio. L'Europa del futuro dovrebbe essere ancora una volta guidata da una grande coalizione tra liberali, socialisti e popolari. E se gli equilibri di quella coalizione dovessero essere incerti, una figura tecnica potrebbe aiutare a mettere tutti d'accordo. Problema: Draghi ha un partito che lo sostiene? Sì e no. In Italia ha i partiti di centro, in Europa ha un presidente centrale, Emmanuel Macron, che proverà a usare il tassello Draghi per far sì che il suo gruppo europeo di riferimento (Renew Europe) possa contare e ottenere posti importanti. Ci dice un amico di Draghi: Mario non ci credeva, ora ha capito che è possibile. Presidenza della Commissione? Difficile. Presidenza del Consiglio europeo? Meno impossibile. Chissà.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.