(foto Ansa)

Il colloquio

Procaccini (FdI): “Il no della Lega al patto migrazioni? E' campagna elettorale”

Luca Roberto

L'eurodeputato meloniano e presidente di Ecr: "Anche il Carroccio sa che rispetto a 2-3 anni fa è cambiato tutto. Ma la campagna elettorale condiziona le scelte". E sulle tensioni nel governo: "Non si vada oltre un certo limite. La stabilità del governo è un asset non rinunciabile"

Il presidente del gruppo Ecr ed eurodeputato di FdI Nicola Procaccini dice che il voto sul Patto migrazione e asilo “non è il nostro ideale, ma sotto diversi aspetti migliora lo status quo. E segnala un cambio di paradigma sulle politiche migratorie, su cui si potrà ripartire nella prossima legislatura”. Per questo, anche per il riconoscimento che “il ministro Piantedosi ha fatto un ottimo lavoro”, si nota la distanza dalle posizioni della Lega, che quell’accordo per larga parte l’ha rifiutato. Insomma, Salvini ha rinnegato il lavoro di Piantedosi? “Ma anche loro sanno che rispetto a 2-3 anni fa è cambiato tutto, che c’è stata una virata importante sul tema immigrazione. Purtroppo l’approssimarsi delle elezioni europee e della campagna elettorale condiziona le scelte di tutti”, dice Procaccini al Foglio. “E’ chiaro che per la Lega, come per noi o per il Pd, non è mai facile trovare il giusto equilibrio tra la posizione nazionale e l’appartenenza al gruppo europeo. Che nel loro caso ricomprende anche partiti come i tedeschi dell’AFD. Sull’immigrazione c’è ancora del lavoro da fare, ma il voto sul Patto è importante perché prima di poterlo rimaneggiare passeranno alcuni anni”.

 

Lo stesso Piantedosi ha riconosciuto che il risultato è “il miglior compromesso possibile”. E alcuni punti in particolare vengono rivendicati da Fratelli d’Italia: “In primis viene lasciata libertà ai singoli stati nello stabilire se un paese terzo è sicuro o meno”, analizza Procaccini. “Questo accelererà le procedure per i rimpatri. In più i migranti potranno essere trattenuti nei centri per un tempo più lungo, prima dell’eventuale rimpatrio, che riguarda circa l’85 per cento di chi fa domanda. L’identificazione viene fatta in maniera molto più severa, dai 6 anni in su. E c’è pure un passaggio del regolamento in cui si dice che le ong rischiano di rappresentare degli ostacoli, strumentalizzando i migranti per fini politici. Insomma, nella prossima legislatura possiamo fare di più. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, siamo ottimisti”. Eppure il voto sul Patto ha rappresentato anche un distanziamento tra FdI e altri partiti che aderiscono ai Conservatori europei: “C’è stata una differenza tra i partiti al governo, come il partito del premier ceco Fiala, che hanno votato in larga parte a favore, e quelli all’opposizione, che hanno meno necessità di sintesi”, risponde Procaccini. “Comunque, uno dei relatori di una parte del nuovo regolamento era un collega eurodeputato di Vox”.

 

A proposito di partiti con responsabilità di governo, ma questa opposizione della Lega non ha caratteri strumentali studiati per farvi male? Del resto è stata la stessa premier Meloni a non gradire l’ospitata di Marine Le Pen all’ultima convention dell’ultradestra organizzata a Salvini, in cui quest’ultima attaccava la premier: “In quell’occasione è stato sgradevole applaudire l’intervento di un’esponente francese che attaccava il presidente del Consiglio di un governo di cui si fa parte”, dice l’eurodeputato di Fratelli d’Italia. Che nel percorso verso le europee ha quasi la certezza che le turbolenze interne alla coalizione possano aumentare: “E’ naturale, con una legge elettorale proporzionale. Ma non bisogna esagerare”. Con una postilla che sembra rivolta proprio a Salvini e ai suoi: “Il nostro obiettivo è riproporre in Europa la coalizione che governa in Italia. Bisogna stare bene attenti perché oltre un certo limite non si deve andare. La stabilità del governo è un asset non rinunciabile da un punto di vista politico ma anche economico”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.