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in parlamento

Primo sì al premierato. Ma la Lega pone il problema della legge elettorale

Redazione

In commissione Affari costituzionale il primo ok alla riforma. Ma il leghista Tosato avverte: "Vogliamo essere sicuri che regga". Oggi FdI lancia i "Comitati civici per il premierato"

E' arrivato il primo sì al premierato, la "madre di tutte le riforme", come la definisce la premier Giorgia Meloni. La discussione di ieri in commissione Affari costituzionali del Senato, che ha visto l'ok all'articolo che introduce l'elezione diretta del premier, però, ha visto un'inaspettata cautela da parte della Lega, che ha posto una serie di questioni sull'adozione della legge elettorale. "Io vorrei solo essere sicuro che la riforma regga. Quando si modifica la Costituzione bisogna essere perfetti. Non vorrei ci si accorgesse, invece, che alcune modifiche sono necessarie solo in seconda lettura", ha detto intervenendo in commissione il vicepresidente leghista Paolo Tosato. Così al termine della seduta la stessa ministra per le Riforme Elisabetta Alberti Casellati ha riconosciuto che "il doppio turno può essere un'ipotesi". Una concessione arrivata anche dal presidente della commissione, Alberto Balboni di Fratelli d'Italia, che ha detto: "Le sentenze della Corte costituzionale le leggiamo anche noi. Non fisseremo la soglia al di sotto del 40 per cento, forse più alta", riferendosi alla soglia alla quale bisogna accedere per ottenere il premio di maggioranza.

Critiche, invece, sono arrivate da tutte le opposizioni. Secondo Dario Parrini, senatore del Pd, "la mancanza di indicazioni sulla legge elettorale crea molti problemi". Anche dal M5s, per bocca della sentarice Alessandra Maiorino, arriva una bocciatura, perché con questa riforma il governo vuole "una deriva plebiscitaria". La maggioranza (almeno una parte) comunque tira dritta. E già si prepara alla campagna referendaria. E per dare sostanza a questa prontezza proprio Balboni oggi presenterà i "Comitati civici per il premierato". "Siamo pronti al referendum ma non sarà un voto sul governo", ha detto al Messaggero il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti. Segno che si vogliono evitare spettri che guardino al passato. 

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