Il racconto

Il messaggi di Giambruno: "Giorgia è fantastica". E Striscia lo bracca ancora

Simone Canettieri

Il giornalista e la premier: "Lei è stata, è e sarà la persona più importante della mia vita". Cronaca del ritorno del "mollato d'Italia" il giorno di San Valentino: "Sono una persona perbene"

Alla fine aleggia una domanda fra i tavolini del bar Vanni, quartiere Prati e bancone del mondo Rai: quello di Andrea Giambruno è stato un messaggio di San Valentino a Giorgia Meloni oppure il giornalista ha inaugurato la festa di “San Pizzino”? Ci sono parole cifrate in questi Baci Perugina inviati dal palco del Teatro Manzoni? Il succo dell’appuntamento si esaurisce in 57 secondi netti.

Domanda di Candida Morvillo del Corriere: Andrea, cos’è per te Giorgia? Risposta dell’ex conduttore Mediaset: “E’ stata, è e sarà sempre la persona più importante della mia vita: per me è una persona fantastica a prescindere dal fatto che abbiamo una famiglia insieme”. 


E quindi? “La storia per me non è come sembra, è complessa, ma Andrea deve stare attento”, ci viene in aiuto Giulia Cerasoli, firma di Chi nonché autrice della mitica e ultima intervista a Giambruno da compagno della premier. Quella del “cuore gitano” e forse “ci sposiamo con Giorgia, o forse già siamo sposati”.

Parole che avrebbero provocato l’ira funesta di Antonio Ricci al punto da spingere il patron di Striscia a rendere noti i fatali fuorionda boccacceschi. “Mi sembra un cane bastonato”, dirà invece Umberto Pizzi, decano dei fotografi romani sempre presente nelle occasioni che contano. Sì, alla fine ci si intervista fra giornalisti perché questo è il pubblico in sala: cronisti, fotografi e addetti ai lavori. L’occasione è il lancio del libro di Candida Morvillo (“Sei un genio dell’amore e non lo sai” di HarperCollins) con il mollato d’Italia (ammesso che sia così) e Gaia Tortora, vicedirettrice del Tg La7. La quale, in un impeto di garantismo corporativo, difese Giambruno ai tempi delle bufera spiegando che se uscissero tutti i fuorionda delle redazioni non lavorerebbe più nessuno. Anche se non tutti sono i compagni di una delle donne più influenti del mondo. Sala non pienissima, ma abbastanza variegata. Curiosi  e amici delle giornaliste (avvistati Sara Manfuso e il marito ed ex deputato del Pd Andrea Romano). C’è anche una porpora in sala: è l’arcivesco Costanzo, della Chiesa vetero cattolica, insomma uno scissionista: “Prego per Andrea, mi piace Giorgia: spero che tornino insieme. Il potere spesso induce a tentazioni e peccati”. E’ un Tony Renis con il crocifisso. 


Gli occhi sono tutti puntati su Giambruno che scaccia le telecamere prima e dopo. Seduti ci sono i suoi amici e supporter: il giornalista Massimiliano Lenzi e il direttore del Tempo Davide Vecchi. L’attuale autore del “Diario del Giorno”, programma che dopo le note vicende non conduce più, sembra un mix fra un personaggio di un libro di Vitaliano Brancati ed Erich Fromm, per come si destreggia nelle questioni di cuore, giù giù fino alle terme dell’anima.


“Assomiglia a Matteo Renzi: è uguale”, dicono diverse signore di Prati, impellicciate in prima fila. Smorfie con la bocca, le dita che tamburellano sulla coscia, la gamba che ondeggia in continuazione, la bocca a cuore, mosse nervose del collo, lo sguardo verso le telecamere, un accenno di ciuffo come marchio di fabbrica. I tempi giusti per la battuta: “Sembra una seduta di autocoscienza”. Non suscita antipatia.
Mimetizzati ci sono due operatori di Striscia la notizia che non lo mollano un attimo. 

Ma chi glielo avrà fatto fare al grande ex d’Italia? Per Morvillo è un colpo mediatico (lunedì presenterà il libro a Milano con la coppia Santamaria-Barra), ma lui perché sta qui? E lei, Meloni, soprattutto è contenta che si torni a scrivere di questa vicenda personale dopo che ha fatto il giro del mondo? Ma poi soprattutto: stanno ancora insieme? Fatti loro, ma la serata è rosa e gossippara con questo divo divissimo, tutto tirato, in completo blu a righine e mocassini neri con nappe chic. Lui vorrebbe fare le domande a Morvillo, ma è ovvio che a fare titolo siano i suoi virgolettati. Tipo: “In amore sono ripetente”. Oppure, questo molto denso: “L’amore così facile non è”. E ancora: “Se mi sono sempre amato? Beh, sì”. Piacione, guascone, bonaccione. Quasi provocatore quando chiede a Morvillo: “Come si riconosce un perditempo?”. Papà eccezionale, come sottolinea Tortora. Politicamente corretto, se serve: “Il termine preda? Che brutto termine”. C’è poi una parte molto intima che Giambruno dice dal palco con una certa convinzione: “Spero che mia figlia un giorno mi valuti come un buon padre. Si può sbagliare, ma io mi sono risollevato e sono una persona perbene”. La presentazione del libro dura un’ora. Giambruno se ne va e scaccia le telecamere: “Ho già parlato”. La troupe di Striscia non lo molla. Ai tavoli del bar Vanni le coppie si scambiano bacini mentre fanno l’aperitivo.
      

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.