Antonio Decaro - foto Ansa

Asse Bari-Napoli

Decaro sogna Strasburgo, ma ha un problema con il Bari calcio

Gabriele De Campis

La strada verso il parlamento europeo si complica per il presidente dell'Anci. Mentre cerca di sciogliere le frizioni calcistiche tra Bari e Napoli 

La rotta per Bruxelles di Antonio Decaro, presidente Anci e prossimo candidato alle Europee del Pd, passa dall’asse Bari-Napoli: accordi e desistenze con i dem campani insieme alla risoluzione della querelle legata al futuro del Bari calcio, di proprietà della famiglia De Laurentiis. Il club biancorosso naviga in acque tempestose – ha cambiato tre allenatori nella stagione in corso – e adesso ha pure la tifoseria mobilitata per chiedere il cambio di  proprietà. Ora ci si è messo anche il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che nella sua conferenza stampa fiume ha descritto il Bari come “la seconda squadra” della società partenopea. Il pubblico sportivo biancorosso è insorto (“non siamo secondi a nessuno”), mentre il sindaco Antonio Decaro ha invitato il patron della Filmauro a scusarsi. Addirittura il figlio Luigi, presidente del Bari, ha dovuto con un post prendere le distanze dal padre (“mi dissocio”), mentre don Aurelio in serata ha messo una toppa (“sono stato frainteso”).


Decaro, in gioventù sognava di fare carriera come centravanti nella squadra dilettantistica del Cas Torre a Mare, ora deve parare i colpi di chi lo considera il mentore dei De Laurentiis, avendo scelto di assegnare il titolo sportivo alla società campana post fallimento (grazie all’interessamento dell’imprenditore barese delle sale cinematografiche, Francesco Santalucia, e dei dem romani: qualcuno scomoda pure Walter Veltroni). L’alternativa a De Laurentiis poteva essere, in un percorso che ha avuto una pubblica raccolta di manifestazioni di interesse, quella di Claudio Lotito, proprietario allora di Lazio e Salernitana, nonché parlamentare del centrodestra. Non a caso Decaro ha tuonato  contro le parole “offensive” di De Laurentiis, lesive “dell’intera comunità di tifosi”. E anche Fdi cavalca la protesta, chiedendo al primo cittadino di garantire la dignità del club. La sorprendente leadership di Decaro, del resto, si era consolidata in una effervescente assemblea nel luglio del 2018 dopo il crac del club: il sindaco intervenne nel vecchio Stadio della Vittoria davanti a duemila ultras con una efficace retorica sulla difesa dell’identità calcistica della città.


Accanto alle frizioni calcistiche, però, c’è una importante intesa politica sull’asse Napoli-Bari: Decaro ha un feeling notevole con Gaetano Manfredi, sindaco partenopeo.  E qualcuno ipotizza che l’ex rettore della Federico II possa essere il nuovo presidente dell’Anci. E questa sinergia potrebbe sminare il terreno nella corsa verso il parlamento europeo di Decaro, che in Campania ha già iniziato a creare reti per la sfida delle preferenze. Nella tornata del 2019 la Puglia dem rimase senza europarlamentare: furono eletti quattro campani mentre la cerignolana Elena Gentile (uscente) rimase a casa per poche centinaia di preferenze. Da qui il detto latino adattato ai nostri tempi: historia pallonarum, magistra vitae (et Ue).