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Lollobrigida e il via libera a chi va a comandare col trattore in tangenziale

Luciano Capone

Picchetti ai caselli autostradali e un morto a Catanzaro sulla strada bloccata dagli agricoltori. Ma dal ministro nessuna condanna. Il governo, durissimo con gli ambientalisti che bloccavano le strade, ora sta dalla parte di chi protesta

Alla fine c’è scappato il morto. Un uomo, a Catanzaro, è deceduto dopo aver accusato un malore mentre era in coda sulla statale bloccata da una protesta. I soccorsi sono dovuti arrivare in elicottero, ma non c’è stato nulla da fare. Il governo per mesi, a ogni blitz di Ultima generazione, ha lanciato l’allarme sui rischi di certe manifestazioni illegali. Ma ora che la tragedia si è consumata resta in silenzio. Perché la protesta non è degli ambientalisti ma degli agricoltori. Anzi, il ministro Lollobrigida si schiera dalla loro parte.

 

La protesta, esplosa in Germania a seguito di alcuni tagli del governo ai sussidi agricoli, da privilegi fiscali allo sgravio sul gasolio, è divampata nel resto d’Europa, a partire dalla Francia, per arrivare anche in Italia. Qui si protesta non contro misure specifiche del governo, ma genericamente contro le politiche agricole dell’Unione europea, contro le “politiche green”, si chiedono maggiori sussidi e singolari richieste di fissazione per legge dei costi di produzione dei prodotti. Tra i “capi”, almeno mediatici, della protesta ci sono personaggi che una decina di anni fa animavano il “popolo dei forconi”.

 

I trattori hanno paralizzato per ore il traffico, in entrata e in uscita, al casello autostradale di Orte. Allo stesso modo, vari presidi in molte parti dell’Italia hanno interrotto le principale arterie stradali. Col trattore in tangenziale andiamo a comandare, letteralmente. Le modalità sono quelle, illegali, dei blocchi stradali – analoghi a quelli degli attivisti di Ultima generazione. Stessi metodi, ma per finalità opposte. Gli agricoltori contro le politiche green troppo dure, gli ambientalisti contro le politiche green troppo soft.

 

Ma la reazione del governo, stavolta, è stata molto differente. Il ministro dell’Agricoltura, invece di condannare e prendere le distanze da forme illegittime di protesta che ledono le libertà e i diritti costituzionali degli altri cittadini, se l’è presa con “le sinistre e alcuni giornalisti cresciuti a champagne”, colpevoli di “deridere” le sue politiche. Nello specifico, l’aver proibito un prodotto che non esiste (la carne coltivata) e l’aver lanciato la sfida alla space economy portando la pasta italiana in orbita. “Del resto, nei loro salotti e nelle loro redazioni l’odore di letame non arriva”, ha scritto il ministro in un post a tratti poetico su Facebook in cui se prende con quelli “pronti a dettagliare sull’italiano rozzo che non capisce la bellezza delle mani da pianista e continua a guardare con infinita stima a chi le ha segnate, come fossero anelli sui tronchi degli alberi, per ogni giorno di lavoro”.

 

In un altro comunicato, Lollobrigida afferma che il governo Meloni è dalla parte di chi protesta: “In Francia e in Germania manifestano le associazioni rappresentative del mondo agricolo rispetto a delle politiche che noi contestiamo dal primo giorno”. Nessuna censura nei confronti delle proteste illegittime di chi blocca le strade. E pensare che proprio questo governo, con il “pacchetto sicurezza” varato il 16 novembre e che sta per essere incardinato alla Camera, proprio in seguito al moltiplicarsi di queste forme di proteste da parte degli ambientalisti, con l’art. 11 ha introdotto una stretta sui blocchi stradali, trasformando quello che era un illecito amministrativo in un reato punibile da sei mesi a due anni di reclusione “se il fatto è commesso da più persone riunite”. La norma, tra l’altro, punisce severamente sia chi chi blocca le strade sia chi blocca le ferrovie. Cioè chi ferma un treno (nella fattispecie non rientra, però, il caso di un ministro che richiede una fermata straordinaria).

 

Tutta questa inflessibilità era diretta contro gli ambientalisti, ma è stata completamente rimossa ora che a comportarsi allo stesso modo sono categorie ritenute vicine al governo. Anziché occuparsi dei metodi della protesta, definire cioè come è lecito esprimere il dissenso, il governo si occupare del merito: avere condotte illegali è più o meno legittimo a seconda delle posizioni politiche espresse.

 

Non a caso, l’unica condanna di Lollobrigida è stata contro il brutto gesto di alcuni agricoltori che hanno bruciato le bandiere della Coldiretti, stretta alleata del governo. “Considero sbagliato e ingiustificato ogni atto di violenza, compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto oggi a Viterbo – ha detto il ministro –. A Coldiretti si deve la battaglia contro il cibo sintetico che l’Italia sta guidando anche in Europa con risultati eccezionali”.

 

Sui blocchi stradali nessuna parola di condanna, sul morto di Catanzaro silenzio di tomba. Il messaggio per chi protesta è che se intende bloccare le strade deve farlo col trattore.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali