Giorgia Meloni - foto Ansa

Editoriali

A Giorgia Meloni manca una svolta politica

Redazione

Con l'incarico di governo la presidente del Consiglio è cambiata e ora dovrebbe dotarsi di un partito alla sua altezza

I giudizi, anche internazionali, su Giorgia Meloni e la sua azione di governo sono passati da una condanna pregiudiziale a un apprezzamento qualche volta persino esagerato. Questa variazione repentina dipende forse da una certa superficialità degli osservatori, ma riflette soprattutto la capacità della premier di agire in modo pragmatico, smentendo nei fatti anche se non nelle affermazioni tanti elementi sovranisti della sua campagna elettorale. Meloni ha saputo cambiare idea su tante cose, forse la cambierà anche sul Mes, visto che ha imboccato una strada sostanzialmente europeista, e prima lo fa meglio è. Però c’è un limite vistoso nella sua azione e, più che il governo, riguarda il suo partito, che segue, forse un po’ attonito la leader che ha conseguito  rilevanti successi, ma resta ancorato alle vecchie e superate certezze.

Una operazione politica di vasta portata, la costruzione di una prospettiva conservatrice credibile, non può restare l’opera di una sola persona. In democrazia contano anche i partiti, che rappresentano il legame con gli strati popolari, esercitano responsabilità rilevanti sul territorio e garantiscono la continuità dell’iniziativa politica. Se si può comprendere che l’impegno governativo assorba la gran parte delle energie, umanamente non illimitate, della premier, si nota che non sembra essersi occupata di costruire un gruppo dirigente all’altezza delle nuove sfide e in grado di argomentare in modo convincente per la base organizzata le svolte che la realtà ha reso necessarie. È un limite che hanno avuto e hanno anche gli altri leader del centrodestra, compreso Berlusconi. Meloni ha l’ambizione di caratterizzare una fase non episodica, ma se vuole dare sostanza  a questa aspirazione  dovrebbe dotarsi degli strumenti necessari: un partito consapevole delle svolte politiche, per poter dare continuità nel tempo e nello spazio, cioè nei territori, alla politica responsabile che caratterizza  in sostanza l’azione di governo.

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