Giovanbattista Fazzolari (LaPresse) 

Fazzolari: “L'Expo? Troppo debole la struttura che abbiamo ereditato da Draghi”

Simone Canettieri

Il Campidoglio a guida Pd e il governo a trazione Fratelli d’Italia evitano lo scambio di accuse. "Abbiamo già avuto un’Expo pochi anni fa a Milano, quindi forse questo ha influito", dice il braccio destro di Meloni

In Italia la sconfitta è sempre orfana. E così mentre il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, si è scusato pubblicamente per il fallimento della candidatura di Busan, arrivata seconda davanti a Roma nella gara per ospitare l’Expo 2030, alle nostre latitudini il clima è assai diverso. La politica non si morde (eccezion fatta per gli affondi di Italia viva e M5s). Anzi, il Campidoglio a guida Pd e il governo a trazione Fratelli d’Italia evitano lo scambio di accuse. “Fino all’ultimo il sindaco Roberto Gualtieri e la premier Giorgia Meloni si sono parlati, remando nella stessa direzione”, racconta chi ha gestito il dossier della candidatura. Ma allora com’è stata possibile questa magra figura della Capitale che si è fermata a quota 17 voti?

   

Giovanbattista Fazzolari, braccio ambidestro della premier, spiega al Foglio: “Candidatura partita debole, visto che l’Italia si era già aggiudicata Milano 2015 e molti stati non hanno mai ospitato l’Expo. Organizzazione ereditata dal precedente governo, evidentemente troppo debole rispetto alla sfida”. E qui dunque il potente sottosegretario, non certo il primo che passa, sembra ributtare la palla nel campo dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. E proprio l’ex banchiere centrale, durante la presentazione del libro di Aldo Cazzullo sull’Urbe (“Quando eravamo i padroni del mondo”) è intervenuto sollecitato su questo argomento: “Non so perché abbiamo avuto solo 17 voti, ma una cosa che mi è venuta in mente subito e che noi abbiamo già avuto un’Expo pochi anni fa a Milano, quindi forse questo ha influito”.

   

Dunque la congiura dei petroldollari della vincitrice Riad non serve a giustificare questo ko? “Non credo ci sia un complotto come ho sentito dire. Non conosco l’intera storia. Si parla già di complotti: c’è tutto il mondo che vuole questa Expo e noi l’abbiamo appena avuta”. Polemica sottile: nel centrodestra e centrosinistra dicono che la candidatura fu un’idea dell’ex sindaca grillina Virginia Raggi, lanciata in campagna elettorale per far dimenticare il no alle olimpiadi. Dal Campidoglio raccontano piccoli episodi di incomprensione con la Farnesina e registrano come la mancata conferenza africana sul Piano Mattei (anche la Tunisia ha votato Riad) sia stata un’occasione mancata di lobbying. Ma sono polemiche sottovoce. Non rimane che il Giubileo. Amen.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.