Elly Schlein (Ansa)

Passeggiate romane

Schlein non si associa al coro della sinistra filopalestinese

I fedelissimi della segretaria del Partito democratico vorrebbero una posizione più decisa contro il governo di Israele. Ma la leader per il momento non intende assecondarli. Intanto,dopo De Luca, anche Bonaccini ed Emiliano starebbero pensando al terzo mandato

Elly Schlein fatica sempre più a tenere i “suoi”. I fedelissimi della segretaria del Partito democratico vorrebbero dalla leader una posizione più decisa a favore dei palestinesi e contro il governo di Israele. Per questa ragione la leader dem, che nella fase iniziale del conflitto aveva preferito farsi consigliare dai “vecchi” del Pd anziché consultare la nuova guardia, negli ultimi giorni sta facendo degli aggiustamenti di posizione. Ma Schlein non intende comunque associarsi al coro della sinistra filopalestinese. Riuscirà la segretaria a portare avanti fino in fondo questa sua linea? 

Il Partito democratico potrebbe dover affrontare presto una nuova grana. Sembra infatti che non solo Enzo De Luca, ma anche Stefano Bonaccini e Michele Emiliano, stiano riflettendo sull’opportunità di un terzo mandato. I governatori dem di Emilia Romagna e Puglia temono che la conquista da parte loro di un seggio a Strasburgo si tramuti in una sorta di esilio, mentre sono convinti che dalla presidenza di quelle due regioni possano intervenire più attivamente nella politica nazionale e possano incidere maggiormente sulla linea del partito. Il prossimo 28 ottobre si terrà a Firenze la grande convention dell’area di Stefano Bonaccini, c’è grande preoccupazione, però, presso i colonnelli del governatore dell’Emilia Romagna. Il timore infatti è che, in caso di un’escalation del conflitto tra Hamas e Israele, l’iniziativa possa subire la stessa sorta della tre giorni dei dems di Andrea Orlando, a cui i media, per ovvie ragioni, non hanno dedicato nessuno spazio. 

Raccontano che Dario Franceschini, sia sempre intenzionato a creare un correntone –  nonostante le perplessità di alcuni esponenti della sua stessa area – che si opponga a quello di Stefano Bonaccini, mettendo insieme tutto i pezzi del Pd che sostengono la segretaria Elly Schlein. Franceschini quindi non demorde e vuole mandare in porto questa operazione entro Natale. 

La scelta del Partito democratico per la manifestazione dell’11 novembre è alla fine caduta si Piazza del Popolo. Piazza di media dimensione, quindi, non grandissima come quella del Circo Massimo o come Piazza San Giovanni dove all’inizio di fedelissimi della segretaria pensavano di fare la manifestazione. Ci sono state molte riunioni al Nazareno per  ideare la location, poi la scelta è ricaduta su Piazza del Popolo perché si conta di attrarre anche lo “struscio” del sabato pomeriggio in Via del Corso. Ciò non significa però che non ci sia una qualche apprensione per l’affluenza. Tanto più dopo che Maurizio Landini è riuscito a mobilitare centomila persone. Ancora incerta la presenza o meno di Giuseppe Conte. 

Sicuramente i 5 Stelle invieranno una delegazione a Piazza del Popolo, ma il loro leader è assillato da un dilemma morettiano: mi si nota di più se ci vado o se non mi presento? Qualcuno nel Movimento ha suggerito all’ex premier di portarsi dietro una claque così da assicurarsi i battimani anche “fuori casa”. Del resto, non sarebbe una novità: quella delle claque grilline è una tecnica consolidata utilizzata spesso alle feste dell’Unità.

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