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Editoriali

Prima si chiede aiuto alle Ong, poi si multano perché favoriscono l'immigrazione

Redazione

Trafficanti a giorni alterni. Open Arms, Aurora e Sea-Eye 4 sottoposte a fermo amministrativo per accuse che dimostrano la totale mancanza di strategia e il controsenso delle misure del governo

Mancanza di strategia, si scriveva su queste colonne, a proposito della gestione dei migranti. Ma prima ancora, verrebbe da aggiungere, si nota una certa mancanza di logica nella gestione dei salvataggi in mare. Il colpo di coda di chi al governo ha visto con sospetto le richieste d’aiuto rivolte dal Comando generale delle Capitanerie di porto alle navi delle ong è arrivato puntuale. E così il paradosso, l’ennesimo, si è compiuto. In poche ore tre navi umanitarie – Open Arms, Aurora e Sea-Eye 4 –  sono state sottoposte a fermo amministrativo per 20 giorni, con svariate migliaia di euro di multe.

 

L’accusa, per Open Arms e Sea-Eye 4, è di avere compiuto salvataggi multipli, mentre nel caso di Aurora sarebbe di avere portato in salvo i 72 migranti salvati nel porto più vicino, quello di Lampedusa, invece che in quello assegnato dalle autorità italiane, quello più distante di Trapani.

 

Delle tre è ovviamente il caso di Open Arms a rivelarsi il più eclatante. “Prima ti chiedono di fare decine di salvataggi perché la Guardia costiera non ha carburante per le sue motovedette, poi applicano il decreto Meloni che limita i salvataggi a uno per volta. Una politica che tenta di deformare il diritto internazionale”, ha commentato Oscar Camps, il fondatore di Open Arms. Un controsenso lapalissiano che somiglia tanto a un buffetto dato per quietare l’anima salviniana che dal Viminale aveva mal sopportato le ripetute deroghe al decreto ong.

 

“Facciamo applicare leggi e princìpi che esistono da sempre in ogni stato – ha spiegato la premier Giorgia Meloni – Non è consentito agevolare l’immigrazione illegale e favorire, direttamente o indirettamente, la tratta di esseri umani”. Peccato che fino a pochi giorni fa si sia chiesto aiuto proprio alle stesse navi umanitarie che oggi invece la premier accusa di favorire l’immigrazione illegale. Un giorno si mettono al bando le ong, il successivo gli si chiede di salvare vite in pericolo, quello dopo ancora si sanzionano perché lo stanno facendo. Prima della strategia, si diceva, servirebbe una logica.

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