le dichiarazioni

L'imbarazzo di Conte e Schlein sulla grazia a Zaki: non citano il governo Meloni

Mentre Renzi e Calenda si congratulano con Palazzo Chigi, i leader di M5s e Pd fanno riferimento agli anni di mobilitazione e non al lavoro diplomatico. Ma nel Pd c'è anche chi si smarca e ringrazia l'esecutivo

La grazia a Patrick Zaki è “una bella notizia”, che arriva dopo anni di mobilitazioni per la sua libertà. E pazienza se a essere determinante, alla fine, sia stato il lavoro diplomatico del governo guidato da Giorgia Meloni: Elly Schlein e Giuseppe Conte neppure lo citano.

Quando ieri, a metà pomeriggio, è stata confermata la decisione di al Sisi, il primo a commentare la notizia dall'opposizione è stato Carlo Calenda. Senza ambiguità il leader di Azione ha fatto le sue congratulazioni “al governo e al ministero degli Esteri per il lavoro svolto”. Seguirà dopo poche ore anche Matteo Renzi: “Mi congratulo per la decisione con il presidente Al-Sisi e la presidente Meloni”.

Di tutt'altro tenore invece le parole dei due leader di Pd e M5s, che guardano indietro agli anni di battaglie spesi per chiedere la liberazione di Zaki, più che a ciò che è servito concretamente per ottenere l'assenso di Al Sisi.

D'altronde, la Schlein ha supportato con attivismo la causa di Zaki fin dal suo arresto nel 2019, lo ha citato anche nel suo primo discorso da segretaria del Pd dopo aver vinto le primarie e quando due giorni fa è arrivata la sentenza di condanna ha chiesto l'intervento del governo: “Si attivi con tutti gli strumenti possibili per ottenere la liberazione e per intercedere con il governo egiziano affinché gli venga concessa la grazia”. Poi tutto ciò è accaduto, ma il governo è diventato un attore da non citare.

Diverso l'atteggiamento di altri membri del Partito democratico altrettanto coinvolti nella mobilitazione per la libertà di Zaki, da Filippo Sensi – il primo a dare la notizia ieri in Aula al Senato, accolta dall'applauso dell'emiciclo – a Lia Quartapelle. Entrambi hanno fatto riferimento anche al governo in carica nel commentare la bella notizia.

Nel M5s Conte è invece in buona compagnia. Perché tra le dichiarazioni ufficiali - da Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5s a Montecitorio, a Maria Domenica Castellone, vicepresidente del Senato - non ce n'è una che faccia riferimento al lavoro diplomatico del governo in carica, né di quelli precedenti.

 

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