(foto Ansa)

La lettera

Parigi, i cv, le nomine. Antonio Calbi risponde al Foglio

Antonio Calbi

“Se mai capita, andrò anche in Francia per la cultura italiana, magari e nonostante il mio curriculum. Mi aspetto altri complimenti”. Ci scrive l’ex direttore dell’Inda

Gentile direttore, nell’aspro, ma in definitiva spiritoso, articolo apparso sul Foglio del 29 giugno si illustra il mio curriculum di commentatore a Repubblica, direttore artistico all’Eliseo di Roma, poi direttore a Milano per i sindaci Moratti e Pisapia, di nuovo a Roma, al Teatro Argentina, e poi al Teatro Greco di Siracusa e tanto altro. A cosa mai si deve questa angusta carriera che, a denti stretti, è lo stesso cronista estensore a descrivere? A cordate politiche o a protezione di qualche potere?

L’ottimo articolista è costretto a elencare amministratori e responsabilità politiche di varia estrazione, smarrendo lui stesso e il lettore la bussola, da Pd, a Forza Italia, alla Lega e ai Cinquestelle. Ohibo’! non sarà che Calbi è un indipendente di qualità, scelto di volta in volta da questo o quello? Appunto, risponde, sempre, l’articolista, “in politica Calbi è stato tutto e dunque nessuno”. Proprio così, umilmente mi occupo di cultura, raccogliendo successi e qualche volta insuccessi, e in politica sono nessuno.

Ringrazio il Suo giornale anche quando mi gratifica per il mio estro, polemiche e caratteraccio, avvicinandomi a Strehler, che rimane gigante e modello. Quanto ai conti della mia attività lasciamo parlare i bilanci civilistici, mai impugnati, e anche quelli, perché no? di pubblico, critica, premi e riconoscimenti, ivi comprese le mostre. Rari, a parte l’ottimo e puntuale cronista Caruso, si sono lamentati e comunque le critiche sono sempre l’alimento della cultura. Quanto al mio emolumento al Teatro di Roma – grande scandalo che richiama sempre e puntualmente le genti – esso corrisponde a quello dei miei colleghi dei teatri nazionali, successori o mancati successori, picareschi o meno, secondo la tradizione culturale spagnola cui, cortesemente, vengo avvicinato. Grazie Direttore, mi aspetto altri complimenti e, se mai capita, andrò anche a Parigi per la cultura italiana, magari e nonostante il mio curriculum.

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