(foto Ansa)

L'eredità del Cav.

"No al calciomercato". Così Meloni protegge FI da Salvini e prepara Atreju a settembre

Simone Canettieri

Ciriani al Foglio: "Nessun passaggio degli azzurri con noi, il loro ruolo vitale per il governo". La danza social del leader della Lega. E sul Cdm di giovedì sulla giustizia la premier sente e vede Gianni Letta

“Non vedo calciomercato:  non ho sentore di deputati o senatori azzurri interessati a venire da noi. Altrettanto, immagino e spero, verso la Lega. Servono responsabilità e rispetto. Il ruolo di Forza Italia per questa maggioranza e in questa legislatura è vitale”, dice al Foglio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani di FdI. La premier vuole congelare il “partito orfano” fino alle Europee. E pensa di farlo con i triumviri Marina Berlusconi, Gianni Letta e Antonio Tajani. Per capire   se Forza Italia potrà correre nel centrodestra, almeno al piccolo trotto, ha deciso di affittare il Galoppatoio di Villa Borghese, dove si  svolgerà la  prossima edizione di Atreju, festa di Fratelli d’Italia,  dal 13 al 17 settembre. Sarà l’occasione  per fare un primo bilancio, e semmai cambiare rotta. Ma è difficile. 

 
Intanto sembra essere iniziata una danza fra Meloni e Salvini per accreditarsi davanti all’opinione pubblica, dunque fuori dal Palazzo, come eredi politici di Berlusconi. La dinamica riguarda più chi insegue rispetto a chi è prima nei sondaggi. E’ una sfida empatica a colpi di post e video sui social network da parte dei “due ragazzotti”, come il Cav. li chiamava nei momenti di buio. Come quando durante l’elezione del Capo dello stato, entrambi seppur da posizioni differenti, gli fecero capire che lo avrebbero appoggiato per la scalata al Colle solo alla prima votazione utile, poi sarebbe cambiato lo schema.

Tutta acqua passata, sull’onda dell’emozione e del reale affetto. E così il capo della Lega, dopo una giornata di lacrime negli interventi tv, ha pubblicato anche il video mentre si sbarba dopo aver perso una scommessa (la caduta del governo Draghi prima delle elezioni) con Berlusconi “l’unico che è riuscito a farmi radere”. La premier d’altronde ha raccontato al Tg5 che le ultime telefonate ricevute erano affettuose e piene di complimenti “per il bel lavoro svolto”.

I profili dei due leader nei necrologi continui su Instagram svariano dal discorso della discesa in campo nel ‘94 (Salvini) al comizio contro “i soliti poveri comunisti” che contestano il capo di Forza Italia (Meloni). Eppure, come si ricorderà, a fasi alterne ciascuno dei due leader provò ad allearsi con il Vecchio Capo per depotenziare il rivale interno. Capitò ai tempi dell’idea della lista unica per le politiche Lega-Forza Italia quando si era capita l’ascesa di Fratelli d’Italia, ma anche quando uscì fuori negli ultimi tempi l’ipotesi di una federazione, a liste divise per le Europee, tra Fratelli d’Italia e Forza Italia in funzione del patto Conservatori-Popolari.

 

Alla fine entrambe le soluzioni sono saltate. In mezzo ci sono state le irritazioni di Salvini per lo show di Berlusconi nel 2018 al Quirinale quando si mise a contare le priorità del centrodestra, rubandogli la scena. E anche quel “io non sono ricattabile” di Meloni durante la formazione dell’ultimo governo, culminata con l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato senza i voti azzurri (con la futura premier etichettata, nero su bianco, come “supponente, arrogante, offensiva e prepotente”).

Tutto passato, tutto risolto, tutto coperto dalla scomparsa di “un amico, di un combattente”, come dicono adesso i due sicuramente in maniera sincera. “Anzi, pochi piccoli uomini e donne riescono a spargere odio” incalza il vicepremier su Twitter e Instagram contro Rosy Bindi, rea di aver contestato la scelta del governo di indire il lutto nazionale, ma anche contro i titoli dei giornali considerati irriverenti. Il capo della Lega dà l’impressione di essere in affanno, in una continua rincorsa della presidente del Consiglio anche in questo momento. “E così Salvini è diretto ad Arcore”, informavano dalla Lega dopo poco che era uscita la notizia della partenza da Roma della premier diretta anche lei a Villa San Martino.

Anzi, “Salvini è arrivato ad Arcore da pochi minuti”, secondo dispaccio delle 19.51. Oggi è il giorno del lutto, con i funerali nel Duomo di Milano, con il cerimoniale di Palazzo Chigi che fino a questa mattina ha sudato sette camicie per tenere conto, nella disposizione dei posti in chiesa, della variegata geografia del centrodestra e soprattutto di FI. Oggi silenzio. Ma domani Consiglio dei ministri sulla giustizia. E’ il primo pacchetto di provvedimenti (unico ddl con otto articoli) dal forte impianto garantista. “Un tributo al Cav.”. Su cui è già scontro. Soprattutto sull’abolizione dell’abuso d’ufficio e l’inappellabilità delle assoluzioni, cavalli di battaglia di Berlusconi. La Lega è contraria e ha chiesto di intervenire in Parlamento sul testo. Anche su questo argomento Meloni a Gianni Letta hanno a lungo parlato e poi si sono confrontati di persona.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.