il voto nelle città

Ballottaggi stonati: Conte fugge da Schlein. Il Pd: "Ha paura di essere oscurato da Elly"

Simone Canettieri

Domenica e lunedì il secondo turno in 41 città: il capo del M5S ha fatto di tutto per evitare la segretaria dem. Il centrodestra tornerà unito domani per Catania. Le agende che non tornano della politica italiana 

Ultime dal campo rossogiallo: Giuseppe Conte non vuole farsi vedere con Elly Schlein. Ed è una questione cromatica: il capo del M5s teme di finire oscurato. Così l’ex premier ha fatto di tutto per evitare in queste amministrative di salire su un palco con la segretaria del Pd. Nonostante i tentativi del Nazareno di costruire un’uscita insieme al leader grillino. L’ultimo abbocco per Brindisi, dove alla fine Conte ieri è andato da solo, a sostenere Roberto Fusco. Sicché oggi la cara leader sarà prima a Massa, poi a Pietrasanta e domani chiuderà ad Ancona. Da sola e con la testa ai ballottaggi, mentre l’alleato-defilato sempre oggi volerà in Sicilia (Trapani, Licata, Catania) per un tour in vista del primo turno delle comunali (sempre di domenica). In questo sfalsamento di date, agende e turni elettorali c’è la mancanza di amalgama. Poi c’è il centrodestra. 


Anche Giorgia Meloni sembra poco attratta dal secondo turno delle comunali: domenica e lunedì torneranno al voto quarantuno comuni fra cui sette capoluoghi (Ancona, Brindisi, Massa, Siena, Terni, Vicenza e Pisa). E lei questa volta ha deciso di non palesarsi, al contrario della campagna elettorale del primo turno che l’ha vista protagonista sia ad Ancona sia a Brescia (nel secondo caso il candidato leghista della coalizione ha perso al primo giro di urna).  “Ma quale fuga: i candidati vogliono tutti Giorgia sul palco, ma ci sono state altre priorità per il governo non trova?”, dice, trafelato come sempre, Giovanni Donzelli, coordinatore di Fratelli d’Italia intento nella staffetta quotidiana tra il Parlamento e Via della Scrofa, sede del partito. La premier è stata prima in Giappone per il G7, poi ha avuto a che fare con l’emergenza alluvione in Emilia-Romagna. Oggi in mattinata per esempio sarà a Bologna per ricevere la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e nel pomeriggio ha convocato un Consiglio dei ministri a Roma. Dunque i ballottaggi possono aspettare per la premier (anche se a Vicenza in serata si vedranno per Francesco Ruocco sindaco i ministri Salvini, Crosetto e Bernini). 


Per vedere i tre tenori del centrodestra insieme basterà aspettare solo un giorno: domani sono attesi a Catania, tutti insieme, per tirare la volata a Enrico Trantino (in Sicilia, a differenza delle altre regioni al voto, nel fine settimana, come detto, si celebra il primo turno). E così la politica mischia le carte, rendendo la sfida una questione locale senza evitare di mettere una pedina sui ballottaggi per natura complicati da decifrare in anticipo.

La Toscana rimane un territorio difficile da interpretare: a Pisa, già del centrodestra, Michele Conti non è diventato sindaco dieci giorni fa per una manciata di voti contro Paolo Martinelli, alfiere di Pd e M5s. A Siena tutto è possibile, visto che al primo round Nicoletta Fabio (centrodestra) e l’avversaria Anna Ferretti (dem e sinistra) sono arrivate entrambe lontane dal cinquanta per cento più uno. Discorso ugualmente complicato a   Massa dove il vantaggio di  Francesco Persiani – sindaco uscente sostenuto da Lega, Forza Italia e liste civiche – corre contro il candidato di Pd e Alleanza Verdi Sinistra, Enzo Ricci.

Gli occhi sono puntati seppur con timidezza e scongiuri su Vicenza. In questo caso, il dem Giacomo Possamai sta usando lo schema usato da  Damiano Tommasi a Verona: niente leader nazionali in campo, ma tanti mercati, bar e centri per anziani per ricondurre tutto a una sfida svincolata dai partiti e da certe logiche romane che in Veneto, come si sa, possono mandare di traverso lo Spritz. Di Brindisi si è detto: qui c’è l’unico candidato sindaco del M5s, ma Giuseppe Conte sembra aver fatto di tutto per non incontrare Elly Schlein. Né in Puglia né altrove. Anzi, dalle parti della segretaria si sono spiegati questo tergiversare grillino con un precedente grottesco accaduto durante il tour elettorale per il primo turno. Lo scorso 8 maggio i due leader si sono trovati entrambi in Campania – per un giro a Marcianise, Quarto, Scafati, Torre del Greco e Teggiano – facendo in modo di non incrociarsi mai. Un’operazione chirurgica, una giocata di Risiko (l'ultima foto insieme risale al 4 marzo a Firenze durante la manifestazione antifascista). Che dal Pd hanno preso come una chiara  – ed è di nuovo una questione cromatica – presa di distanze dell’ex premier dalla segretaria. Piccoli grandi risvolti dei ballottaggi che per i rossogialli confermano la tendenza da separati in casa e per il centrodestra un’ordalia da cui stare lontani in attesa del responso di lunedì. 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.