L'Italia è pronta a siglare un accordo sui migranti anche con il criminale di guerra Haftar

Il generale della Cirenaica è a Roma, dove ieri ha incontrato Tajani e oggi potrebbe essere ricevuto da Meloni. Ecco come è ritornato a essere di fatto uno degli interlocutori decisivi nel paese

Il generale libico Khalifa Haftar è a Roma dove ieri ha incontrato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Oggi potrebbe essere ricevuto anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L'Italia sarebbe pronta a siglare un accordo sui migranti anche con il generale già condannato per crimini di guerra. Il generale, ex ufficiale nell'esercito del colonnello Gheddafi, da alcuni anni è diventato "l'uomo forte" della Cirenaica. Da qualche mese però, grazie ad un accordo con il premier di Tripoli, Abdelhamid Dbeibah, Haftar è ritornato a essere di fatto uno degli interlocutori decisivi in Libia, nonostante il fatto che per mesi dal 2019 avesse provato ad attaccare senza successo la città di Tripoli, scatenando mesi di guerra civile.

   

  

Sul Foglio di qualche settimana fa avevamo scritto che prima o poi per l'Italia avrebbe potuto "essere necessario sedersi al tavolo e trattare con Haftar e i suoi uomini per fermare i flussi. L’Italia ha l’interesse a mantenere aperti i ponti con il generale, magari per siglare un domani un altro accordo sui migranti sul modello – contestatissimo – del memorandum italo-libico già concluso con Tripoli nel 2017". E aggiungevamo che scendere a patti con il generale della Cirenaica "è un male necessario anche per Washington, che a fine marzo ha inviato in Libia l’assistente segretaria di stato americana per il medio oriente, Barbara Leaf", proprio per incontrarlo. "I due hanno parlato della necessità di rinnegare i mercenari russi e di raggiungere un accordo per indire nuove elezioni, anche se nessuno sembra credere davvero nella fattibilità di entrambi i propositi". 

   

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