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La cerimonia per la festa della Liberazione all'Altare della Patria. Mattarella: "Tenere viva la memoria della Liberazione"

Il presidente della Repubblica insieme al ministro della Difesa sarà poi in Piemonte per onorare gli eroi della Resistenza e ricordare le stragi nazifasciste

Bisogna "tenere viva la memoria" delle atrocità nazi-fasciste ma soprattutto non dimenticare quanti lottarono e "permisero la liberazione dell'Italia dall'oppressione nazi-fascista", ha detto ieri il presidente della Repubblica, Sergio Matterella, anticipando le celebrazioni del 25 aprile. Oggi il capo dello stato ha deposto una corona d'alloro all'Altare della patria, con la presidente del Consiglio Meloni e il ministro della Difesa Crosetto e con i presidenti del Senato La Russa e della Camera Fontana. Polemiche hanno circondato la seconda carica dello stato, che oggi volerà a Praga per omaggiare la figura di Jan Palach, il giovane cecoslovacco diventato simbolo dell'anti-comunismo che il 16 gennaio 1969 si suicidò dandosi fuoco per protestare contro l'invasione sovietica proprio in piazza san Venceslao dove il presidente del Senato depositerà una corona. La Russa visiterà anche il campo di concentramento nazista di Theresienstadt. 

   

Al termine della cerimonia, Mattarella, accompagnato dal ministro della Difesa, si recherà invece a Cuneo, dove alle 11 renderà omaggio al Monumento della Resistenza, visiterà in forma privata il Museo Casa Galimberti, quindi al Teatro Torselli interverrà alla cerimonia commemorativa del 25 aprile. L'avvocato penalista e capo partigiano Duccio Galimberti - seviziato e ucciso dai fascisti il 3 dicembre 1944 - fu il primo ad ottenere la medaglia d’oro al valore militare, il 14 febbraio 1945 a guerra ancora in corso. Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, Mattarella sarà a Borgo San Dalmazzo, dove il Memoriale della deportazione Museo Memo4345, racconta la Shoah e ricorda in particolare gli ebrei deportati da questo paese. Poi sarà a Boves al Monumento alla Resistenza. Qui si consumò il primo massacro di civili innocenti da parte dell'esercito nazista il 19 settembre 1943. Altri due eccidi, sempre nello stesso paese della provincia di Cuneo, avvennero tra il 31 dicembre 1943 ed il 3 gennaio 1944. A scatenare i rastrellamenti e la repressione dei militari tedeschi furono il rapimento di due soldati delle SS e la morte di un terzo per mano della formazione partigiana locale comandata da Ignazio Vian, una delle prime a sorgere in Italia. 

 

Tra i rappresentanti delle istituzioni che festeggeranno nei luoghi della Resistenza ci sono Adolfo Urso (ministro delle imprese e made in Italy) sarà a Porta San Paolo, luogo simbolico della lotta partigiana nella Capitale, con la comunità ebraica di Roma, e Antonio Tajani che si recherà alle Fosse Ardeatine, dove il 24 marzo del 1944 vennero uccise dai nazifascisti 335 persone. Molti ministri parteciperanno alle celebrazioni organizzate nelle proprie città per mostrare l’attaccamento al territorio.

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