Il racconto

L'Avvelenata di Schlein: Pd nel nome di Guccini, il partito di Roma snobbato

Simone Canettieri

La segretaria vara la nuova segreteria: tanti emiliani e volti extra dem. Scherzetto a Gualtieri sul termovalorizzatore: all'ambiente c'è chi lo accusa di fake news

Ventiquattro minuti di diretta su Instagram, e tanti saluti alle polverose conferenze stampa. Elly Schlein dalla sua casa di Bologna, sfondo della libreria calassiana piena di Adelphi, squaderna i nomi della “grande squadra che sarà un problema per Meloni”. Parla lei. E basta con le domande. La segreteria è costruita in modo che nessuno possa metterla in ombra. Vicesegretari non previsti. Le chiavi del partito all’ala movimentista che non era nemmeno iscritta. Il Pd capitolino, che non gode di buona fama, snobbato. Diceva Togliatti: “Mai un Papa romano e un segretario emiliano”. 

 

Dopo Bersani non è ancora così. E’ dunque un Pd gucciniano al lambrusco. L’assessore regionale Igor Taruffi da Porretta Terme, un passato in Rifondazione e poi con Sel, sarà il capo dell’organizzazione. Ha come sponsor il “Maestrone” dell’ “Avvelenata”. “Io come Pietro Secchia? E’ un raffronto che mi onora”, ci dice questo ex giocatore di calcio, famoso per non segnarsi i numeri sul cellulare (“li ricordo tutti a memoria”). Oltre a lui entrano nella stanza dei bottoni, per quello che conterà, altri quattro figli della via Emilia: Davide Baruffi, Mahmoud Marwa, Cecilia Guerra, Gaspare Righi.

 

A loro si aggiungono il governatore Stefano Bonaccini e la segretaria, ovvio, bolognese d’adozione, nonostante i tre passaporti. Nello scegliere le deleghe di questo governo-ombra spiccano anche gli extra dem. Non c’è solo Taruffi, ma anche il giornalista “mozione Santoro” ed ex senatore Sandro Ruotolo (alla cultura, memoria e informazione). Da Articolo 1 ecco Alfredo D’Attorre (all’università) e Cecilia Guerra (lavoro). Lontane dal Pd fino a ieri, ma centralissime, Marta Bonafoni e Annalisa Corrado. La prima, consigliera regionale nel Lazio al secondo giro, è l’unica romana in squadra e sarà la coordinatrice della segreteria. Segno di quanto il nuovo Pd voglia tenersi alla lontana dal partito der Cuppolone, tra i più problematici del globo terracqueo.

  

La seconda, Corrado, avrà le deleghe all’ambiente: fondatrice di Green Italia, partito che in Europa fa parte della famiglia dei Verdi e non dei Socialisti, è una strenua oppositrice del termovalorizzatore di Roma. Qualche mese fa sul quotidiano Domani firmava una lettera – con Rossella Muroni, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante – “contro tutte le fake news del sindaco Gualtieri sull’inceneritore”.

 

Ecco questa sarebbe stata una delle tante domande da porre a Schlein: con chi starà, con la sua delegata o con il suo sindaco? La radiografia della segreteria suggerisce anche altri spunti: è molto spostata a sinistra (com’è naturale che sia, visto la mozione che ha vinto le primarie). E quindi Peppe Provenzano agli esteri, Europa e cooperazione internazionale, ma anche Pierfrancesco Majorino, responsabile delle politiche migratorie e del diritto alla casa (interessante il tema delle occupazioni). Profeta di un partito leggero e movimentista, la parte organizzativa Schlein l’ha affidata ai suoi fedelissimi: Gaspare Righi, capo della segreteria, Flavio Alivernini, già portavoce di Laura Boldrini, sarà il dominus della comunicazione. Declassati a ruoli importanti, ma non primari, anche Marco Furfaro (iniziativa politica) e Marco Sarracino (sud).

 

Nel gioco degli incastri, in un partito che vive di manuale Cencelli, esce malino la mozione di Stefano Bonaccini. Il vincitore del congresso, sconfitto poi alle primarie con il 46,25 per cento, piazza solo Alessandro Alfieri (ex Base riformista e si occuperà di Pnrr), Debora Serracchiani (vicina a Graziano Delrio con delega alla giustizia), Baruffi (braccio destro del governatore) e Irene Manzi (scuola).

 

In più Nicola Irto, che entrerà di diritto come coordinatore dei segretari regionali; quello dei sindaci sarà un altro emiliano: Matteo Lepore da Bologna. “Entriamo e assaggiamo il budino”, ha detto il governatore-presidente ai suoi. Alla porta, invece, le emanazioni degli altri sfidanti del congresso: Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, molto critici. Ma cosa ha detto Schlein nella diretta su Instagram? Che ora Meloni non dormirà tranquilla, che fa gli auguri a Silvio Berlusconi di pronta guarigione (inciso arrivato con estremo ritardo), che le dispiace per non essersi confrontata con la stampa e che adesso si prenderà qualche giorno di relax dopo le ultime fatiche. La prima riunione della segreteria non è stata ancora convocata.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.