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Il presidentissimo Rinaldi per Eni. La Lega: "Viva Antonio, ci batteremo per lui". Il ritratto

Carmelo Caruso

Allievo di Savona e Giuseppe Guarino, ha già lavorato in Eni e Consob. Pd e Terzo Polo: "Governo smentisca". Salvini pronto a difenderlo. Il candidato agli amici: "Ho un cv, leggettelo, non ho mai avuto un avviso di garanzia". Ora è Rinaldi Pride

Roma. E’ il giorno dell’orgoglio Lega. Antonio Maria Rinaldi presidente dell’Eni! “E perché lui no?”. I leghisti non solo lo vogliono presidentissimo, ma sono pronti a combattere per il presidentissimo: “Tutti per uno, Rinaldi per tutti!”. La notizia l’ha data il Foglio (è lui il candidato per la presidenza di Eni) ma come spiegano i leghisti adesso è il momento di scriverla come si deve. Innanzitutto. Antonio Maria Rinaldi, chiamato affettuosamente “Bombolo”, non è “Bombolo”. Domanda alla fonte Lega. Dunque come è nato questo nomignolo? Te la raccontiamo noi. “Rinaldi ha due grandi amici nella Lega. Uno è Alberto Bagnai e l’altro e Claudio Borghi”. Gli economisti? “Esatto”. Cercatevi le loro foto. Lo abbiamo fatto. Brindano insieme anche a dieci anni di distanza. Si ritwittano a vicenda. Sono come Dante, Guido e Lapo. E’ amicizia vera. Bene. Accade che un collaboratore di Bagnai, per fare il pavone, dica a un giornalista: “Sai, Bagnai chiamava Rinaldi il prof. Bombolo”. Bagnai, che è un altro economista simpaticone (vabbé ciascuno ha le sue idee) diciamo eccentrico, usa spesso questa espressione: “Bombolo”. Ma non c’entra nulla con Rinaldi.

 

Siamo perfino entrati in possesso del tweet originario che scagiona Rinaldi. Non è “Bombolo”. I leghisti: “Antonio è per tutti noi il prof. Rinaldi”. Siete avvertiti. Se Antonio dovesse farcela, e diventa presidente di Eni, ci pensa lui a svuotarvi le bombole di baggianate. Ma ripartiamo dalla notizia. E’ serissima e Salvini non vuole rinunciarci. Piuttosto vi fa le poste alle pompe di benzina. Se c’è una cosa che gli va riconosciuta è proprio questa: “Io non dimentico chi si è battuto per le nostre idee e Antonio lo ha fatto”. Ricordate Marcello Foa? Quando cominciò a circolare il suo nome come presidente Rai, tutti in coro: “Ma è una bufala”. Sapete come è finita. Foa venne eletto presidente. Solo per dire che quando la Lega si mette in testa una cosa non molla. Ce l’hanno duro, ops. Cosa avete capito? La testa. Sempre i soliti. Torniamo a lui. Oggi Rinaldi è europarlamentare Lega. I colleghi: “Sulle presenze nulla da sindacare. C’è sempre”. Curriculum? “Ve lo giriamo”. Quando la Lega si muove fa sul serio. Nascita. Rinaldi è nato il 27 febbraio 1955. Ora uno dira: è una casualità. E invece no. La Lega non ha dubbi: “E’ un segno del cielo. Rinaldi è nato lo stesso giorno di Claudio Descalzi, destinato a restare ad di Eni”.

 

Il protagonista su Twitter irriso da Pd e Terzo Polo, fa lo spadaccino. “Il sottoscritto era già direttore Generale della Capogruppo finanziaria dell’Eni quando voi andavate alle elementari”. Fa riferimento agli anni Ottanta. Ebbene sì. Rinaldi, prima di diventare lo scettico euro Rinaldi, invitato in tutte le trasmissioni, prima di essere scambiato per il comico Max Tortora (sono separati alla nascita) è stato anche direttore generale della Sofid, capogruppo finanziaria Eni, il cuore di Eni. Agli amici che ci hanno parlato: “Il Foglio è stato bravo ma hanno scritto direttore. Ebbene, no. Ero direttore generale”. E che direttore. Ha curato la quotazione in Borsa della società Nuova Pignone ma anche di Enimont, unico a non ricevere mai un avviso di garanzia. Un tecnico. E prima? Ha girato più banche lui che Mario Draghi. Banco di Roma, Banco Centro-Sud, Figeroma, American Service Bank, Fideuram. L’amico leghista: “E’ stato pure a Consob! Con funzione da ispezione dei mercati. Aspetta, aspetta”.

 

Altra appendice. Rinaldi nel 1994 è stato membro del Cda Enav. La parte universitaria vi stende, cari saputelli. C’è pure quella. Docente a Chieti e Pescara e alla Link Campus University. Le pubblicazioni scientifiche. E qui per il Foglio si fa un po’ dura. I libri: “Il fallimento dell’Euro”; “Europa Kaputt! (S)venduti all’Euro?” e l’ultimo “La sovranità appartiene al Popolo e allo Spread”. Mentre scriviamo Pd e Terzo Polo chiedono: “Il governo smentisca”. La Lega: “Ma smentire cosa? Le elezioni le abbiamo vinte noi”. E’ la verità, fino a prova contraria. Dunque Rinaldi, origini nobili, è lo storico allievo di Paolo Savona, attuale presidente di Consob. Una sera, l’ex ministro dell’Economia, Giovanni Tria, disse: “Paolo è un genio e come tutti i geni è eccentrico”. Ecco, noi li chiamiamo “no euro” loro, nella loro comune, si definiscono “eccentrici”. Geminello Alvi ci ha scritto perfino un libro bellissimo (Adelphi). Ma erano altri eccentrici.

 

Tra i maestri di Rinaldi c’è anche il giurista Giuseppe Guarino, ex ministro delle Finanze. Ma allora cosa è accaduto in questi anni? Rinaldi diventa ospite fisso nelle trasmissioni. Fa l’euroscettico e non se ne pente. I leghisti che fanno ponte con lui e noi osservano: “La storia gli ha dato ragione. Dopo quindici anni, finalmente, in Europa, cambieranno le regole. Antonio era solo in anticipo”. Ma Antonio perché non parla, perché non si difende? “Antonio fino a quando il Cda di Eni non lo nomina presidente non parlerà. Lui sa che Eni è una società quotata in Borsa”. Ah! Ma Antonio cosa dice delle polemiche? “Antonio dice che lui ha un cv e che cv. Leggetelo. E poi finiamola. C’è chi ha venduto bibite e ha fatto il ministro”. Ma Forza Italia lo appoggia? “Antonio dice che tutto il centrodestra è compatto. Ovviamente Antonio le dice a noi perché Antonio non parla con i giornali”. Si sì, fino a quando il Cda… “Avete capito. Bene. Migliorate, menomale”. Ma Antonio, l’economista Antonio, perché fa l’eccentrico Antonio? “Uffa. Antonio è solo in anticipo con i tempi”. Dunque la Lega conferma che si batterà per Antonio? “E certo. Grazie a voi del Foglio la Lega ha oggi un motivo in più per sostenerlo. Antonio è la bella rarità. Competenza, passione. E’ di centrodestra”. Ma Antonio come è, che carattere ha? “Ah, Squisito. Pensate che avrebbe risposto anche a voi del Foglio cosa che ovviamente non ha fatto, chiaro no?”.

 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio