Nomine

Salvini vuole l'euroscettico Rinaldi come presidente Eni

Carmelo Caruso

In un documento tutti i nomi dei candidati ad e presidenti di Lega e Fi per guidare le partecipate di stato. Il nome clamoroso è quello dell'europarlamentare anti euro e allievo di Savona

Alla presidenza di Enel vuole Paolo Scaroni, che tutti conosciamo, mentre alla presidenza di Eni vuole un No euro, un ammiratore dei gilet gialli. Il nome è clamoroso. L’uomo a cui Matteo Salvini vuole affidare la presidenza di Eni, la più importante partecipata di stato, è Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare della Lega e autore dei libri “Il fallimento dell’Euro?”; “Europa Kaputt: (s)venduti all’Euro”. La notizia è confermata da più fonti. E sono fonti Lega. Rinaldi avrebbe i requisiti per ricoprire l’incarico. Esiste un documento, nella disponibilità del Foglio, dove sono contenuti i nomi che Salvini intende sottoporre a Giorgia Meloni (con il placet di Forza Italia). Il nome di Rinaldi è impresso su quel documento. Si tratta di un foglio su carta intestata “presidenza del Consiglio dei ministri”. La calligrafia, secondo alcuni leghisti a cui abbiamo sottoposto il documento, sarebbe quella di Alberto Bagnai. Contiene la griglia con i nomi dei candidati di Salvini per Eni, Enel, Leonardo, Poste, Enav, Mps, Consap, Amco e Terna. Meloni cosa ne pensa di questi nomi? La premier ha garantito che sulle nomine “non ci sono tensioni con gli alleati”, che il governo sta lavorando “con serietà”. Chi è Rinaldi? E’ chiamato affettuosamente “Bombolo” e rappresenta insieme a Claudio Borghi e Alberto Bagnai, quella Lega da sempre euroscettica e che per lungo tempo ha teorizzato l’uscita dalla moneta unica. Rinaldi è figlio di una famiglia nobile ed è un allievo di Paolo Savona, attuale presidente di Consob, da sempre il porto intellettuale degli economisti irregolari. Rinaldi, l’allievo di Savona, è attualmente un europarlamentare della Lega. Durante il Covid è stato uno dei protagonisti della battaglia contro il green pass. Nella sua lunga carriera ha già lavorato in Eni. Negli anni Ottanta è stato direttore di Sofid, finanziaria della partecipata. Un leghista: “Si propone per fare il presidente. E’ vero”. Come ad di Eni resterebbe Claudio Descalzi, inamovibile per Meloni. A Enel, i graditi di Salvini sono Scaroni come presidente mentre per ad le opzioni sono Stefano Donnarumma e Flavio Cattaneo. 

A Leonardo, società che si occupa di aerospazio, la casella del presidente è destinata a Elisabetta Belloni (attuale direttore dei servizi) mentre come ad il nome è quello di Lorenzo Mariani. A Poste, la partecipata che secondo FdI è la vera società cassaforte, la casella del presidente è bianca. Manca il nome. Matteo Del Fante resterebbe ad. A Enav i nomi su cui punta la Lega sono invece quelli di Pietro Bracco, già nel cda, da promuovere a presidente e quello di Roberta Neri come ad. A Mps le nomine sono di fatto già stabilite. La presidenza è per Nicola Maione e Lovaglio ad. La figura di Maione viene accettata da FdI malgrado le forti perplessità: “Ha lavorato con Matteo Renzi ed è vicino ai francesi”. A Consap la coppia sarebbe Gaetano Micciché come presidente (che però non sembra avere intenzione di trasferirsi dalla presidenza di Banca Imi) e Francesco Di Ciommo (già presidente dell’organismo di Vigilanza di Consap). Ad Amco, partecipata per il recupero crediti, presidente resterebbe Stefano Cappiello, ritenuto amico dell’ex direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera. Per il ruolo di ad due sono le opzioni. Quella di Marina Natale già ad (dunque una riconferma) e quella di Paolo Ciocca che si è da pochi giorni dimesso da commissario Consob. Il suo nome è circolato anche come possibile direttore delle partecipate del Tesoro. A Terna, così come per Poste, la casella del presidente è ancora vuota. I profili che la Lega desidera come ad sono due. Il primo è Igor De Biasio, membro del cda Rai ma anche ad di Arexpo. L’altro è sempre Cattaneo. Quella elencata è la lista che la Lega ha presentato a Meloni ed è una lista che a Meloni non piace. Avrà la forza di dire no? E’ a suo avviso serio indicare come presidente di Eni un teorico anti euro? Nelle partecipate di Meloni gli stipendi dei dipendenti saranno pagati con la nuova moneta di Rinaldi? Euro o “Bomboli”?
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio