l'intervento

Meloni nella tana di Landini: "La ricchezza la creano le aziende. La riforma fiscale aiuta i più deboli"

La premier partecipa al congresso della Cgil: "Rivendichiamo le nostre scelte. No al salario minimo. Estendere contrattazione collettiva. Il merito è l'unico ascensore sociale". Contestazioni silenziose con i peluche, le proteste rumorose restano fuori

È il giorno di Giorgia Meloni a Rimini, dove è in corso il congresso della Cgil al quale ieri hanno partecipato i leader dell'opposizione. La premier ha scelto di esserci nonostante la possibilità di essere contestata da un pubblico non proprio amico. Il segretario Maurizio Landini aveva assicurato che avrebbe tenuto a bada le proteste e infatti gli unici contestatori rumorosi restano fuori dal Palacongressi. Al momento l'unico segnale silenzioso di dissenzo sono i peluche, che dopo Cutro tornano anche a Rimini. Centinaia di peluche sparsi sui banchetti dei delegati e tra questi anche Peppa Pig, già simbolo della protesta Lgbt+ anti Meloni. La premier è la quarta presidente del Consiglio che partecipa a questo evento dopo Giovanni Spadolini, Bettino Craxi e Romani Prodi


Le parole di Meloni
 

“L’italia è l’unico paese dell’Unione europea che oggi ha salari più bassi del 1990. E’ un’emergenza come dice Landini? Sì. Significa che bisogna immaginare una strada nuova. La strada che non è stata intrapresa finora è quella di puntare tutto sulla crescita economica. Oggi si dice che per legge si possono garantire salari adeguati. Ma se fosse così sarebbe lo stato a creare ricchezza. Non è così, la ricchezza la creano le aziende con i loro lavoratori. Lo stato deve garantire regole giuste e redistriuire ricchezza".

Dopo aver ringraziato Landini e il sindacato, la premier Meloni ha chiarito subito l'impianto teorico su cui si fonda l'azione del governo in materia economica. All'inizio del suo intervento, a proposito delle contestazioni, del "pensati sgradita" che le è stato rivolto, ha ironizzato: "Non sapevo che Ferragni fosse una metalmeccanica". Poi il discorso è entrato nel vivo, toccando vari punti oltre ai temi strettamente economici, Dalla violenza sulle donne, "una piaga da sconfiggere", al presidenzialismo e alle altre riforme, "necessarie alla sviluppo del paese". 

 

"Bisogna mettere i lavoratori nella condizioni migliori. Per favorire crescita e retribuzioni, la base è sostenere il sistema produttivo, restituire fiducia all’Italia e liberare le sue energie migliori. Questa è la visione alla base della legge delega che è stata frettolosamente bociata da alcuni", ha detto la presidente del Consiglio, secondo cui "il merito è l’unico ascensore sociale che esista". Poi sulla sulla legge delega approvata ieri in Cdm ha assicurato: "La riforma fiscale si concentra sui più deboli". 

Parole molto nette sono state spese sul Reddito di cittadinanza, "che ha fallito tutti gli obiettivi, ha fatto proliferare il nero". Prova che la povertà non si sconfigge con un decreto, ha aggiunto Meloni che ha anche ribadito il suo no al salario minimo. “La strada più efficace è estendere i contratti collettivi allargando così la platea dei tutelati sul lavoro, noi vogliamo allargare la platea di tutelati...”.

 

La premier ha inoltre parlato "dell'inaccettabile attacco degli esponenti di estrema destra alla Cgil" e più volte - con parole diverse - ha sottolineato l'importanza della contrapposizione, "che è positiva", purchè portata avanti in un quadro di unità, ovvero "l’interesse superiore". Anche per questo, in un altro passaggio Meloni ha esortato il sindacato: "Rivendicate le vostre istanze nei confronti del governo, troveranno ascolto senza pregiudizi, è l’impegno che ho preso con gli italiani. Sono pronta a fare la mia parte, io sono per il gioco di squadra".

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