Ansa

A Carrara

I balneari "traditi" dal governo: "Rischiano trentamila famiglie"

Francesco Bercic

Mentre l'Europa ribadisce l'esigenza di mettere in gara le concessioni, la categoria si riunisce in Toscana e lancia l'allarme. Ad ascoltarli i rappresentanti di tutti i partiti. Ma trovare un compromesso non sarà facile

A ridosso dell’approvazione alla Camera del ddl Milleproroghe – con cui il governo ha prolungato le attuali concessioni balneari fino a dicembre 2024 – e, soprattutto, della lettera con cui il presidente Mattarella ha accompagnato la firma del disegno di legge, si è aperta ieri a Carrara la 24esima edizione del festival “Balnearia”, che riunisce i rappresentanti dei balneari nonché esponenti politici bipartisan. Il convegno sta diventando in queste ore il raduno del fronte contrario alla modifica del ddl, con cui Giorgia Meloni potrebbe venire incontro alla richiesta di revisione del capo dello stato e alle pressioni europee, che spingono per una messa al bando delle concessioni. L'ultimo appello in questo senso è di un portavoce della Commissione, che questa mattina ha fatto sapere come l’Europa osservi “attentamente il contenuto e gli effetti del provvedimento, non ancora notificato, per valutare la risposta adeguata”. 

Già ieri erano arrivate da Carrara le prime voci in difesa dello status quo. Ad esempio quella del presidente di Confartigianato imprese demaniali, Mauro Vanni, che ha lanciato il suo grido d’allarme: “Trentamila famiglie in mezzo a una strada saranno un bel problema per questo governo”. A rispondergli c’era fra gli altri Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, che ha consigliato al settore di “comunicare meglio, per far capire agli italiani che non siete gente che si arricchisce pagando allo stato canoni risibili”. A conferma di come Forza Italia, assieme alla Lega, rimanga il partito più sensibile agli interessi della categoria.

I balneari impugnano le promesse della campagna elettorale: “La Meloni, Salvini e tutto il centrodestra hanno sempre detto che ci avrebbero aiutato”, ha detto il presidente Vanni dando voce al tradimento di cui la categoria si sente vittima. Ad ascoltarlo ci sono oggi anche Umberto Buratti del Pd e Stefano Fassina di Liberi e uguali.

Ma riuscire a incanalare la rabbia dei gestori in una proposta politica che possa essere accettata da Bruxelles (e dal Quirinale), non sarà semplice per il governo. La ricerca di un compromesso è aggravata anche dal fattore tempo: un incontro tra i leader di centrodestra dovrà necessariamente svolgersi entro mercoledì, visto il successivo viaggio di Meloni in India e Emirati. Mentre sembra farsi strada l’ipotesi di un colloquio fra i ministri competenti e alcuni rappresentanti di categoria, nel tentativo di smorzare i toni aspri che giungono dalla Toscana.