Congresso dem

Boom delle tessere Pd al sud. "Bonaccini condanni", dice Sarracino (Schlein)

Gianluca De Rosa

Il caso Caserta agita il Pd ed entra dentro il dibattito congressuale. Intanto si cominciano a fare i conti. Bonaccini conta sul grande vantaggio previsto nei circoli, Schlein spera nel voto d'opinione il 26 febbraio

“Su questo congresso c’è un tema sud grande come una casa, la candidata che sostengo, Elly Schlein, si è espressa con molta nettezza su quello che è accaduto, dagli altri non ho sentito molto”, dice Marco Sarracino, deputato  e segretario Pd della Città metropolitana, vicino Andrea Orlando, e oggi insieme all’ex ministro sostenitore di Schlein. Si riferisce a quanto accaduto nei giorni scorsi nei circoli dem della provincia di Caserta. In vista dei congressi, in alcuni comuni del casertano, come Sessa Aurunca e Casal di Principe, i tesseramenti hanno quasi superato i voti presi dal Pd alle ultime elezioni politiche. Un dato quantomeno anomalo che ha spinto l’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, oggi presidente della commissione del congresso in Campania, a parlare del “rischio di infiltrazioni camorristiche”.  “Spero che quanto prima la commissione del congresso faccia chiarezza su una vicenda che dovrebbe preoccupare tutto il Pd, le regole vanno rispettate ovunque, anche a Napoli dove ci sono stati tentativi di forzarle noi siamo intervenuti”, dice Sarracino.

 

Nella federazione partenopea, dove ieri hanno iniziato a votare i primi circoli,  ci sono state in effetti 987 tessere bloccate perché acquistate online a blocchi con una sola carta di credito (il limite è a tre pagamenti per carta). Ma è in tutto il sud, che spuntano ogni giorno nuovi casi. Sempre per restare in Campania, a Salerno i congressi si sono svolti senza che ci fosse un calendario pubblico. Ad Avellino sono state sospese decine di tessere acquistate online con un solo bonifico. E altre denunce su boom anomali nel testamento sono arrivati anche dalla Calabria. A Cosenza in un solo giorno, dal 30 gennaio al 31, le tessere sono passate da circa 2.300 iscritti a 3.976, con un incremento di oltre 1600 tessere.  Insomma i problemi si susseguono e finiscono inevitabilmente anche dentro al dibattito congressuale. L’accusa che nessuno fa esplicitamente, ma che tanti sostenitori di Schlein lasciano intendere è che Bonaccini si sia affidato ai capi bastone locali, che li abbia mobilitati per vincere la prima fase di congresso. Un’accusa che rimane non esplicitata perché non dimostrabile e non dimostrata.

 

Quella dei voti in questa prima fase congressuale rappresenta una gara anche psicologica. Il voto dei circoli infatti non sancisce l’esito congressuale, ma solo quali saranno le due mozioni che si sfideranno alle primarie del 26 febbraio tra quelle di Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli. Oltre a essere un modo per “pesare” il valore dentro al partito delle quattro mozioni e di chi le rappresenta. E però, è la convinzione di chi sostiene Bonaccini, in tutti i precedenti chi ha vinto i congressi ha poi trionfato alle primarie che si sono finora dimostrate sempre un passaggio di conferma dell’esito della prima fase, anche quando le affluenze erano ben più alte rispetto a quelle che si attendono questa volta. Se insomma ci fossero intorno ai 120 mila votati nei circoli, questa è la stima di queste ore quando a esprimersi sono stati già 25 mila iscritti, un divario di 10 punti sarebbe incolmabile anche se a votare alle primarie si raddoppiasse o triplicasse l’affluenza. Così si spiegano le dichiarazioni di questi giorni di Bonaccini che anche ieri sottolineava come tra lui e Schlein ci fosse un divario di oltre 10 punti e così si spiega anche la lotta sui dati. 

 

Anche su questo però si discute su quanto succede nei circoli del sud Italia, dove sono ancora pochi quelli dove si è votato, ma in quelli che si sono già espressi l’affluenza è stata per ora più alta che a nord, sfiorando in alcuni casi il 100 per cento. Per chi sostiene Schlein è un dato significativo. Questa è la tesi: al nord, dove l’affluenza è stata per ora più bassa, Schlein è andata meglio del previsto, e quindi alle primarie, quando voteranno più simpatizzanti, potrebbe trionfare, mentre al sud Bonaccini non raccoglierebbe altri voti, oltre a quelli già presi nei circoli.  “Se votassero 500-600 mila persone, anche un vantaggio di 30mila voti in questa prima fase non determinerebbe niente”, spiega chi sostiene l’ex leader di Occupy Pd.